Siamo giunti al terzo numero della nostra
rivista e al primo del 2017: anche quest’anno saremo impegnati nella nostra
missione di discernimento critico della nostra epoca alla luce del Vangelo e
della razionalità umana, in spirito di fedeltà creativa alla Tradizione della
Chiesa e in ascolto dei segni dei tempi. Rendiamo grazie a Dio che ci ha dato
la forza e la perseveranza di continuare in questo servizio, nonostante gli
impegni e la difficoltà di far uscire la rivista; speriamo di poter continuare
ad offrire per molti altri numeri questa pubblicazione come luogo di
riflessione filosofica, politica, teologica, sociale e culturale.
La missione è quella di raccogliere i contributi di tutte le donne e gli uomini che si interrogano con spirito cristiano sugli angosciosi dilemmi della nostra epoca e tentano qualche modesta risposta: in questo numero, in particolare, abbiamo ascoltato alcune voci su tre scottanti temi quali il senso della genitorialità oggi, il futuro del progetto europeo e la commemorazione della Riforma protestante. I punti sono di stringente attualità ed è stato inevitabile che gli interventi fossero molto variegati, plurali e in alcuni casi anche molto lontani dalla sensibilità della redazione e di chi vi sta scrivendo. La caratteristica della nostra rivista è infatti la piena accettazione del pluralismo nella Chiesa e nella società: in una realtà ecclesiale e sociale, cosi lacerata da contrasti, Nipoti di Maritain si propone come porto franco in cui le posizioni più liberal e quelle più tradizionaliste possano incontrarsi, dialogare e arricchirsi a vicenda. Nessun sistema filosofico o teologico può pretendere infatti di cogliere compiutamente e definitivamente la realtà e non c’è errore così assurdo e irrazionale che non possegga qualche traccia di verità. Solo con il contributo di tutti, potremo lottare per una chiesa più giusta, più inclusiva, più eguale, più povera e più santa; solo con l’appoggio di tutte le esperienze potremo avanzare sulla via di una società di persone libere, uguali e unite da un sentimento di fraternità e solidarietà reciproca. Siamo quindi onorati (ed è per noi un piacere) di pubblicare gli articoli di chi accetta questo pluralismo e il metodo di ricerca condivisa della verità che abbiamo fatto nostro.
La missione è quella di raccogliere i contributi di tutte le donne e gli uomini che si interrogano con spirito cristiano sugli angosciosi dilemmi della nostra epoca e tentano qualche modesta risposta: in questo numero, in particolare, abbiamo ascoltato alcune voci su tre scottanti temi quali il senso della genitorialità oggi, il futuro del progetto europeo e la commemorazione della Riforma protestante. I punti sono di stringente attualità ed è stato inevitabile che gli interventi fossero molto variegati, plurali e in alcuni casi anche molto lontani dalla sensibilità della redazione e di chi vi sta scrivendo. La caratteristica della nostra rivista è infatti la piena accettazione del pluralismo nella Chiesa e nella società: in una realtà ecclesiale e sociale, cosi lacerata da contrasti, Nipoti di Maritain si propone come porto franco in cui le posizioni più liberal e quelle più tradizionaliste possano incontrarsi, dialogare e arricchirsi a vicenda. Nessun sistema filosofico o teologico può pretendere infatti di cogliere compiutamente e definitivamente la realtà e non c’è errore così assurdo e irrazionale che non possegga qualche traccia di verità. Solo con il contributo di tutti, potremo lottare per una chiesa più giusta, più inclusiva, più eguale, più povera e più santa; solo con l’appoggio di tutte le esperienze potremo avanzare sulla via di una società di persone libere, uguali e unite da un sentimento di fraternità e solidarietà reciproca. Siamo quindi onorati (ed è per noi un piacere) di pubblicare gli articoli di chi accetta questo pluralismo e il metodo di ricerca condivisa della verità che abbiamo fatto nostro.
Passiamo adesso a
delineare le tematiche che abbiamo accennato in precedenza e che costituiscono
il cuore della rivista, per quanto le rubriche spesso siano altrettanto
interessanti. Sul primo tema, ovvero: «Che cosa significa essere padri e madri
nell’epoca del trionfo della tecnologia procreativa e dell’inverno
demografico?» ci sono pervenuti quattro contributi che affrontano il problema
da prospettive e angolazioni diverse e complementari. Il tema è delicato e
affronta problemi che toccano in profondità sensibilità personali; mai come
oggi, la genitorialità è un tema oggetto di violenti dibattiti ideologici. Il
primo articolo di Davide Penna riflette sui vari modelli di paternità che
emergono dalle Scritture e sull’assenza della figura paterna nel nostro tempo
mentre il secondo del dottor Giuseppe Viola, di taglio più psicologico, è
possibilista su forme di famiglia non tradizionale pur mettendo in guardia dal
pericolo del narcisismo. L’intervento di Sara Mormile riflette invece sulla
dimensione sempre più virtuale e disincarnata delle relazioni mentre il mio
articolo tenta di delineare alcuni spunti per un’etica della procreazione non
terrorizzata dalla tecnica.
Solo tre risposte
sono arrivate al quesito sul futuro dell’Unione Europea. È un peccato visto la
centralità del tema nel dibattito pubblico. Il primo articolo, di Christian Polli,
sogna un’Europa unita dall’umanesimo di Erasmo; il secondo, di Daniele Laganà,
è espressione di un sincero europeismo, sia pure mosso da un deciso
conservatorismo cattolico; l’ultimo, di Giulio Saputo, rilancia il progetto di
una federazione europea. Gli articoli sembrano in alcuni casi mancare di
concretezza e di proposte tecniche, per quanto siano condivisibili le analisi
critiche del progetto di integrazione europeo. Ad ogni modo, l’unità europea
sarà un tema su cui avremo forse modo di tornare, in qualche forma, prima o poi
anche in considerazione del fatto che il progetto di una federazione europea
era un’ideale molto caro a Maritain.
Decisamente più ricca
è la sezione dedicata all’attualità della Riforma; va detto che ahimè due
articoli sembrano ignorare quasi completamente i grandi risultati del dialogo
fra cattolici e protestanti degli ultimi cinquant’anni, segno della testarda
resistenza di alcuni ambienti cattolici tradizionalisti alla sempre più forte
comunione e unità in Cristo fra protestanti e cattolici. Molto interessante
invece è la riflessione di Giuseppe Saggese che sottolinea la centralità di
temi come il Diavolo e l’Anticristo nella spiritualità di Lutero e che evidenza
la profonda religiosità orante del Riformatore. L’articolo di Andrea Bosio si
sofferma sul tema ecclesiologico della Ecclesia
semper reformanda, mentre Samuele Del Carlo rilegge le grandi affermazioni
della Riforma nella sua prospettiva valdese.
Sono inoltre degne di
considerazione anche l’intervista a Monsignor Buzzi, prefetto della Biblioteca
Ambrosiana – a cura di Christian Polli – sul tema ecumenico, le riflessioni del
nostro direttore Zygulski sul rapporto tra Maritain e Lutero e l’articolo di
Emanuele Pili che offre una lettura cristocentrica dell’Extra ecclesiam nulla salus, seguendo la lezione di Tommaso D’Aquino.
La tensione ecumenica della nostra rivista non sarà episodica, bensì una
costante di tutti i prossimi numeri: l’impegno ecclesiale non è infatti un
sezione particolare e occasionale della vita cristiana ma un metodo che
abbraccia e attraversa ogni disciplina teologica, ogni forma di devozione e
spiritualità.
A tal fine, ci impegniamo – nei limiti delle nostre possibilità – ad inserire come minimo un articolo scritto da un cristiano non cattolico in ogni uscita di Nipoti di Maritain: è importante che l’ecumenismo passi da passatempo di poche cerchie di intellettuali ad un impegno corale e costante di tutti i cristiani, sia come singoli, sia come chiese. Solo conoscendoci meglio, solo pregando assieme, solo testimoniando insieme al mondo la forza liberante della grazia, quella Amazing Grace che ha cambiato la vita di milioni di persone, al di là delle nostre dispute dottrinali (ormai limitate a questioni circoscritte della teologia dei sacramenti e dell’ecclesiologia) potremo progredire insieme e irresistibilmente, non per i nostri meriti ma in forza di un dono divino, verso una comunione e un’unità di menti, di cuori, di spiriti sempre più forte e irreversibile.
A tal fine, ci impegniamo – nei limiti delle nostre possibilità – ad inserire come minimo un articolo scritto da un cristiano non cattolico in ogni uscita di Nipoti di Maritain: è importante che l’ecumenismo passi da passatempo di poche cerchie di intellettuali ad un impegno corale e costante di tutti i cristiani, sia come singoli, sia come chiese. Solo conoscendoci meglio, solo pregando assieme, solo testimoniando insieme al mondo la forza liberante della grazia, quella Amazing Grace che ha cambiato la vita di milioni di persone, al di là delle nostre dispute dottrinali (ormai limitate a questioni circoscritte della teologia dei sacramenti e dell’ecclesiologia) potremo progredire insieme e irresistibilmente, non per i nostri meriti ma in forza di un dono divino, verso una comunione e un’unità di menti, di cuori, di spiriti sempre più forte e irreversibile.
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