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Le lettere dei Papi

di Lorenzo Banducci Dopo Papa Francesco è toccato a Joseph Ratzinger, già Papa Benedetto XVI, rispondere  agli stimoli di un non-credente sui temi della fede e, più nello specifico sulla figura di Gesù.

Lettera ad Adista sul "per molti" dell'istituzione dell'eucarestia

di don Enrico Chiavacci in “Adista” n 89 del 23 dicembre 2006 Per un ricordo riconoscente di Enrico Chiavacci. Il vescovo emerito di Roma Ratzinger, ai tempi in cui era impegnato su più fronti in una "controriforma" della riforma liturgica introdotta dal Concilio Vaticano II, aveva dato disposizioni, tramite il prefetto della Congregazione per il Culto divino, il card. Arinze, di cambiare la versione delle parole della consacrazione del calice, sostituendo il "per tutti" con "per molti", perché più aderente al testo latino del Missale Romanum. Così intervenne allora Enrico Chiavacci, con una lettera ad Adista, mostrando la sua sensibilità di parroco-pastore.

Evangelizzazione: la costituzione conciliare "Gaudium et spes" e Teilhard De Chardin

Di Rosino Gibellini Mezzo secolo fa, l’11 ottobre 1962, – dopo tre anni di laboriosa preparazione – iniziava la prima sessione del concilio Vaticano II, con un memorabile e coinvolgente discorso del papa Giovanni XXIII, Gaudet Mater Ecclesia– «La Santa Madre Chiesa gioisce» –, in cui dissentiva dai «profeti di sventura», e prospettava una chiesa che «vuole mostrarsi madre amorevole di tutti, benigna, paziente, piena di misericordia e di bontà». Nelle sue quattro sessioni (1962-1965) e con i suoi 16 documenti il Concilio ha operato una svolta dottrinale e pastorale, da una chiesa che si auto-definiva in termini giuridico-sociali di società gerarchicamente strutturata a una chiesa che, più biblicamente, si autocomprende come popolo di Dio e come comunione. Per l’ecclesiologia di comunione ogni membro è discepolo del Cristo, soggetto davanti a Dio, testimone del Vangelo.

L'individualismo conduce all'odio di sè

1. L'uomo creato a immagine e somiglianza di Dio (Gen. 1,26): egli è "capax Dei" e perciò sta sotto la protezione personale di Dio, è "sacro". "Chi sparge il sangue dell'uomo, dall'uomo il suo sangue sarà sparso, perché ad immagine di Dio Egli ha fatto l'uomo" (Gen. 9,6). 2. Tutti gli uomini sono un unico uomo, perché provenienti da un unico padre Adamo e da un'unica madre, Eva, "la madre di tutti i viventi" (Gen. 3,20). Questa unicità dell'essere umano, che implica l'uguaglianza, gli stessi diritti fondamentali per tutti, viene solennemente ripetuta e ri-inculcata dopo il diluvio. Ambedue gli aspetti, la dignità divina dell'essere umano e l'unicità della sua origine e del suo destino, trovano un sigillo definitivo nella figura del secondo Abramo, Cristo, il figlio di Dio è morto per tutti, per riunire tutti nella salvezza definitiva della filiazione divina. Questo annuncio biblico è la roccaforte del