di Simone Weil, Prologo ai Quaderni Entrò nella mia camera e disse: << Miserabile, che non comprendi nulla, che non sai nulla. Vieni con me e t’insegnerò cose che neppure sospetti>>. Lo seguii. Mi portò in una chiesa. Era nuova e brutta. Mi condusse di fronte all’altare e mi disse: <<Inginocchiati>>. Io gli dissi: << Non sono stato battezzato>>. Disse: << Cadi in ginocchio davanti a questo luogo con amore come davanti al luogo in cui esiste la verità>>. Obbedii. Mi fece uscire e salire fino a una mansarda da dove si vedeva attraverso la finestra aperta tutta la città, qualche impalcatura in legno, il fiume dove alcune imbarcazioni venivano scaricate. Nella stanza c’erano solo un tavolo e due sedie. Mi fece sedere. Eravamo soli. Parlò. Talvolta qualcuno entrava, si univa alla conversazione, poi se ne andava. Non era più inverno. Non era ancora primavera. I rami degli alberi erano nudi, senza gemme, in un’aria fredd
Debitori a Voltaire per la tolleranza, debitori a Lutero per il non conformismo.