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Vaticano II: un concilio incompiuto?

di Jean Rigal in “vatican2milledouze.org” del 25 gennaio 2013 (traduzione: www.finesettimana.org) Il titolo è interrogativo. Eppure, che cosa c'è di più normale di un concilio incompiuto, se si considera che è, insieme, un punto di arrivo e un punto di partenza. Il Vaticano II resta incompiuto su due piani: rispetto al suo insegnamento e rispetto alla sua applicazione. 1. A proposito all'insegnamento del concilio. È risaputo che l'insegnamento del Vaticano II soffre di un problema di articolazione tra diverse componenti della struttura della Chiesa. Si pensi alla nozione di “popolo di Dio” e al suo rapporto con la Chiesa gerarchica, all'articolazione “primato-collegialità episcopale”, al rapporto tra Chiesa universale e Chiese locali, al posto dei “ministeri di laici” nella missione della Chiesa (cf. la costituzione Lumen Gentium).

Il concilio nelle vostre mani(Parte prima)

Cari amici, Giunti alla fine, dobbiamo cercare il segreto di questo Convegno. Perché un segreto c’è stato. Non alludo al segreto del suo successo, che più che un successo è stato un miracolo. Alludo al fatto che durante i nostri lavori c’è stato uno sconosciuto che sedeva nell’ultima fila; spesso era una sconosciuta. Voi forse non li avete visti, ma io, dovendo trarre le conclusioni di questa assemblea, ci ho fatto caso. Mi sono chiesto chi potevano essere questo sconosciuto, e questa sconosciuta, che erano là, e che ora, quasi a volerci precedere ai treni, se ne sono andati. E mi sono ricordato che alla fine del vangelo di Giovanni si parla di uno sconosciuto, di cui non si dice mai il nome, ma che è identificato come il discepolo che Gesù amava; e Gesù disse di lui che sarebbe rimasto, fino al suo ritorno. Gli apostoli non capirono, e pensarono che quel discepolo non sarebbe morto, ma Gesù non aveva detto che non sarebbe morto, aveva detto di volere che rimanesse fino a ch...