Don Bruno Bignami, lei è autore di un saggio intitolato “Terra, aria, acqua e fuoco. Riscrivere l’etica ecologica”. Perché mai occorre riscriverla? In quel saggio tentavo di dire che siamo in una fase storica di passaggio, dove alcune cose che alcuni anni fa ritenevamo scontate oggi non lo sono più. In particolare mi riferivo al rapporto con i beni comuni, per cui terra, aria, acqua e fuoco dicono il rapporto umano con gli elementi essenziali per la vita. Abbiamo dato per scontato che fossero parti del diritto del vivere umano. In realtà oggi non è più così, perché la tentazione è quella di un’appropriazione continua di questi beni. Riscrivere l’etica ecologica riguarda non solo il rapporto che noi abbiamo con l’ambiente, ma pure il tema sociale del rapporto con l’umanità che si struttura nella gestione anche dei beni comuni. Da questo punto di vista occorre riscrivere l’etica ecologica, cioè allargare lo sguardo e partire dal nostro rapporto coi beni comuni: siamo capaci di ess
Debitori a Voltaire per la tolleranza, debitori a Lutero per il non conformismo.