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Commento al vangelo XXV Domenica Tempo Ordinario B: Mc 9,30-37

Il trionfalismo è una tentazione grave e continua per la Chiesa; il vangelo di questa Domenica ci aiuta ad affrontare questo pericolo. L'insegnamento è quello del servo sofferente: l'eletto da Dio non si godrà i lussi della vita in santa pace, ma patirà molti tormenti, dicono i Profeti. Accetti di stare dalla parte del debole, dell'innocente violentato, del giusto condannato a una morte infamante? Magari i discepoli il Primo Testamento lo avevano pure letto, ma non capivano. Cioè, non lo accettavano. Ecco che da questa tentazione scaturiscono il carrierismo, il leccaculismo e il clericalismo: si iniziano a creare gerarchie e onori vari per prendere parte al trionfo mondano. Si vuol stare vicini fisicamente a un uomo per godere della sua attenzione, raccomandazione e fama, senza scomodarsi troppo. Mentre Gesù che fa? Un gesto eloquente: prende non un discepolo, ma un bambino - allora valevano meno di niente - e lo pone al centro. La periferia dell'umano viene ri

Commento al vangelo 20 settembre 2018: Lc 7,35-50

Le prostitute sanno come si onora una persona, certamente più dei perfettini. Una pubblica peccatrice riesce a intromettersi nel banchetto a casa di Simone il fariseo, che aveva avuto il coraggio di aprirsi al dialogo conviviale con Gesù. Non riusciamo a capire come tutto ciò sia stato possibile. Ma lo fa. È la donna del profumo, quella che insegna la lavanda dei piedi: la donna eucaristica, che da una vita di peccato rende tutta sé stessa in gratitudine alla persona giusta, con tutta la carica erotica che ha imparato a esprimere. Gesù, sdraiato verso la tavola, ha accolto il corpo di quella donna che stava in basso, dietro. Gesù ha accolto lo scomporsi dei capelli femminili, i dolci baci e le languide carezze delle mani che, unte di profumo, scivolano dalle sue caviglie alle dita dei piedi, dopo quelle lacrime che li hanno lavati, e hanno lavato anche lei. Gesù l'ha accolto tutto, in silenzio, quell'amore della donna, anche lei in silenzio. Per l'evangelista L

La gratitudine di Papa Francesco per un articolo pubblicato su Nipoti di Maritain

La Segreteria di Stato della Santa Sede ha inviato in una lettera al nostro collaboratore Christian Cerasa la gratitudine di papa Francesco per l'articolo  Io, prete. Sull'affettività dell'uomo sacerdote pubblicato lo scorso 3 agosto 2018 sul nostro blog: http://nipotidimaritain.blogspot.com/2018/08/io-prete-sullaffettivita-delluomo.html   R iportiamo di seguito il testo integrale della lettera. Dal Vaticano, 24 agosto 2018 Reverendo Signore, Sua Santità desidera manifestare viva gratitudine per le sue riflessioni personali circa l’umanità e l’affettività dei sacerdoti e per il confidente gesto e sentimenti di filiale venerazione e di affetto che l’hanno suggerito e, mentre chiede di pregare per la Sua persona e per il Suo universale ministero di Successore dell’Apostolo Pietro, auspica ogni desiderato bene per Lei e per quanti sono affidati alle sue cure pastorali e volentieri imparte la Benedizione Apostolica.  Profitto della circostanza per confermarmi con

Cuore Superbo

di Davide Penna A Genova sono ore sempre più calde. Non solo per la temperatura. E si continua a dormire a fatica. Si respira come un’aria di smarrimento e paura che come uno spettro si aggira tra i genovesi i quali, tuttavia, non si arrendono. 

14.08.18. L’angoscia Superba

di Davide Penna Non si riesce proprio a dormire questa notte a Genova. Sono troppe e troppe fresche le immagini che si rincorrono del Ponte Morandi spezzato, sbriciolato lungo 200 metri di cemento armato caduti come se fossero trucioli di legno. Il dolore, l’angoscia, il respiro corto che accompagna ogni genovese sono segni e ferite che non possono lasciare in pace. C’è un perché? che non si accontenta delle assurde polemiche partitiche già scattate, anche dalla voce di ministri (!!!?). Un perché? che coinvolge te e tutti i tuoi concittadini, amici, parenti, compagni di derby; sì, perché a Genova quel ponte lo abbiamo preso tutti un milione di volte. I tuoi familiari lo hanno preso due giorni prima, tu dovevi prenderlo il giorno dopo, tanti amici lo hanno preso qualche minuto prima o dopo. Ti ricordi di quante volte lo vedevi e ti faceva sempre un po’ impressione… così alto, così maestoso che sembrava il ponte di Brooklyn, così lungo che ti veniva da accelerare per finire di

Io, prete. Sull'affettività dell'uomo sacerdote - Christian Cerasa

Mi è stato chiesto di scrivere una riflessione sul prete, sull’essere prete. Di cose se ne sono scritte tante e se ne scrivono tante, a livello teologico o pastorale, quindi credo che mi fermerò semplicemente a rileggere la mia vita alla luce di un aspetto che forse troppo poco spesso si sottolinea, ovvero l’umanità del prete, l’essere uomo-prete. Credo che uno degli errori grossi che è stato fatto nel tempo, sia quello di aver divinizzato a tal punto la figura del prete, da aver completamente snaturato la sua umanità o averla quasi completamente annullata. Così si è più attenti all’immagine da dare che all’identità dell’essere. Da dove partire dunque con questo esame di coscienza. Credo sia opportuna una premessa. C’è sempre molta curiosità intorno all’umanità e all’affettività del sacerdote; una domanda spesso inespressa. La gente, anche quella che al prete vuole bene, che lo stima, con cui collabora, al quale affida i figli fantastica ... si interroga ... e spesso inventa! In

Commento al vangelo XVII Domenica Tempo Ordinario B: Gv 6,1-15

Il quarto vangelo dà per scontato che tutti abbiano sentito parlare di Eucaristia. Sa che però che non è altrettanto conosciuto il vero significato del Sacramento del dono; ancora oggi eccessi devozionistici rischiano di fraintendere il senso originario, che è vitale, corporeo e carnale, liberante. Il vangelo giovanneo spiega l'eucaristia in due modi: uno è il servizio del lavare i piedi, l'altro è il segno della condivisione dei pani e dei pesci. Non poteva mancare, nello stile di questo vangelo, un tranello: Gesù chiede a Filippo se sa dove comprare il pane per tutta quella folla che lo seguiva. L'apostolo ci casca perché non si sofferma sul "dove" ma sui soldi: non basterebbe il mio stipendio di tutto l'anno... Eppure c'erano indizi per il "dove": l'altra riva che si affaccia sui non giudei, il monte della rivelazione, un prato molto erboso come il banchetto lussureggiante promesso. Per uscire dalla mentalità commerciale e giun