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Ascetismo come esplorazione di tutte le possibilità della carne

L'ascetismo medievale non va visto come radicato nel dualismo ,ossia nella percezione di contrapposizione radicale tra lo spirito e il corpo che,contrapponendosi al primo,lo imprigiona. Le stravaganti pratiche penitenziali fra il Due e il Quattrocento ,la ricerca del dolore e della pazienza,la pratica letterale dell'imitatio crucis sono innanzitutto tutt'altro che un tentativo di fuggire il corpo,non sono i prodotti di una epistemologia ,di una psicologia o di una teologia che ravvisi un'anima in lotta con il proprio principio opposto. Né si tratta,contrariamente a quanto spesso gli storici hanno sostenuto di una risposta fatta di negazione del mondo ,autofustigazione e decadenza espressa da una società devastata da pestilenze,carestie,eresie ,guerre e corruzione ecclesiastica.

Evangelizzazione: la costituzione conciliare "Gaudium et spes" e Teilhard De Chardin

Di Rosino Gibellini Mezzo secolo fa, l’11 ottobre 1962, – dopo tre anni di laboriosa preparazione – iniziava la prima sessione del concilio Vaticano II, con un memorabile e coinvolgente discorso del papa Giovanni XXIII, Gaudet Mater Ecclesia– «La Santa Madre Chiesa gioisce» –, in cui dissentiva dai «profeti di sventura», e prospettava una chiesa che «vuole mostrarsi madre amorevole di tutti, benigna, paziente, piena di misericordia e di bontà». Nelle sue quattro sessioni (1962-1965) e con i suoi 16 documenti il Concilio ha operato una svolta dottrinale e pastorale, da una chiesa che si auto-definiva in termini giuridico-sociali di società gerarchicamente strutturata a una chiesa che, più biblicamente, si autocomprende come popolo di Dio e come comunione. Per l’ecclesiologia di comunione ogni membro è discepolo del Cristo, soggetto davanti a Dio, testimone del Vangelo.