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Che c’è dunque di comune fra Atene e Gerusalemme?

La superiorità del cristianesimo sulla filosofia Mi sembra di aver confutato tutti i capi d’accusa con i quali si vuole spargere il sangue cristiano. Ho spiegato il nostro modo di vivere, con le mie argomentazioni ho provato la verità della nostra dottrina basandomi sulla autorità e sulla vetustà della  Sacra Scrittura  e sul palese riconoscimento delle forze demoniache. Chi osasse controbattere i miei argomenti, si faccia pure avanti, ma non già con parole vane, sibbene nella stessa maniera con la quale ho tessuto la mia dimostrazione, fondandosi, cioè, sulla verità. Frattanto coloro che non credono, poiché non sanno come sfuggire alla bontà della nostra dottrina, la quale bontà si manifesta nella nostra maniera di vivere e nelle nostre relazioni con il prossimo, dicono che il cristianesimo non è ispirato da Dio, ma è semplicemente una filosofia, cioè affermano che la stessa innocenza, giustizia, pazienza, sobrietà e continenza sono cose insegnate e attuate dai filosofi.

L’Eucarestia in san Giustino martire

A nessun altro è lecito partecipare all’Eucaristia, se non a colui che crede essere vere le cose che insegniamo, e che sia stato purificato da quel lavacro istituito per la remissione dei peccati e la rigenerazione, e poi viva così come Cristo ha insegnato. Noi infatti crediamo che Gesù Cristo, nostro Salvatore, si è fatto uomo per l’intervento del Verbo di Dio. Si è fatto uomo di carne e sangue per la nostra salvezza. Così crediamo pure che quel cibo sul quale sono state rese grazie con le stesse parole pronunciate da lui, quel cibo che, trasformato, alimenta i nostri corpi e il nostro sangue, è la carne e il sangue di Gesù fatto uomo. 

Il Logos come musico: la metafora della creazione come un coro sinfonico

È lui, il Verbo santo del Padre, onnipotente ed assolutamente perfetto, che si estende su tutte le cose ed ovunque infonde la sua potenza, che illumina tutte le cose, visibili ed invisibili, contenendole e riunendole in lui. Egli non ne lascia alcuna al di fuori della sua potenza, ma vivifica e guarda tutte le cose, ciascuna isolatamente e tutto l'universo insieme. Egli mescola i principi di tutta la sostanza sensibile, il caldo e il freddo, l'umido e il secco, per farne un solo essere; egli impedisce loro di contrastarsi reciprocamente, facendone un accordo armonioso. Grazie a lui ed alla sua presenza, il fuoco non lotta contro il freddo, né l'umido contro il secco; al contrario, elementi di per sé stessi opposti, si riuniscono come amici e fratelli, donano la vita agli esseri visibili e sono per tutti i corpi i principi dell'esistenza.

Quanti più ne mietete, tanti più diventiamo. Seme è il sangue dei cristiani!

Non è soltanto la plebaglia cieca che gode dei supplizi ingiusti che ci sono inflitti, e che ci insulta. Persino tra di voi, magistrati, c'è chi cerca di guadagnarsi il favore popolare  con  tali  ingiustizie.  Se ne  gloriano,quasi  che  tutto  quanto voi potete contro di noi non dipenda dal nostro arbitrio. Certo sono cristiano, perché voglio esserlo. Tu condannerai me, se lo voglio io. Ma siccome il potere che hai  su di me non l'avresti se io non volessi, codesto potere  appartiene al mio volere e non al tuo potere. Quindi anche  il volgo inutilmente gode delle nostre vessazioni. Siamo noi  ad avere il diritto di trionfare, perché siamo noi che preferiamo essere condannati anziché separarci da Dio. I nostri  nemici dovrebbero, al contrario, piangere e non godere, dal  momento che noi otteniamo ciò che abbiamo scelto. Voi ci  trascinate davanti ai tribunali: qui ha luogo il nostro combattimento, nel quale lottiamo col rischio della vita per la  verità. E' vittoria

Inno in onore della martire Eulalia

La martire non risponde nulla, ma d’improvviso si slancia, sputa negli occhi del tiranno, poi manda gli idoli in frantumi, e calpesta la farina sacra contenuta nei turiboli. Immediatamente due carnefici dilaniano il suo petto di giunco, le infliggono due uncini di ferro nei fianchi virginei dilaniandola fino alle ossa, mentre Eulalia conta le sue ferite. «Ecco che tu scrivi su di me, o Signore: quanta gioia mi dà leggere questi segni che parlano delle tue vittorie, o Cristo! Anche il sangue di porpora che sgorga dal mio corpo proclama il tuo nome santo!». Così ella cantava, senza pianto né gemito, piena di gioia e di coraggio; l’anima sua non sente il terribile dolore e le membra inondate di sangue che sgorga senza posa lavano il suo corpo come a una calda sorgente. Ed ecco l’ultima tortura: non più lo squarcio lacerante fino alle ossa come un vomere nelle carni, ma da ogni parte le fiamme delle torce le avvolgono i fianchi ed il petto. La sua chioma profumata le si era r

La Conversione di Agostino:l'esperienza del "Tolle e legge"

11. 25. Ammalato nello spirito di questa malattia, mi tormentavo fra le accuse che mi rivolgevo da solo, assai più aspre del solito, e i rigiri e le convulsioni entro la mia catena, che ancora non si spezzava del tutto che sottile ormai mi teneva, ma pure mi teneva. Tu, Signore, non mi davi tregua nel mio segreto. Con severa misericordia raddoppiavi le sferzate del timore e del pudore, per impedire un nuovo rilassamento, che, invece di spezzare quel solo esiguo e tenue legame esistente ancora, l'avrebbe rinvigorito da capo, e stretto me più saldamente. Mi dicevo fra me e me: "Su, ora, ora è il momento di agire"; a parole ero ormai incamminato verso la decisione e stavo già quasi per agire, e non agivo. Non ricadevo però al punto di prima: mi fermavo vicinissimo e prendevo lena. Seguiva un altro tentativo uguale al precedente, ancora poco ed ero là, ancora poco e ormai toccavo, stringevo la meta. E non c'ero, non toccavo, non stringevo nulla. Esitavo a morire all

La fede non è una scelta

Cerchiamo di capire dunque in che consista la chiamata che crea gli eletti, i quali non sono eletti perché hanno creduto, ma sono eletti perché credano. Il Signore stesso ne svela assai bene la natura con le parole: Non siete voi che avete scelto me, ma io ho scelto voi . Infatti se fossero stati scelti perché avevano creduto, evidentemente sarebbero stati loro per primi a sceglierlo con il credere in lui, e così avrebbero meritato di essere scelti. Ma esclude completamente questa ipotesi chi dice: Non siete stati voi che avete scelto me, ma io ho scelto voi . Fuor d'ogni dubbio anch'essi lo hanno scelto, quando hanno creduto in lui. Quando dice: Non siete stati voi che avete scelto me, ma io ho scelto voi , questo solo ne è il significato: non sono stati loro a sceglierlo in modo da farsi scegliere da lui, ma fu lui che li scelse in maniera da farsi scegliere da loro. La sua misericordia infatti li prevenne , secondo la grazia, non secondo il debito. Egli li scelse dal m

Vivono nella loro patria, ma come forestieri.

V. 1. I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini. 2. Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale. 3. La loro dottrina non è nella scoperta del pensiero di uomini multiformi, né essi aderiscono ad una corrente filosofica umana, come fanno gli altri. 4. Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale. 5. Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera. 6. Si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati. 7. Mettono in comune la mensa, ma non il letto. 8. Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne. 9. Dimorano nella terra, ma hanno la loro citta