di
Franco Banducci
Secondo Renzi: Cuperlo e Fassina hanno
un diverso grado di autorevolezza per esprimersi sul tema delle preferenze,
anche per questo dovrebbero essere introdotte.
Nell’ultima riunione della Direzione
nazionale del PD, Renzi, più o meno,
così si è espresso nei confronti di Cuperlo: “… proprio tu parli a favore delle
preferenze, . . . proprio tu che sei
stato eletto senza nemmeno passare attraverso la selezione delle primarie di
partito e sei diventato deputato perché
direttamente “paracadutato” nelle prime posizioni della lista dei
candidati! ”
La sera dopo alla trasmissione
televisiva di “Porta a Porta”, da Bruno Vespa, Renzi, più o meno, così si è
espresso nei confronti di Fassina, prima che ne venisse trasmessa una sua intervista: “Fassina…,
si lui è legittimato a parlare di preferenze perché è diventato deputato dopo
aver vinto le primarie ottenendo un gran numero di voti!”
Questo diverso modo di accogliere le critiche sul
tema delle preferenze da parte di due parlamentari ugualmente eletti, ma
individuati come candidati in maniera diversa, sta a significare che per Renzi
esista una discriminante tale da far si che l’uno (Fassina) abbia una
legittimità maggiore rispetto all’altro (Cuperlo) per affrontare questo
argomento. Ma se la teoria di Renzi ha
una sua validità, allora si potrebbe concludere che nell’attuale Parlamento,
essendo eletto con il sistema delle liste bloccate, esistono parlamentari che hanno maggior
autorevolezza rispetto ad altri, in quanto preventivamente selezionati da elezioni
primarie e pertanto in grado di far valere una sorta di investitura popolare che il resto dei
parlamentari non hanno. In sostanza quello che dice Renzi è vero: nel
Parlamento italiano esistono parlamentari che sono più parlamentari degli altri
e pertanto Fassina è più onorevole di Cuperlo, ma anche più di qualsiasi altro collega parlamentare che è
stato scelto dai vertici di partito e non con le primarie, come è avvenuto per
quasi tutti i membri dei Gruppi che risiedono in Parlamento.
Queste conclusioni che hanno origine
da argomentazioni prodotte dallo stesso Renzi, dovrebbero indurre lo stesso
Segretario del PD a riconsiderare attentamente la scelta delle “liste bloccate” (seppur corte), perché potrebbero essere sì il frutto di un passaggio selettivo attuato
con le primarie, ma anche il frutto di scelte
compiute nelle segrete stanze di partito. Pertanto, la proposta di riforma
elettorale, per altro valida in quasi tutti gli aspetti, potrebbe in questo modo produrre lo stesso
identico risultato di oggi: in cui si hanno
parlamentari egualmente eletti,
ma che godono di diverso grado di
autorevolezza e, come visto, di diverso diritto di tribuna: “ l’On. Fassina può
parlare, l’On. Cuperlo no!”
Adottare un sistema elettorale che
prevede la preferenza del candidato,
oltre a riconsegnare ai cittadini la possibilità di scegliere i propri
rappresentanti, significherebbe dare
quell’investitura popolare in modo equanime a tutti gli eletti che così potranno essere parimente
degni di ricoprire quell’importante ruolo che il voto popolare ha saputo
esprimere.
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