di Davide Rondini
Primo
di novembre, Bologna. Verso li termine di una grigiognola mattinata
mi dirigo in chiesa per la messa di Ognissanti. Scoccata l’ora di
inizio il coro attacca un canto liturgico e un anziano prete appare
fuori dalla sagrestia. Mi guardo attorno e mi rendo conto con una
rapida occhiata che, se il celebrante è a occhio e croce
sull’ottantina, l’assemblea dei fedeli è quasi sua coetanea.
Terminato il canto d’ingresso il celebrante, fatto il doveroso
saluto all’assemblea, apre una corposa “parentesi” sui
festeggiamenti di Halloween della serata precedente.
Come
si poteva immaginare, il suo è un duro attacco alla festività
pagana, sottolineando quanto poco questa ricorrenza abbia a che fare
con lo spirito cristiano. Fin qui tutto bene anzi, pienamente
condivisibile. Il suo interludio però non finisce qui, ma l’anziano
prelato si spinge fino a etichettare come ”apostata” chiunque
festeggi questa ricorrenza o incoraggi altri a festeggiarla, in
particolar modo i bambini.
Inizialmente
sorpreso dalle parole del celebrante, mi prendo un po’ di tempo per
rifletterci su e mi rendo conto che, almeno per me, questa non
è la via giusta da seguire.
Attraverso
uno scontro diretto di questo tipo penso sia impossibile ottenere dei
buoni frutti. In fin dei conti per i bambini il “festeggiare”
(non importa se un compleanno, una festa religiosa o quant’altro) è
qualcosa di, passatemi il termine, importante. Dato che ormai questa
festa, volente o nolente, è entrata nel costume, perché non tentare
di ottenere qualcosa di buono?
Il
Natale, sebbene questa non sia l’unica teoria, si ritiene che sia
stato fissato il 25 dicembre in modo da sovrapporsi alla festa pagana
del Sole Invitto, “Mitra” vincitore sulle tenebre, in voga presso
i Romani (1). Un po’ di tempo fa mi è capitato di sentire
un catechista spiegare questa teoria come il desiderio dei cristiani
di “festeggiare assieme” ai pagani, con buona pace della minaccia
di apostasia del prete che vi ho citato.
Perché
utilizzare l’occasione di questa festa pagana per veicolare
messaggi cristiani, anziché attaccarla a testa bassa? A onor del
vero qualche tentativo in questa direzione c’è già stato. Alcuni
movimenti e parrocchie hanno deciso di proporre iniziative per i
bambini volte a riscoprire le vite dei santi. Proposte belle (almeno
su carta), ma che si piazzano entro un quadro senza cornice, senza
indicazioni generali e che quindi mi paiono soffrire di una certa
frammentarietà. Inoltre tra queste iniziative se ne sono viste ben
poche riguardanti il significato cristiano della morte.
Reata
Strickland nel suo libro An interview with God fa dire a Dio
riguardo all’umanità che: “they live as if they will never
die, and they die as if they had never lived” (vivono come se
non dovessero morire mai, e muoiono come se non avessero mai
vissuto). Mi sembra superfluo ribadire i progressi in campo medico
che si sono avuti solo nell’ultimo secolo. Questa vita più lunga,
questa situazione di pace che perdura in occidente come non fu mai
nella storia, sembrano aver liberato il nostro orizzonte
dall’ingombrante ombra del tristo mietitore. La morte, tanto
presente nelle epoche passate (basta vedere quanti affreschi sul
trionfo della morte ci sono ancora nei nostri cimiteri), ora è
(quasi) invisibile.
All’inizio
di Ipotesi
su Gesù,
Vittorio Messori afferma che “con
il sesso,
il denaro,
la morte,
Gesù è tra gli argomenti che mettono a disagio in una conversazione
civile”.
Non voglio dibattere sullo stato o meno di tabù di sesso e denaro
(sul sesso direi che ormai non lo è più, sul denaro ho qualche
dubbio), ma che, ancora adesso, Gesù e la morte siano argomenti
difficili,di cui si fatica a parlare. Forse, cosa ancora peggiore,
non è che essi siano tabù, ma che lo sia il legame tra i due.
In
conclusione Halloween mi sembra un’occasione persa. Anzi:
un’occasione persa ogni anno. Perché non utilizzare questa festa
macabra per tornare a parlare, almeno tra cristiani, e anche ai
bambini (ovviamente con le dovute cautele) del significato cristiano
di “sora Morte corporale” come la definisce S. Francesco
d’Assisi nel Cantico delle Creature?
Davide Rondini
1 http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=39
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