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L'ascetismo
tardo medievale fu invece uno sforzo per sondare e realizzare tutte
le possibilità della carne; fu un'espressione profonda della
dottrina dell'incarnazione: la dottrina secondo cui Cristo, facendosi
uomo, salva tutto ciò che rende umano l'essere. Esso prese corpo in
un mondo religioso il cui rituale fondante era la discesa di Dio nel
cibo in quanto macerazione della carne ed era compatibile con le
nuove concezioni filosofiche che collocavano la natura delle cose non
già nelle loro definizioni astratte ,bensì' nella loro materia
individuante o particolarità.
Cosi',Francesco
da Assisi quando diceva ai suoi discepoli che le flagellazioni sono
"la felicità perfetta",Beatrice di Ornacex che si
trafiggeva con i chiodi i palmi delle mani ,Dorotea di Montau e
Lukarda di Oberweimar che contorcevano i propri corpi nelle pantomime
straziate della crocifissione o ancora Serafina da San Gimignano che
veniva riverita in quanto paralizzata ,erano agli occhi dei loro
contemporanei figure non già deprimenti e orrende ,bensì gloriose.
Non era la loro ,una ribellione alla carne o un torturarne per
espiare la colpa ,quanto piuttosto un uso pieno di tutta la sua gamma
di possibilità sensuali e affettive per innalzarsi vie più a Dio.
Sacro convivio, sacro digiuno. Il significato religioso del cibo per le donne del Medioevo ,Caroline W. Bynum
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