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Il miglior frutto di questa crisi: l'illusione dell'autonomia

di Emanuele Macca Siamo travolti da un'ondata di crisi economica che ha il suo epicentro in quella del sistema finanziario. Essa come un'onda tellurica si è espansa gradualmente ma senza sosta fin nelle nostre case e in particolare nelle quarte settimane delle famiglie del ceto medio. Coloro che mai avrebbero immaginato di dover chiedere aiuto e sostegno ai Centri d'Ascolto delle Caritas e ai Servizi Sociali del Comune di residenza, coloro che compiono gesti di violenza contro se stessi o coinvolgendo terzi sono il segnale tangibile di una crisi sociale che è anche una crisi umana e della persona in quanto tale.

Introduzione al pensiero teologico di K.Rahner

1. L'orizzonte filosofico di K.Rahner Il pensiero filosofico di K.Rahner è caratterizzato da un dialogo tra la metafisica dell'essere di S.Tommaso e le istanze storico-esistenziali di Heidegger. Per poter conciliare questi due orizzonti filosofici Rahner si è servito del metodo trascendentale di I.Kant nella versione tomistica del gesuita J.Maréchal (1878-1944). Accettando la Critica kantiana, per cui si dà conoscenza oggettiva a partire dall'a-priori, Maréchal identifica questo elemento non tanto con le categorie e in definitiva con l'Io-penso, ma con l'apertura trascendentale dell'intelletto umano all'Essere. La teologia medioevale chiamava questa apertura antropologica verso Dio desiderium naturale vedendi Deum oppure potentia oboedientialis . Questa ristrutturazione della conoscenza a partire dal soggetto conoscente viene chiamata da K.Rahner svolta antropologica . Tale svolta non rappresenta una scelta arbitraria all'interno

Pentecoste. Festa della discesa del Santo Spirito

di Alexander Schmemman da Celebration of Faith. Sermons , Vol. 2 "The Church Year”, 1994 La festa della discesa del Santo Spirito”. Pronuncio queste parole che conosco sin dalla mia infanzia e mentre le pronuncio mi colpiscono come se le sentissi per la prima volta. Sì, sin dal tempo in cui ero bambino ho saputo che 10 giorni dopo l’Ascensione, cioè 50 giorni dopo Pasqua, i Cristiani, da tempi immemorabili, celebravano e continuano a celebrare la discesa del Santo Spirito durante una festa conosciuta col suo nome ecclesiale come Pentecoste o, più comunemente, come “Trinità”, il giorno della Trinità.

Gilbert Keith Chesterton. L'avventura umana e letteraria di un Uomo Vivo

di Fabrizio Saracino Vi presentiamo oggi la relazione introduttiva di Fabrizio Saracino per un convegno, tenutosi a Perugia e organizzato dalla FUCI locale, su Gilbert Keith Chesterton .  Il Gruppo FUCI “Giuseppe Toniolo” in occasione dell’Anno della Fede ha deciso di affrontare un percorso tematico alla riscoperta di alcune importanti figure del laicato cattolico, dedicando in maniera particolare un incontro pubblico sulla figura di Gilbert Keith Chesterton. Ora alcuni di voi si staranno chiedendo: perché un incontro proprio su Chesterton? Questa mia breve introduzione avrà come scopo quello di cercare di rispondere a questa domanda.

La trasgressione rafforza la repressione

Certamente,uno ha il diritto di mettere in pratica la non repressività anche all'interno della società conformistica: dalle stravaganze nell'abbigliamento agli espedienti più folli della vita diurna e notturna. Ma nella società costituita ,questo genere di proteste si muta in uno strumento di stabilizzazione e perfino di conformismo ,poichè non solo lascia intatte le radici del male ,ma anche testimonia a favore dell'esistenza di una libertà all'interno della repressione generale. E' certamente un bene che queste libertà del privato siano ancora praticate e praticabili ma la generale assenza di libertà conferisce loro un significato regressivo. Un tempo questi sfoghi individuali della repressione erano un privilegio esclusivo di una limitata classe alta ,mentre in condizioni eccezionali venivano concessi anche agli strati meno privilegiati della popolazione. In contrasto a ciò,la civiltà industriale avanzata democratizza le autorizzazioni allo s

Non sono guarito, non guarirò nemmeno

Non sono saggio e anzi, per alimentare la tua malevolenza, nemmeno lo sarò. Pretendi dunque da me non che io sia pari ai migliori, ma migliore tra i cattivi: mi basta questo, limitare qualcuno tra i miei difetti e disapprovare i miei errori. Non sono guarito, non guarirò nemmeno; preparo più i calmanti che le medicine per la mia gotta, mi accontento se mi attacca abbastanza raramente e se dà meno spasmi: se mi paragonate alle vostre gambe, sono un corridore scarso. “ Parli in un modo – dici – vivi in un altro” . Di questo, menti malignissime e nemicissime di chi è migliore, è stato accusato Platone, è stato accusato Epicuro, è stato accusato Zenone; ma tutti costoro dicevano non come loro vivessero, ma come loro avrebbero dovuto vivere. Parlo della virtù, non di me, e quando me la prendo con i vizi lo faccio soprattutto con i miei: quando potrò, vivrò come si deve. Ma quella vostra acredine grondante di molto veleno non mi distoglierà dai migliori; e nemmeno quel vostr

Guerre giuste e ingiuste

Professor Walzer, il dibattito sulla guerra giusta affonda le proprie radici nei classici della filosofia morale e politica. Può descriverci a grandi linee la concezione classica della guerra giusta?  La riflessione sulla guerra giusta, ripresa negli Stati Uniti in occasione della guerra nel Vietnam, risale a molto tempo addietro ed appare in forme e linguaggi differenti in ogni cultura complessa. La concezione classica è quella cattolica medioevale originatasi dalla cosiddetta «teologia morale» . Essa si indirizza all'esperienza di coloro che, essendo impegnati nella guerra in qualità di leader politici o di soldati, sono costretti a prendere continuamente delle decisioni e a cercare una auto-giustificazione morale. Nessun leader politico, infatti, può mandare dei giovani ad uccidere ed essere uccisi, senza fornire loro delle ragioni morali, senza assicurarli che agiscono per una giusta causa . Queste argomentazioni, che potranno forse apparire ipocrite, si fondano

Sulla marcia per la Vita

di Niccolò Bonetti Sulla civiltà occidentale spira, da diversi decenni un'aria di morte: l'aborto si è ormai affermato come diritto inviolabile della persona in quasi tutti i paesi occidentali (il mito crudele dell'autodeterminazione) mentre sta prendendo sempre più piede la depenalizzazione dell'eutanasia , fatto che mostra chiaramente quanto la sofferenza sia stata privata di ogni valore salvifico e umanizzante e quanto si stia affermando sempre di più una visione individualistica e libertaria della morte. Il cristiano non può accettare questa eclissi dell'inviolabile diritto alla vita, non può accettare né può in alcun modo essere partecipe del grave smarrimento valoriale che in questo ambito ha colpito l'Occidente.

Pena di morte attiva in 21 paesi

di Sabrina Magnani in “Settimana” n. 17 del 28 aprile 2013 La notizia buona è che è in costante diminuzione, quella meno buona è che la si è registrata in paesi che da tempo non ne facevano ricorso: la pena di morte è sempre più osteggiata nel mondo, confermando la tendenza a una sua drastica diminuzione ma, al tempo stesso, presenta una ripresa in paesi che parevano averla dimenticata. È quanto emerge dal Rapporto annuale sulla pena di morte elaborato da Amnesty International e presentato a Roma il 10 aprile, che analizza il ricorso alla massima pena capitale paese per paese, contestualizzandolo nell’ambito del più ampio discorso dei diritti umani. Nel corso del 2012 ci sono state esecuzioni in 21 paesi, lo stesso numero dell’anno precedente ma meno rispetto a dieci anni fa, quando erano 28. Le pene capitali eseguite di cui l’associazione è venuta a conoscenza sono state 682, all’incirca le stesse dell’anno precedente, mentre 1.722 sono state le sentenze capitali

Valori non negoziabili e valori di "serie B": la questione ungherese

di Lorenzo Banducci Mi ha fatto molto riflettere il dibattito che si è manifestato negli ultimi mesi sulla promulgazione, avvenuta nel marzo scorso, da parte del parlamento ungherese di una nuova Costituzione.