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Sessualità e santità

di Michele Ginesio (da www.dimensionesperanza.it) Frugando nello scri­gno della Qabbalah, la mistica ebraica che ha avuto un'ef­fervescente fioritura nel Medioevo, si trova un gioiello prezioso: la Let­tera sulla santità. Si tratta d'una breve composizione letteraria, scritta in forma di lettera, sul tema dell'at­to sessuale coniugale. Nella Qabbalah non è pre­sente la visione negativa della sessualità, che aveva messo solide radici nel ra­zionalismo ebraico, ed era anche presente nell'am­biente cristiano medio­evale. In essa ricompare lo sguardo generalmente positivo proprio della vi­sione biblica, dove la di­mensione erotico-sessuale è profondamente ancorata alla dottrina della creazione compiuta da Dio, nella quale tutto è «buono». In quest'ottica l'unione fisi­ca sponsale riacquista la dignità e la purezza origi­naria.

Il Gesù storico è il Gesù halakhico

A partire dagli anni Settanta del secolo scorso, studiosi come Geza Vermes, James H. Charlesworth, E.P. Sanders e Jacob Neusner hanno fatto capire bene l’importanza cruciale di vedere Gesù all’interno e come parte del mondo vivo e vitale del giudaismo palestinese del I secolo. Sfortunatamente, la reazione di troppi accademici americani è stata un’adesione puramente formale. È sufficiente sfogliare le pagine dei molti libri su Gesù che racchiudono nel titolo la parola “ebreo” o la strombazzano nelle loro prefazioni per cogliere il divario fra la retorica e la realtà. Naturalmente, molti libri americani sul Gesù storico evitano ora le denigranti parodie della Torah o dei Farisei incorporate nei più vecchi tomi tedeschi. Al posto di tali parodie, si incontra uno spostamento d’accento politicamente corretto, dal Gesù che attacca la Legge, perlomeno nella sua interpretazione farisaica, al Gesù che attacca la gerarchia, il sacerdozio e il tempio – che ricevono il ruolo dei cattivi n...