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Visualizzazione dei post con l'etichetta jacques maritain

Forse giusta, ma mai santa: la guerra è profana

In risposta all’affermazione «la guerra nazionale spagnola è una guerra santa, e la più santa che la storia abbia mai conosciuto», Jacques Maritain nel 1937 ha prodotto uno scritto di altissimo valore morale e politico dal titolo “Sulla guerra santa”. In queste pagine il filosofo cattolico mette a fuoco la propria posizione di fronte al conflitto che stava interessando la Spagna. Dopo la vittoria elettorale del Fronte Popolare nel 1936, la rivolta militare organizzata in Marocco dal generale Francisco Franco aveva dato il via a una atroce guerra civile. L’affermazione iniziale, criticata da Maritain e pronunciata dai gesuiti spagnoli, risultava giustificata – secondo loro – affermando che in tale guerra fosse in gioco l’esistenza stessa d’ogni religione, naturale o positiva, e il fondamento naturale della società. La guerra civile spagnola veniva dunque definita dai mezzi di propaganda come una guerra “santa” . Come tale era combattuta anche da persone che dal resto d’Europa partivan

Nipoti di Maritain n. 05 è online!

Abbiamo pubblicato il  quinto numero  di Nipoti di Maritain.  L’ editoriale  del direttore Piotr Zygulski rivela una trama che attraversa i tre temi della pubblicazione: teologia queer , verità e ideologia , tradizione . Insomma, si cerca  una chiave per  poter pungolare la teologia, anche  in modo sfacciatamente  queer con  funzione anti-idolatrica,  senza tuttavia  sbandare dalla  verità cristiana.  Quando non si parlava di queer si parlava di eccedenza; gli amici musulmani preferiscono dire che Dio è il più grande e che quindi non si lascia mai completamente imbrigliare nei nostri schemi concettuali. E che quindi anche l'approccio queer deve aprirsi a sua volta alla sorpresa, a qualcosa che lo spiazzi per evitare che si possa tramutare in ideologia, quella che alcuni paventano come ideologia gender , spesso senza (far) capire che cosa  sia  precisamente.   Al contempo ricordiamo,  con S.Giovanni XXIII, che la tradizione  «è il progresso che è stato fatto  ieri, come il

Editoriale - Nipoti di Maritain 03

Siamo giunti al terzo numero della nostra rivista e al primo del 2017: anche quest’anno saremo impegnati nella nostra missione di discernimento critico della nostra epoca alla luce del Vangelo e della razionalità umana, in spirito di fedeltà creativa alla Tradizione della Chiesa e in ascolto dei segni dei tempi. Rendiamo grazie a Dio che ci ha dato la forza e la perseveranza di continuare in questo servizio, nonostante gli impegni e la difficoltà di far uscire la rivista; speriamo di poter continuare ad offrire per molti altri numeri questa pubblicazione come luogo di riflessione filosofica, politica, teologica, sociale e culturale.  La missione è quella di raccogliere i contributi di tutte le donne e gli uomini che si interrogano con spirito cristiano sugli angosciosi dilemmi della nostra epoca e tentano qualche modesta risposta: in questo numero, in particolare, abbiamo ascoltato alcune voci su tre scottanti temi quali il senso della genitorialità oggi, il futuro del progetto eu

Editoriale - Nipoti di Maritain 02

Nipoti di Maritain sta crescendo. Cresce l’interesse nei confronti della rivista, cresce il numero di collaboratori. Ho colto qualche reazione, implicita ed esplicita; mi rallegra il fatto che sia stata apprezzata l’impostazione “ecumenica” che abbiamo voluto dare, coinvolgendo autori con idee differenti, da quelle più conservatrici a quelle più riformistiche, per mostrare la vivacità dello Spirito che soffia all’interno della Chiesa, in mezzo ai battezzati e anche al di fuori.  Nipoti di Maritain sta crescendo. Cresce l’interesse nei confronti della rivista, cresce il numero di collaboratori. Ho colto qualche reazione, implicita ed esplicita; mi rallegra il fatto che sia stata apprezzata l’impostazione “ecumenica” che abbiamo voluto dare, coinvolgendo autori con idee differenti, da quelle più conservatrici a quelle più riformistiche, per mostrare la vivacità dello Spirito che soffia all’interno della Chiesa, in mezzo ai battezzati e anche al di fuori. Rispetto alla nostra pagina fa

Persona e comunione

Ma la persona umana è aperta anche verso le altre persone umane. Per il solo fatto che io sia una persona e che dica io a me stesso, chiedo di comunicare con l’altro e con gli altri nell’ordine dell’intelligenza e dell’amore. Per la personalità è essenziale tendere verso la comunione. Conviene insistere su questo punto che viene spesso trascurato, e cioè che la persona stessa chiede, in funzione della sua dignità come dei suoi bisogni, di essere membro di una società. Le società animali sono chiamate società o città solo in senso improprio. La società propriamente detta, la società umana, è una società di persone; se una città è degna del suo nome, si tratta di una città di persone umane.

Un anno da Nipoti

di Lorenzo Banducci Il 6 luglio 2012 passeggiavo per Pisa e, lo ammetto, avevo in testa tutto tranne che l’idea di creare un blog.

C’è ancora posto per i cattolici democratici?

di Rocco Gumina La recente rottura “a caldo” della fusione “a freddo” avvenuta nelle scorse politiche tra l’Unione di Centro guidata dall’evergreen Casini, buono per ogni stagione, e Mario Monti tecnico prestato alla politica per redimerla ma che adesso cerca espiazione da essa, ci può dare l’assist per l’avvio di una riflessione circa il destino attuale e futuro di quello che una volta veniva largamente inteso come “cattolicesimo democratico”. Infatti, nel contenitore UDC – Scelta Civica ormai scoppiato da più parti, vari sono stati i protagonisti da Olivero a Riccardi, da Buttiglione alla Binetti che in un modo o nell’altro si possono accostare - con le dovute differenze e qualità - alla storia politica cattolico - democratica. Questa - dai pionieri Murri e Toniolo, ai costituenti Dossetti e De Gasperi passando per Sturzo, La Pira, Lazzati, Fanfani e Moro - ha rappresentato per l’intera nazione italiana una risorsa in termini di progetti, di idee, di visione del mondo e di rap

I rabdomanti della politica

di Bruno Forte da “Il Sole 24 Ore” del 28 aprile 2013 Era il 28 aprile 1973, esattamente come oggi, quarant'anni fa. A Tolosa, in una delle baracche abitate allora dai Piccoli Fratelli di Gesù, cui aveva voluto unirsi dopo la morte dell'amatissima moglie Raïssa, Jacques Maritain - pensatore di fama mondiale - morirà povero, come aveva scelto di essere nel desiderio di imitare il più possibile il Signor Gesù, da lui seguito con intensissimo amore dal giorno del suo ingresso da adulto nella Chiesa cattolica.