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Editoriale - Nipoti di Maritain 01/2016

Nipoti di Maritain ha assunto una nuova forma. La pagina facebook e il blog fondati da Niccolò Bonetti e da Lorenzo Banducci, che dal 2012 quotidianamente offrono riflessioni e provocazioni su tematiche di attualità ecclesiastica, politica e sociale, adesso sono affiancati da questo nuovo spazio.

indice rivista nipoti 01/2016
Forse potrà evitare che le migliori considerazioni si disperdano nel flusso continuo di informazioni cui siamo esposti nel web e soprattutto nei social network, tuttavia senza fossilizzare alcunché. Anzi, vogliamo conservare ciò che contraddistingue i Nipoti di Maritain, ossia un dibattito plurale, aperto alla partecipazione di tutti, in cui siano di casa posizioni differenti. Tutto ciò ha riscosso un buon livello di interesse e di coinvolgimento, certamente più su alcuni temi che non su altri, ma comunque mantenendo un progetto duraturo nel tempo e contribuendo a divulgare discussioni teologiche ad un pubblico relativamente esteso. Lo abbiamo fatto cercando di essere non solo il sale della terra, ma anche il pepe. Ed è nostra intenzione preservare tale peculiarità anche all’interno di questa nuova pubblicazione, sperando di vincere quei timori e quelle timidezze che le reti sociali digitali ci hanno abituato a superare.
Non vogliamo infatti essere una rivista accademica, dal momento che queste spesso si chiudono nell’autoreferenzialità, ma neppure un portale informativo, perché ce ne sono già molti disponibili online in grado di fornire qualsiasi tipo di notizia con la tempestività di pochi secondi. Se ci mettessimo a “competere” con loro, non ci sarebbe storia. Proponiamo invece qualche riga in più per poter sviluppare quelle riflessioni che non possono essere articolate in un commento di un post su facebook, né tantomeno nei laconici 140 caratteri che mette a disposizione twitter. La scommessa è quella di poter mantenere vivo il medesimo spirito critico e di confronto, magari giungendo a qualche conclusione su ciò che ci accomuna, superando insieme le sorde contrapposizioni, che in genere si consumano nelle cose accidentali considerate erroneamente come essenziali; qualora riuscissimo a far risplendere Dio Trinità – che è relazione di amore – al centro del nostro cuore, l’ordinamento delle priorità verrebbe da sé.
Ogni numero, come potete leggere nell’indice, si articola in due sezioni. La prima, quella maggiormente dialogica, intende lanciare tre quesiti di differenti ambiti (etico/morale, politico/sociale, pastorale/ecclesiale) cui tutti sono chiamati ad offrire il proprio punto di vista. La seconda, invece, permetterà di esaminare alcuni argomenti in rubriche tematiche, oltre a recensioni e interviste.
Gli spunti non mancano. In questa prima uscita si parla innanzitutto delle “unioni civili” recentemente approvate dal Parlamento italiano, ma – perlomeno nella formulazione del nostro quesito – con una particolare attenzione alle conseguenze nella vita quotidiana. Vorremmo evitare ragionamenti astratti, sui massimi sistemi, che tendono a generare intransigenze che dal punto di vista spirituale potrebbero rivelarsi assai più sterili della supposta non-fecondità delle relazioni omosessuali. È evidente come il tema sia ancora arroventato, tuttavia le esperienze dirette, se depurate da qualsivoglia desiderio di vendetta per i torti subiti a livello personale, possono sicuramente gettare un ponte tra le reciproche ostilità. Cogliamo l’occasione per abbracciare Filippo, Mario, Roberto e tutti coloro che hanno commentato brevemente la nostra provocazione perché coinvolti direttamente dalla materia, ma che per i più svariati motivi non se la sono sentita di inviarci un contributo più articolato: Cristo sia sempre presente nei loro affetti. Senza ignorare le divergenze di partenza – anzi, dopo esserci immersi in esse in modo viscerale, come vedrete – l’atteggiamento risorgente prospettato da Gabriele Cossovich sembra essere quello più confacente al nostro sentire cristiano: la bellezza non è possibile comandarla ed imporla. La bellezza risplende, si propone, ma poi sta alla ineludibile libertà dell'altro riconoscerla ed accoglierla.
In seguito è stata affrontata la Riforma costituzionale: anche qui preferiamo ragionare, concretamente, sulle eventuali ripercussioni nella partecipazione del popolo italiano alla vita pubblica. Altro grande tema è l’Amoris Laetitia che conclude il percorso sinodale degli ultimi due anni sulla famiglia. In questo testo, tra le altre cose, Papa Francesco incoraggia la «maturazione di una coscienza illuminata, formata e accompagnata dal discernimento responsabile e serio del Pastore» (§ 303), ma ciò è stato visto impropriamente da alcuni come un avallo al soggettivismo morale.
Nella seconda sezione della nostra pubblicazione, la stessa esortazione apostolica di Papa Francesco è occasione per un’intervista al teologo Andrea Grillo, per un approfondimento con l’apocrifo Vangelo armeno dell’infanzia di Gesù e per una “liturgia del quotidiano” offerta da Stefano Sodaro, che ha dipinto la “matrimonialità” del mistero trinitario e l’apertura all’alterità che da esso sgorga copiosa.
Ci rivolgiamo ai catechisti e agli insegnanti, che potrebbero anche trovare ispirazione per possibili incontri, discussioni o lezioni; ci rivolgiamo anche ai pastori, alle persone impegnate in parrocchia e nei movimenti ecclesiali e a tutti coloro che desiderino formare in modo retto la propria coscienza, per poterla esercitare liberalmente. In sintonia con questa finalità, abbiamo incluso un “elogio dell’eresia” che ci motiva a confrontarci con essa, per accoglierne quella parte di verità nascosta, che chiede di essere ascoltata. Era inevitabile una considerazione su Jacques Maritain – nel cui intento, “debitori a Voltaire per la tolleranza e debitori a Lutero per il non conformismo”, ci riconosciamo pienamente – a proposito della stampa cattolica.
Spazio anche alla Dottrina Sociale della Chiesa, con la sfida della complessità che può essere affrontata non cedendo a “ideologie dell’Unico” né rifugiandosi in “luoghi comuni” – siano essi “buonisti” o “antibuonisti” – bensì riscoprendo il significato del concetto di sussidiarietà, svincolandolo dall’abbraccio di chi pensa sia un sinonimo di deregolamentazione dei mercati. Infine, chiude questo numero una recensione al “Vangelo del povero peccatore” scritto due secoli fa da Wilhelm Weitling e recentemente pubblicato in italiano, spunto per scoprire un volto nuovo di Gesù, per interrogarci sulle diseguaglianze sociali di ieri e di oggi e per comprendere quanto sia radicale il contributo che il cristianesimo può dare in vista di una società più giusta.
Lo confessiamo: questa pubblicazione è una grande scommessa. Con il tempo sottratto a tante altre cose, con le poche forze che abbiamo, con le tasche assolutamente vuote – ma animati dallo Spirito – prendiamo il largo.

(Piotr Zygulski, Nipoti di Maritain 01/2016, pp. 6-8)

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