di Rocco Gumina “Prendete nelle vostre mani la vostra vita e vogliate decidere di farne un autentico e personale capolavoro”. Così Giovanni Paolo II si rivolgeva nel 1985 ai giovani genovesi. L’invito del Papa polacco, recentemente canonizzato, stimola il mondo giovanile alla responsabilità personale, ecclesiale e civile per rispondere alla chiamata alla santità proposta da Dio e pertanto per rendere l’esistenza un capolavoro. Tali parole hanno un oggettivo significato in ogni parte del globo sia nei Paesi dove il cattolicesimo è ampiamente diffuso e radicato, sia nelle terre destinate alla prima evangelizzazione. Tuttavia, in un territorio così ricco di problematiche sociali, politiche e ambientali – qual è il mezzogiorno italiano dove si trova la nostra Sicilia – questo invito mette chiaramente in risalto come il problema giovanile dell’assenza di formazione e preparazione umana, del lavoro, di una prospettiva credibile per progettare il futuro si leghi a filo doppio al
Debitori a Voltaire per la tolleranza, debitori a Lutero per il non conformismo.