Nipoti di Maritain ha assunto una nuova forma. La pagina facebook e il blog fondati da Niccolò Bonetti e da Lorenzo Banducci, che dal 2012
quotidianamente offrono riflessioni e provocazioni su tematiche di attualità
ecclesiastica, politica e sociale, adesso sono affiancati da questo nuovo
spazio.
Forse potrà evitare che
le migliori considerazioni si disperdano nel flusso continuo di informazioni
cui siamo esposti nel web e soprattutto nei social
network, tuttavia senza fossilizzare alcunché. Anzi, vogliamo conservare
ciò che contraddistingue i Nipoti di Maritain, ossia un dibattito plurale,
aperto alla partecipazione di tutti, in cui siano di casa posizioni differenti.
Tutto ciò ha riscosso un buon livello di interesse e di coinvolgimento,
certamente più su alcuni temi che non su altri, ma comunque mantenendo un
progetto duraturo nel tempo e contribuendo a divulgare discussioni teologiche
ad un pubblico relativamente esteso. Lo abbiamo fatto cercando di essere non
solo il sale della terra, ma anche il pepe. Ed è nostra intenzione preservare tale
peculiarità anche all’interno di questa nuova pubblicazione, sperando di
vincere quei timori e quelle timidezze che le reti sociali digitali ci hanno
abituato a superare.
Non vogliamo infatti
essere una rivista accademica, dal momento che queste spesso si chiudono nell’autoreferenzialità,
ma neppure un portale informativo, perché ce ne sono già molti disponibili online in grado di fornire qualsiasi
tipo di notizia con la tempestività di pochi secondi. Se ci mettessimo a
“competere” con loro, non ci sarebbe storia. Proponiamo invece qualche riga in
più per poter sviluppare quelle riflessioni che non possono essere articolate
in un commento di un post su facebook, né tantomeno nei laconici 140
caratteri che mette a disposizione twitter.
La scommessa è quella di poter mantenere vivo il medesimo spirito critico e di
confronto, magari giungendo a qualche conclusione su ciò che ci accomuna,
superando insieme le sorde contrapposizioni, che in genere si consumano nelle
cose accidentali considerate erroneamente come essenziali; qualora riuscissimo
a far risplendere Dio Trinità – che è relazione di amore – al centro del nostro
cuore, l’ordinamento delle priorità verrebbe da sé.
Ogni numero, come
potete leggere nell’indice, si articola in due sezioni. La prima, quella
maggiormente dialogica, intende lanciare tre quesiti di differenti ambiti
(etico/morale, politico/sociale, pastorale/ecclesiale) cui tutti sono chiamati
ad offrire il proprio punto di vista. La seconda, invece, permetterà di esaminare
alcuni argomenti in rubriche tematiche, oltre a recensioni e interviste.
Gli spunti non mancano.
In questa prima uscita si parla innanzitutto delle “unioni civili” recentemente
approvate dal Parlamento italiano, ma – perlomeno nella formulazione del nostro
quesito – con una particolare attenzione alle conseguenze nella vita quotidiana.
Vorremmo evitare ragionamenti astratti, sui massimi sistemi, che tendono a generare
intransigenze che dal punto di vista spirituale potrebbero rivelarsi assai più
sterili della supposta non-fecondità delle relazioni omosessuali. È evidente come
il tema sia ancora arroventato, tuttavia le esperienze dirette, se depurate da
qualsivoglia desiderio di vendetta per i torti subiti a livello personale, possono
sicuramente gettare un ponte tra le reciproche ostilità. Cogliamo l’occasione
per abbracciare Filippo, Mario, Roberto e tutti coloro che hanno commentato
brevemente la nostra provocazione perché coinvolti direttamente dalla materia,
ma che per i più svariati motivi non se la sono sentita di inviarci un
contributo più articolato: Cristo sia sempre presente nei loro affetti. Senza
ignorare le divergenze di partenza – anzi, dopo esserci immersi in esse in modo
viscerale, come vedrete – l’atteggiamento risorgente prospettato da Gabriele
Cossovich sembra essere quello più confacente al nostro sentire cristiano: la bellezza
non è possibile comandarla ed imporla. La bellezza risplende, si propone, ma
poi sta alla ineludibile libertà dell'altro riconoscerla ed accoglierla.
In seguito è stata
affrontata la Riforma costituzionale: anche qui preferiamo ragionare,
concretamente, sulle eventuali ripercussioni nella partecipazione del popolo
italiano alla vita pubblica. Altro grande tema è l’Amoris Laetitia che conclude il percorso sinodale degli ultimi due
anni sulla famiglia. In questo testo, tra le altre cose, Papa Francesco incoraggia
la «maturazione di una coscienza illuminata, formata e accompagnata dal
discernimento responsabile e serio del Pastore» (§ 303), ma ciò è stato visto
impropriamente da alcuni come un avallo al soggettivismo morale.
Nella seconda sezione
della nostra pubblicazione, la stessa esortazione apostolica di Papa Francesco è
occasione per un’intervista al teologo Andrea Grillo, per un approfondimento con
l’apocrifo Vangelo armeno dell’infanzia
di Gesù e per una “liturgia del quotidiano” offerta da Stefano Sodaro, che ha
dipinto la “matrimonialità” del mistero trinitario e l’apertura all’alterità
che da esso sgorga copiosa.
Ci rivolgiamo ai
catechisti e agli insegnanti, che potrebbero anche trovare ispirazione per
possibili incontri, discussioni o lezioni; ci rivolgiamo anche ai pastori, alle
persone impegnate in parrocchia e nei movimenti ecclesiali e a tutti coloro che
desiderino formare in modo retto la propria coscienza, per poterla esercitare
liberalmente. In sintonia con questa finalità, abbiamo incluso un “elogio
dell’eresia” che ci motiva a confrontarci con essa, per accoglierne quella
parte di verità nascosta, che chiede di essere ascoltata. Era inevitabile una considerazione su Jacques Maritain –
nel cui intento, “debitori a Voltaire per la tolleranza e debitori a Lutero per
il non conformismo”, ci riconosciamo pienamente – a proposito della stampa
cattolica.
Spazio anche alla
Dottrina Sociale della Chiesa, con la sfida della complessità che può essere
affrontata non cedendo a “ideologie dell’Unico” né rifugiandosi in “luoghi
comuni” – siano essi “buonisti” o “antibuonisti” – bensì riscoprendo il
significato del concetto di sussidiarietà,
svincolandolo dall’abbraccio di chi pensa sia un sinonimo di deregolamentazione
dei mercati. Infine, chiude questo numero una recensione al “Vangelo del povero
peccatore” scritto due secoli fa da Wilhelm Weitling e recentemente pubblicato in
italiano, spunto per scoprire un volto nuovo di Gesù, per interrogarci sulle
diseguaglianze sociali di ieri e di oggi e per comprendere quanto sia radicale
il contributo che il cristianesimo può dare in vista di una società più giusta.
Lo confessiamo: questa
pubblicazione è una grande scommessa. Con il tempo sottratto a tante altre
cose, con le poche forze che abbiamo, con le tasche assolutamente vuote – ma animati
dallo Spirito – prendiamo il largo.
(Piotr Zygulski, Nipoti di Maritain 01/2016, pp. 6-8)
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