di Rocco Gumina Recentemente il governatore siciliano Rosario Crocetta è stato al centro di una polemica che lo ha riguardato circa i presunti “professionisti” dell’antimafia. Una questione che in passato, come tutti sanno, ha visto come protagonisti alcune fra le più grandi personalità, in ambito culturale e intellettuale, che la Sicilia ha generato negli ultimi cinquant’anni. La querelle che ha investito il fondatore del Megafono , può stimolare indirettamente - come realtà dirimpettaia - una riflessione sui “semi-professionisti” del fariseismo politico, che mi pare coinvolga sempre in maggior modo quel che rimane dei partiti nazionali e anche quel che emerge dalla realtà locale. Dico “semi-professionale” non per gettare discredito su qualcuno, ma a mo’ di caratterizzazione di qualcosa: basti pensare al fatto che alcuni deputati al parlamento si fanno chiamare cittadini, oppure all’orientamento di movimenti e associazioni che si muovono in ambito locale, i quali scambiano con
Debitori a Voltaire per la tolleranza, debitori a Lutero per il non conformismo.