Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta lumen gentium

Vaticano II: un concilio incompiuto?

di Jean Rigal in “vatican2milledouze.org” del 25 gennaio 2013 (traduzione: www.finesettimana.org) Il titolo è interrogativo. Eppure, che cosa c'è di più normale di un concilio incompiuto, se si considera che è, insieme, un punto di arrivo e un punto di partenza. Il Vaticano II resta incompiuto su due piani: rispetto al suo insegnamento e rispetto alla sua applicazione. 1. A proposito all'insegnamento del concilio. È risaputo che l'insegnamento del Vaticano II soffre di un problema di articolazione tra diverse componenti della struttura della Chiesa. Si pensi alla nozione di “popolo di Dio” e al suo rapporto con la Chiesa gerarchica, all'articolazione “primato-collegialità episcopale”, al rapporto tra Chiesa universale e Chiese locali, al posto dei “ministeri di laici” nella missione della Chiesa (cf. la costituzione Lumen Gentium).

Clero e laici: cinquant'anni di vita insieme

Continua da parte nostra la condivisione di articoli dal sito francese www.temoignagechretien.fr     del 14 ottobre 2012 (traduzione: www.finesettimana.org ). Oggi pubblichiamo un testo di Anna Soupa che traccia il cammino compiuto insieme dal clero e dai laici a partire dal Concilio fino ai giorni nostri.

Il concilio nelle vostre mani(Parte prima)

Cari amici, Giunti alla fine, dobbiamo cercare il segreto di questo Convegno. Perché un segreto c’è stato. Non alludo al segreto del suo successo, che più che un successo è stato un miracolo. Alludo al fatto che durante i nostri lavori c’è stato uno sconosciuto che sedeva nell’ultima fila; spesso era una sconosciuta. Voi forse non li avete visti, ma io, dovendo trarre le conclusioni di questa assemblea, ci ho fatto caso. Mi sono chiesto chi potevano essere questo sconosciuto, e questa sconosciuta, che erano là, e che ora, quasi a volerci precedere ai treni, se ne sono andati. E mi sono ricordato che alla fine del vangelo di Giovanni si parla di uno sconosciuto, di cui non si dice mai il nome, ma che è identificato come il discepolo che Gesù amava; e Gesù disse di lui che sarebbe rimasto, fino al suo ritorno. Gli apostoli non capirono, e pensarono che quel discepolo non sarebbe morto, ma Gesù non aveva detto che non sarebbe morto, aveva detto di volere che rimanesse fino a che eg

Crisi e futuro della Chiesa

Lectio Magistralis del card. Walter Kasper alla Accademia Cattolica di Brescia 1. Esperienze personali con la Chiesa Il tema che tratterò di seguito è: “Crisi e futuro della Chiesa”. Non me ne occupo solo da oggi con la Chiesa; questo tema mi interessa da quando posso pensare, e sono ormai più di 70 anni. Perciò desidero cominciare questa conferenza con delle note biografiche, per chiarire che quello della “Chiesa” non è per me un tema con cui abbia a che fare solo a livello accademico o per “dovere d’ufficio”. La Chiesa ha a che fare qualcosa con me, la mia vita e la mia esperienza di vita. Si tratta della mia Chiesa. Sono cresciuto prima e durante la Seconda Guerra Mondiale, nel periodo del nazismo e della guerra, quando la Chiesa, da noi in Germania, non se la passava bene. Il vescovo della nostra diocesi era stato cacciato dai nazisti. Nel campo di concentramento di Dachau c’era un grande blocco per i sacerdoti e, alla fine della guerra, molte chiese erano rid

Introduzione alla costituzione dogmatica "Lumen Gentium"

di Mario Iannuzziello LaCostituzione Conciliare Lumen Gentium già dal titolo presenta la Chiesa sotto una nuova luce: la Chiesa come Luce delle Genti. La Chiesa, infatti, è mistero , popolo di Dio , comunione : mistero perché la Chiesa è la comunità dell’amore divino, che appare “ un popolo radunato dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo ” (LG 4); Popolo di Dio perché la Chiesa procede dall’alto, dal disegno di Dio e questa definizione mette in risalto sia il carattere di mistero sia quello di soggetto storico , che in ogni circostanza la Chiesa concretizza in modo indivisibile; comunione , ex LG nn. 14-15, perché consiste nella partecipazione alla vita divina e quindi alla fraternità ne nasce.