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In attesa di un coraggioso riformatore

di Severino Dianich in “Corriere della Sera” del 1 marzo 2013 Attendiamo un papa che sia un coraggioso riformatore. Senza un cambiamento deciso di tanti aspetti della vita della Chiesa e delle sue istituzioni, la ripresa dell'evangelizzazione non può decollare, perché in molti Paesi della terra, paradossalmente, proprio certi aspetti del volto della Chiesa ostacolano quell'approccio simpatetico con il mondo, la reciproca stima, la disponibilità al dialogo, indispensabili per comunicare la fede agli uomini.

Per un rinnovamento del servizio papale nella Chiesa. I primi “cento giorni”

Gli atti iniziali di un nuovo pontificato rivestono un’importanza decisiva anche per tutto lo sviluppo successivo, perché costituiscono un indizio pubblico degli orientamenti del papa e della Chiesa, e soprattutto perché nelle prime settimane il nuovo eletto ha una freschezza interiore intatta e un prestigio non ancora mortificato dalla routine. È pertanto fondamentale che nei primi “cento giorni” emergano con chiarezza e vigore gli orientamenti-guida, che indichino coraggiosamente la fisionomia dominante del nuovo periodo di servizio petrino che si apre. 

Primato e infallibilità del Papa: la costituzione "Pastor Aeternus"(1870)

“ Non possiamo ignorare che moltissime funzioni, di fatto oggi esercitate dal Papa attraverso la sua curia, non discendono necessariamente dal dogma del primato. Bisognerebbe dare giudizi ben ponderati su ciascuna di esse, sul loro valore, sulla loro utilità e sulla loro opportunità. Ma è necessario un giudizio previo che riguardi il loro rapporto con il dogma della fede cattolica sul primato papale, in modo che là dove non si tratta dei costitutivi essenziali del primato stesso, il giudizio di opportunità tenga sommamente conto della possibilità che il ridimensionamento o la eliminazione di un certo compito oggi esercitato dal Papa renda più praticabile il cammino dell’unità. Una per tutte, si pensi alla prerogativa della nomina dei vescovi. Sembrerebbe quindi, dato il sommo bene dell’unità della Chiesa, che il papato limitasse le sue prerogative solo a quelle costitutive del senso stesso del primato così come esso è creduto nella fede cattolica. “(Don Severino Dianich ) Né il dog