Dopo Papa Francesco è toccato a Joseph Ratzinger, già Papa Benedetto XVI, rispondere agli stimoli di un non-credente sui temi della fede e, più nello specifico sulla figura di Gesù.
Affascinante e puntuale la risposta del teologo tedesco che mette spalle al muro lo scienziato ateo Odifreddi protagonista a
più riprese di uscite e di articoli poco consoni a una persona intelligente
come lui.
Anche per quanto riguarda questo testo, come ho già fatto nel caso della lettera di Papa Francesco a Eugenio Scalfari, cerco di non
entrare nel merito delle questioni sollevate da Ratzinger ma provo a spendere
qualche parola sul metodo condotto.
Innovativa sicuramente anche questa scelta dell’ex
Pontefice tedesco che sceglie di rivolgersi direttamente a una figura,
Odifreddi, che si è sempre mostrato poco interessato a costruire un dialogo che
fosse costruttivo con la religione e con i suoi rappresentanti. In un certo
senso, quindi, trovo più interessante la scelta di Benedetto XVI rispetto a
quella di Francesco, che aveva scelto di dialogare con Scalfari, persona
sicuramente con una sensibilità e un’attenzione diversa a quella dello
scienziato ateo sulle tematiche attinenti alla fede.
Con la scelta di Ratzinger la Chiesa compie un
ulteriore passo in avanti verso un’ apertura diretta al confronto con il mondo della
cultura e della scienza che hanno, nella loro storia recente, manifestato anche grandi
ostilità nei confronti dell’istituzione Vaticana.
Non sarà per il caso di mettere in pratica questa scelta
anche nelle nostre città e nelle nostre comunità? Perché non cominciare a indirizzare
le nostre associazioni che aggregano cristiani nei vari luoghi di vita e di
lavoro verso un fecondo dialogo con associazioni di non credenti? Vincere i
nostri timori reverenziali e uscire dai gusci, sempre più vuoti, delle nostre
comunità è la sfida che ci aspetta per evangelizzare il nostro Mondo negli anni
che ci sono stati dati. Ancora una volta emerge la presa di distanza da un
certo arroccamento, tipico di alcuni nostri fratelli. Tale arroccamento, spesso
giustificato con l’inutilità nel costruire un dialogo con chi è
non-convertibile, deve diventare un comportamento da superare proprio sull’esempio
di Francesco e Benedetto.
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