di Raymond Gravel in “www.lesreflexionsderaymondgravel.org” del 6 aprile 2013 (traduzione: www.finesettimana.org ) I brani del vangelo del tempo pasquale sono tradizionalmente tratti da Giovanni. Con la scoperta della tomba vuota da parte di Maria Maddalena la mattina di Pasqua, di Pietro e del discepolo che Gesù amava, il giorno stesso, la sera di Pasqua, san Giovanni ci racconta l'apparizione del Risorto ai discepoli rinchiusi nella paura, ma riuniti, per affidare loro la missione di liberare la gente: «A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati» (Gv 20,23). Poiché i verbi sono al passivo, significa che è Dio che libera, ma allo stesso tempo ha bisogno di noi per farlo. È una grande responsabilità, non riservata solo agli Undici, dato che tutti i discepoli riuniti ricevono questa missione. Ma perché questo racconto pasquale? Quali messaggi ci trasmette?
Debitori a Voltaire per la tolleranza, debitori a Lutero per il non conformismo.