di Davide Rondini Primo di novembre, Bologna. Verso li termine di una grigiognola mattinata mi dirigo in chiesa per la messa di Ognissanti. Scoccata l’ora di inizio il coro attacca un canto liturgico e un anziano prete appare fuori dalla sagrestia. Mi guardo attorno e mi rendo conto con una rapida occhiata che, se il celebrante è a occhio e croce sull’ottantina, l’assemblea dei fedeli è quasi sua coetanea. Terminato il canto d’ingresso il celebrante, fatto il doveroso saluto all’assemblea, apre una corposa “parentesi” sui festeggiamenti di Halloween della serata precedente. Come si poteva immaginare, il suo è un duro attacco alla festività pagana, sottolineando quanto poco questa ricorrenza abbia a che fare con lo spirito cristiano. Fin qui tutto bene anzi, pienamente condivisibile. Il suo interludio però non finisce qui, ma l’anziano prelato si spinge fino a etichettare come ”apostata” chiunque festeggi questa ricorrenza o incoraggi altri a festeggiarla, in particolar modo i b