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Inos Biffi: Tommaso insegna a pensare la fede - INTERVISTA

Per l'ottavo numero della rivista Nipoti di Maritain il direttore Piotr Zygulski ha intervistato il teologo Inos Biffi (1934), professore emerito di Teologia sistematica e di Storia della teologia presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e incaricato delle stesse materie presso la Facoltà di Teologia di Lugano. Tra i massimi conoscitori del pensiero di San Tommaso d’Aquino, ha fondato e dirige l’Istituto di Storia della Teologia presso la Facoltà di Teologia di Lugano. È dottore honoris causa della Biblioteca Ambrosiana per la quale ha curato l’Opera omnia bilingue di sant’Ambrogio. Membro della Pontificia Accademia di San Tommaso d’Aquino, è presidente dell’Istituto per la Storia della Teologia Medievale di Milano da lui fondato. Dirige l’edizione bilingue delle Opere di sant’Anselmo d’Aosta e varie collane, come la “Biblioteca di Cultura Medievale” e “Eredità Medievale”. Ha ricevuto il premio Premio Benedetto XVI 2016 assegnato dalla Fondazione Ratzinger per lo

Come pensano gli angeli?

La stessa relazione che esiste tra le conclusioni e i principi quando l'intelletto si serve del raziocinio, esiste pure tra il predicato e il soggetto quando l'intelligenza formula giudizi affermativi e negativi. Se infatti l'intelletto intuisse subito nei principi la verità delle conclusioni, mai più intenderebbe servendosi del raziocinio. Così pure, se l'intelletto nell'apprendere la quiddità del soggetto vedesse subito tutte le cose che gli si possono attribuire o che gli si debbono negare, non intenderebbe certo formulando giudizi affermativi e negativi, ma solo conoscendo l'essenza.

La legge in Tommaso D'Aquino

Di Niccolò Bonetti In questo mio articolo vorrei tentare di illustrare la visione tommasiana della legge,che, pur essendo fondata in maniera metafisica,è bel lontana da essere una visione legalistica o assolutistica bensì è dinamicamente aperta alla contingenza storica con tutte le sue eccezioni e problematicità. Per Tommaso la legge è "una regola o misura dell‘agire, in quanto da essa uno viene spinto all‘azione o ne viene allontanato: legge infatti deriva da legare, poiché obbliga ad agire". Essa ordina la parte al tutto in ambito politico cioè il bene particolare al bene comune della comunità e solo al popolo o alla persona pubblica (eletta dal popolo) spetta ordinare la società al bene comune tramite la legge. Non a caso la persona privata,al contrario del magistrato non ha forza coercitiva e può solo ammonire e tentare di persuadere mentre tale forza è posseduta dal popolo o dalla persona pubblica, a cui spetta di infliggere la pena. Inoltre è evidente che la legge

Esiste una vendetta cristiana?

Pare che la vendetta non sia lecita. Infatti : 1. Chiunque usurpa un compito di Dio commette peccato. Ma la vendetta è un compito di Dio, secondo quel testo del Deuteronomio [32, 35]: « A me la vendetta e il castigo ». Quindi qualsiasi vendetta è illecita. 2. La persona di cui ci si vendica non è tollerata. Invece i malvagi vanno tollerati, poiché nel commentare il passo del Cantico [2, 2]: « Come un giglio tra le spine », la Glossa [ord.] afferma: « Non è veramente buono chi non è stato capace di sopportare i malvagi ». Quindi di costoro non ci si deve vendicare. 3. La vendetta si compie con dei castighi, i quali causano il timore servile. Ora, la nuova legge non è una legge di timore, ma di amore, come dice S. Agostino [Contra Adamant. 17]. Perciò almeno nel nuovo Testamento la vendetta non è lecita. 4. Si dice che si vendica colui che si rifà delle ingiurie subite. Ora, neppure al giudice è lecito punire quelli che lo offendono personalmente, stando alle parole del