Il 25 Agosto del 1256, la campana dell’Arrengo chiama a raccolta i Bolognesi in Piazza Maggiore. È un accorrere festoso di uomini e di donne, persino di ragazzi, quasi tutti «servi» della città, e delle campagne vicine. Nel centro della piazza vi sono già, i rappresentanti delle Corporazioni delle Arti, con lance, spade e vessilli multicolori. Attorno ad essi, un'immensa folla discute, grida e ride. Alcuni dicono che il Comune libererà circa 6 mila servi; altri che il Comune pagherà per il riscatto 10 lire d'argento bolognesi per chi ha più di quattordici anni, mentre ne darà solo 8 per quelli di età inferiore. Tutti vorrebbero salire la scalinata che porta nel vasto Salone del Podestà. Le guardie del Comune, con lunghe mazze ferrate, tengono a stento libero il passaggio. Uno squillo di tromba annuncia l'arrivo delle supreme autorità. La folla batte le mani e gli stendardi si agitano. Preceduti dai valletti e seguiti dai giudici e dai notai, il Podestà e il Capitano del
Debitori a Voltaire per la tolleranza, debitori a Lutero per il non conformismo.