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Visualizzazione dei post con l'etichetta storia dei dogmi

Va distinto il contenuto sempre valido dei dogmi dalla forma nella quale esso viene espresso

J.H. Newman ha elaborato una criteriologia dello sviluppo dei dogmi, che prepara e completa quanto abbiamo esposto. Essa può essere applicata proporzionalmente all’interpretazione dei dogmi più approfondita che li attualizza. Newman enumera sette principi, cioè i seguenti criteri: 1) Preservazione del tipo, cioè della forma fondamentale , delle proporzioni e dei rapporti tra le parti e il tutto. Quando la struttura d’insieme permane, pure il tipo è mantenuto, anche se certi concetti particolari cambiano. Ma tale struttura d’insieme può venire corrotta, anche nei casi in cui i concetti rimangono gli stessi, se essi sono inseriti in un contesto o in un sistema di coordinate totalmente diverso. 2) Continuità dei principi : le diverse dottrine ripresentano i princìpi più profondamente soggiacenti, anche se spesso potranno essere conosciuti solo più tardi. Una stessa dottrina, se è avulsa dal principio che la fonda, può essere interpretata in varie maniere e condurre a conclusioni opp

Non esiste alcuna verità della fede che sia stata ritenuta da tutti, sempre e ovunque allo stesso modo

 I tradizionalisti mostrano di ritenere che il contenuto della Tradizione consista in "dottrine" e "pratiche" che dovrebbero rimanere identiche lungo i secoli. Essi citano spesso la formula di un monaco del V secolo Vincenzo da Lérins (morto verso il 450) il quale ha indicato come criterio di cattolicità: «ciò che sempre, in ogni luogo e da tutti è stato creduto».Seguendo questo criterio Gherardini espone con chiarezza la revisione che si attendeva dalle autorità ecclesiali e alla quale cerca ora di supplire. Essa riguarda in particolare la Costituzione Pastorale, la Costituzione sulla Rivelazione,la Costituzione sulla Chiesa, le Dichiarazioni sull'Ecumenismo, sulle religioni non cristiane e sulla libertà religiosa.Non è possibile ora esaminare i diversi punti. Voglio solo mostrare l'incongruenza della continuità di credenze e di pratiche come criterio di cattolicità.

Crisi e futuro della Chiesa

Lectio Magistralis del card. Walter Kasper alla Accademia Cattolica di Brescia 1. Esperienze personali con la Chiesa Il tema che tratterò di seguito è: “Crisi e futuro della Chiesa”. Non me ne occupo solo da oggi con la Chiesa; questo tema mi interessa da quando posso pensare, e sono ormai più di 70 anni. Perciò desidero cominciare questa conferenza con delle note biografiche, per chiarire che quello della “Chiesa” non è per me un tema con cui abbia a che fare solo a livello accademico o per “dovere d’ufficio”. La Chiesa ha a che fare qualcosa con me, la mia vita e la mia esperienza di vita. Si tratta della mia Chiesa. Sono cresciuto prima e durante la Seconda Guerra Mondiale, nel periodo del nazismo e della guerra, quando la Chiesa, da noi in Germania, non se la passava bene. Il vescovo della nostra diocesi era stato cacciato dai nazisti. Nel campo di concentramento di Dachau c’era un grande blocco per i sacerdoti e, alla fine della guerra, molte chiese erano rid