All'epoca della riforma protestante, una delle questioni più dibattute fu quella cosiddetta del "calice ai laici", ossia della possibilità, o meno, che i laici potessero accostarsi all'eucaristia non solo ricevendo l'ostia consacrata, ma anche bevendo al calice, sino ad allora riservato ai soli sacerdoti celebranti. Non mancarono, in relazione a questa disputa, le prese di distanza e persino le scomuniche. Col trascorrere del tempo ci si è resi conto che la questione non aveva, di per sé, serie implicazioni dottrinali e la prassi della Chiesa è andata cambiando, sino a quando (con la Eucharisticum mysterium, 1967, cf 32) si è riconosciuto che la comunione sotto le due specie era "la forma più piena" di partecipazione all'eucaristia ed essa è stata conseguentemente permessa in una serie di casi. Oggi nulla osta a questa "forma più piena", salvo contingenti ragioni di ordine pratico. Questo precedente storico – che mette in guardia con
Debitori a Voltaire per la tolleranza, debitori a Lutero per il non conformismo.