La
misericordia e la compassione possono trovarsi in una persona in due
modi: primo, sotto la forma di passione; secondo, sotto la forma di
atto deliberato. Ora, nei beati non ci sarà alcuna passione nella
loro parte inferiore se non in seguito a una deliberazione della
ragione. Perciò in essi non ci sarà la compassione o la
misericordia se non sotto la forma di un atto deliberato della
ragione. E questa deliberazione nasce dal fatto che uno vuole
allontanare il male altrui: per cui non si ha compassione per quei
mali che secondo il giudizio della ragione non si vogliono
allontanare. Ora i peccatori, fino a che sono in questo mondo, sono
in una condizione tale da poter essere liberati dallo stato di
miseria e di peccato, senza pregiudizio della giustizia di Dio.
Perciò verso di essi può aver luogo la compassione dei beati: sia
sotto forma di deliberazione volontaria, come si dice che Dio, gli
angeli e i beati hanno compassione di essi volendo la loro salvezza;
sia sotto forma di passione, come hanno compassione di essi i buoni
nella vita presente. Ma nel loro stato futuro costoro non potranno
più essere liberati dalla loro miseria. Perciò secondo una
deliberazione retta non ci potrà essere compassione per le loro
sofferenze. Quindi i beati dopo la loro glorificazione non potranno
avere compassione alcuna per i dannati
[…]
Una
cosa può essere oggetto di godimento in due modi. Primo,
direttamente: quando cioè si gode di una cosa in quanto tale. E in
questo modo i santi non si rallegreranno delle sofferenze dei
peccatori. - Secondo, indirettamente, o per accIdens, cioè a motivo
di qualcosa di aggiunto. E in questo modo i santi godranno delle
sofferenze degli empi, considerando in essi l‘ordine della divina
giustizia e la propria liberazione, della quale godranno. E così la
divina giustizia e la propria liberazione saranno la causa del
godimento dei beati direttamente, mentre le sofferenze dei dannati lo
saranno indirettamente.
Tommaso D'Aquino, Summa Theologiae
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