Oggi è uscito finalmente il numero 7 della rivista Nipoti di Maritain. I temi di questo numero sono la menzogna, la crisi della democrazia e l'analfabetismo religioso.
Questo numero di Nipoti di Maritain si è fatto attendere, ne siamo consci e ce ne scusiamo. Ma ne è valsa la pena. Anzitutto perché il lavoro fatto è stato di ampio respiro, cercando di mantenere anche un filo rosso tra le tematiche. Il senso verso il quale ci muoviamo è da rinvenire nel tema della coscienza: essa è qui interpellata su più fronti, ed è interrogata tanto nel lettore, quanto nel soggetto – più in generale – che è invitato a prendere parte alla vicenda pienamente, con il suo agire storicamente situato e, come tale, tessitore della storia.
La coscienza non viene chiamata in campo come mera espressione di un pensiero acritico su una questione piuttosto che su un’altra, ma la scelta dei temi ivi presenti è stata operata perché essi conducano a una più genuina riflessione. Non vogliamo trattare una speculazione fine a se stessa. Nostro desiderio è piuttosto suscitare una vera e propria riflessione su di sé, affinché si possa uscire verso l’altro e lo si possa fare in modo nuovo.
L’uomo infatti non vive la sua vita pienamente isolato dal mondo che lo circonda: a meno che non compia una scelta deliberata in questo senso, di norma vive immerso in una rete di relazioni con l’altro da sé come uomo, animale, ambiente. Gli articoli di questo numero, già nella sezione del dibattito, indagano diversi fronti che nel quotidiano sottopongono ad un certo stress-test la coscienza del soggetto. Vengono messe in rilievo le modalità relazionali umane inquadrandole nel contesto della fandonia, entro la situazione critica della politica e nell’altrettanto difficoltoso terreno della pedagogia del religioso.
Tra le rubriche, segnaliamo l'intervista a Gioele Anni, uditore allo scorso Sinodo dei Giovani.
Questo numero di Nipoti di Maritain si è fatto attendere, ne siamo consci e ce ne scusiamo. Ma ne è valsa la pena. Anzitutto perché il lavoro fatto è stato di ampio respiro, cercando di mantenere anche un filo rosso tra le tematiche. Il senso verso il quale ci muoviamo è da rinvenire nel tema della coscienza: essa è qui interpellata su più fronti, ed è interrogata tanto nel lettore, quanto nel soggetto – più in generale – che è invitato a prendere parte alla vicenda pienamente, con il suo agire storicamente situato e, come tale, tessitore della storia.
La coscienza non viene chiamata in campo come mera espressione di un pensiero acritico su una questione piuttosto che su un’altra, ma la scelta dei temi ivi presenti è stata operata perché essi conducano a una più genuina riflessione. Non vogliamo trattare una speculazione fine a se stessa. Nostro desiderio è piuttosto suscitare una vera e propria riflessione su di sé, affinché si possa uscire verso l’altro e lo si possa fare in modo nuovo.
L’uomo infatti non vive la sua vita pienamente isolato dal mondo che lo circonda: a meno che non compia una scelta deliberata in questo senso, di norma vive immerso in una rete di relazioni con l’altro da sé come uomo, animale, ambiente. Gli articoli di questo numero, già nella sezione del dibattito, indagano diversi fronti che nel quotidiano sottopongono ad un certo stress-test la coscienza del soggetto. Vengono messe in rilievo le modalità relazionali umane inquadrandole nel contesto della fandonia, entro la situazione critica della politica e nell’altrettanto difficoltoso terreno della pedagogia del religioso.
Tra le rubriche, segnaliamo l'intervista a Gioele Anni, uditore allo scorso Sinodo dei Giovani.
Nipoti di Maritain 7 è gratuitamente disponibile sul portale online issuu: https://issuu.com/nipotidimaritain/docs/nipoti_07
Per leggere l'editoriale di Filomena Piccolantonio
(versione mobile): https://issuu.com/nipotidimaritain/docs/nipoti_07/s/93651
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