Non è soltanto la plebaglia cieca che gode dei supplizi ingiusti che ci sono inflitti, e che ci insulta. Persino tra di
voi, magistrati, c'è chi cerca di guadagnarsi il favore popolare con tali ingiustizie. Se ne gloriano,quasi che tutto quanto voi potete contro di noi non dipenda dal nostro arbitrio. Certo sono cristiano, perché voglio esserlo. Tu condannerai me, se lo voglio io. Ma siccome il potere che hai su di me non l'avresti se io non volessi, codesto potere appartiene al mio volere e non al tuo potere. Quindi anche il volgo inutilmente gode delle nostre vessazioni. Siamo noi ad avere il diritto di trionfare, perché siamo noi che preferiamo essere condannati anziché separarci da Dio. I nostri nemici dovrebbero, al contrario, piangere e non godere, dal momento che noi otteniamo ciò che abbiamo scelto. Voi ci trascinate davanti ai tribunali: qui ha luogo il nostro combattimento, nel quale lottiamo col rischio della vita per la verità. E' vittoria raggiungere gli scopi per cui si combatte: una vittoria che porta la gloria di piacere a Dio e la conquista della vita eterna. Siamo condotti al supplizio, è vero; ma quando abbiamo raggiunto il nostro scopo. Quindi, vinciamo, quando siamo uccisi; ci conducono alla morte, ma i nostri carnefici ci sentono sfuggire dalle loro mani.
(...)
O governatori egregi, e più egregi ancora nella stima del popolo se gli immolate dei cristiani; da bravi, torturateci, straziateci, condannateci, schiacciateci; prova dell'innocenza nostra è la vostra ingiustizia. Dio permette che siamo perseguitati. Ma a nulla serve qualsiasi più raffinata crudeltà vostra: piuttosto rende maggiormente attraente la nostra religione. Quanti più ne mietete, tanti più diventiamo. Seme è il sangue dei cristiani! Molti vostri scrittori esortano a sopportare il dolore e la morte, come Cicerone, Seneca, Diogene, Callinico; eppure i loro discorsi fanno meno discepoli che gli esempi dei cristiani. La nostra inflessibilità che voi tanto accusate fa da maestra. Chi difatti, dinanzi ad essa, non è incitato a domandarsi che cosa ci sia sotto? E chi, una volta che ha cercato, non aderisce, e una volta aderito, non desidera patire, per guadagnarsi tutta la grazia di Dio, e ottenere da lui, in cambio dell'offerta del proprio sangue un perdono completo? Che al martirio è concesso il perdono di tutte le colpe. Perciò vi ringraziamo delle sentenze pronunciate contro di noi. Siccome i giudizi di Dio sono diversi da quelli degli uomini, allorché ci condannate voi, ci assolve Iddio.
Tertulliano,Apologetico
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