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La coscienza nel magistero di John Henry Newman

Parlare di libertà di coscienza attraverso l’esamina della vita e degli scritti del cardinale inglese John Henry Newman (1801-1890) non è impresa facile a farsi. Non si può parlare di Newman senza far costante riferimento al valore fondamentale che lui attribuiva alla coscienza quale base naturale e religiosa per la concretizzazione delle opinioni personali dell’uomo, rendendo di fatto il prelato inglese uno dei massimi esponenti della cosiddetta filosofia dell’azione, come fu riconosciuto a suo tempo dai filosofi Nicola Abbagnano e Giovanni Reale. La produzione letteraria newmaniana, nella sua complessità, è intrisa di questa costante ricerca di sé stesso: il ricchissimo epistolario, i trattati apologetici, le opere filosofiche, i romanzi e, anche, gli articoli redatti da Newman trasudano di questo anelito di libertà e di autocoscienza che lo rendono, per molti aspetti, un “Agostino moderno”. Nella sua biografia apologetica, intitolata Apologia pro vita sua (1864), Newman esplica,

Nipoti di Maritain n. 07 è online!

Oggi è uscito finalmente il numero 7  della rivista Nipoti di Maritain. I temi di questo numero sono la menzogna , la crisi della democrazia e l' analfabetismo religioso .  Questo numero di Nipoti di  Maritain si è fatto attendere, ne  siamo consci e ce ne scusiamo.  Ma ne è valsa la pena. Anzitutto  perché il lavoro fatto è stato  di ampio respiro, cercando di  mantenere anche un filo rosso  tra le tematiche. Il senso verso il  quale ci muoviamo è da rinvenire  nel tema della coscienza: essa è  qui interpellata su più fronti, ed  è interrogata tanto nel lettore,  quanto nel soggetto – più in  generale – che è invitato a prendere  parte alla vicenda pienamente,  con il suo agire storicamente  situato e, come tale, tessitore della  storia. La coscienza non viene chiamata  in campo come mera espressione  di un pensiero acritico su una  questione piuttosto che su  un’altra, ma la scelta dei temi ivi  presenti è stata operata perché  essi conducano a una più genuina  riflessione

Bruno Bignami e l’ecologia integrale relazionale

Don Bruno Bignami, lei è autore di un saggio intitolato “Terra, aria, acqua e fuoco. Riscrivere l’etica ecologica”. Perché mai occorre riscriverla? In quel saggio tentavo di dire che siamo in una fase storica di passaggio, dove alcune cose che alcuni anni fa ritenevamo scontate oggi non lo sono più. In particolare mi riferivo al rapporto con i beni comuni, per cui terra, aria, acqua e fuoco dicono il rapporto umano con gli elementi essenziali per la vita. Abbiamo dato per scontato che fossero parti del diritto del vivere umano. In realtà oggi non è più così, perché la tentazione è quella di un’appropriazione continua di questi beni. Riscrivere l’etica ecologica riguarda non solo il rapporto che noi abbiamo con l’ambiente, ma pure il tema sociale del rapporto con l’umanità che si struttura nella gestione anche dei beni comuni. Da questo punto di vista occorre riscrivere l’etica ecologica, cioè allargare lo sguardo e partire dal nostro rapporto coi beni comuni: siamo capaci di ess

Il noviziato Agesci: tempo e idea tra scoutismo e Chiesa

C’è un momento strano nel cammino scout Agesci ed è quello del noviziato: sì, il nome riprende proprio il linguaggio monastico; sì, l’ispirazione è proprio quella; sì, è un periodo di introduzione e studio.  Si tratta del primo momento nella branca rover e scolte, i più grandi nel nostro scoutismo: dura un anno. Di noviziato in Agesci si parla  –  e si sparla  –  in continuazione, non c’è un tema altrettanto trattato e maltrattato, anche nella prassi.È speciale e irrinunciabile e può essere una fonte di riflessione importante anche al di fuori dell’associazione. Cercherò ora di dare a questa riflessione un taglio ecclesiale, per plasmare un avvio di confronto su temi scoutisticamente ed ecclesialmente poco trattati. Il noviziato è un tempo e come tutti i tempi è prezioso. Lo è il nostro, figuriamoci quello dei ragazzi. Con un po’ di ironia, potremmo dire che l’importanza del tempo l’ha capita anche il Papa: in Evangelii Gaudium Francesco scrive che «il tempo è superiore allo

Settimana ecumenica 2019 - Padre Grigorios Nanakoudis: Mc 16,14-15

Commento de l  Molto Reverendo Archimandrita padre  Grigorios Nanakoudis , parroco del duomo di Spetses e predicatore della Metropolìa di Hydra (Grecia) della Chiesa greco-ortodossa del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli Sono grato di partecipare con questo piccolo testo alla Settimana ecumenica 2019. Mi è stato chiesto di commentare Marco 16,14-15, che si riferisce ad un’altra apparizione di Nostro Signore ai Suoi discepoli dopo la Sua Risurrezione. In particolare, dopo la presenza dell'Angelo alle Mirofore e del Signore stesso a Maria Maddalena, esse si precipitarono ad annunciare il fatto della resurrezione «di nascosto, per timore dei Giudei» (Gv 18,38) ai discepoli. Ma non credevano; a loro sembrava «un vaneggiamento» (Lc 24,11) quello che le donne avevano raccontato. Il testo che commento è seguito dalla Sua apparizione ai discepoli mentre stavano cenando. Cercheremo di avvicinarci ad alcune parole nel testo.  1. « Incredulità »: in tutto il Vangelo,

Commento al Vangelo 25 novembre 2018 - Cristo Re: Gv 18,33-37

Il quarto vangelo coglie l’occasione del colloquio tra Gesù e Pilato - che nessuno probabilmente udì - per coinvolgerci in un confronto sulla regalità di Cristo. Da un lato, la prospettiva imperiale: il “re dei giudei” crea problemi politici. Ma il pericoloso rivoluzionario è proprio quell’uomo consegnatogli dai giudei? Il governatore Pilato, che giudeo non vuol essere, ne dubita: «Tu, indifeso persino dai tuoi amici, proprio tu saresti il re dei giudei? Cosa avresti fatto? Ci sono davvero delle prove credibili contro di te?». Non ci crede. Gesù, insomma, non gli pare affatto un pretendente al trono. Dall’altro lato, Gesù domanda chi gli ha suggerito che lui sarebbe sovrano. Lo Spirito di Dio o l’Accusatore? Entrambi lo sanno! I Romani che temono una congiura contro Cesare o i sommi sacerdoti che temono il Messia che renderà vano il loro ruolo? I primi stiano tranquilli, gli altri un po’ meno... Gesù dice che il suo regno non è un regno come gli altri che si estendono geogr

Fede e storia

La crisi dell'elaborato a tema storico negli esami di stato che concludono gli studi superiori è un sintomo importante, che porta a un dibattito non nuovo: questa crisi non nasce oggi o ieri, ma se ne dibatte - spesso senza consapevolezza - da parecchi anni.   Scelto da meno del 2% degli studenti, probabilmente sparirà con la prossima riforma dell'esame: un modo celere per cancellare il problema e, allo stesso modo, per non doversi impegnare nella ricerca di altre vie.  La soluzione del Ministero è un po' come quella del medico che nasconde il sintomo e si disinteressa della malattia: perché togliere il tema che interessa meno, non risolve il nodo del disinteresse - e dell'ignoranza - degli studenti e dei cittadini nel campo storico. Se servissero riprove di questa ignoranza, credo sia sufficiente raccoglierle ascoltando un po' di dibattiti in giro o leggendo i commenti sui social network. Il problema non è sapere chi è stato incoronato la notte di Natale de