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Commento al vangelo 18 e 19 giugno 2018: Mt 5,38-42 e Mt 5,43-48



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Di fronte all'ingiustizia, dilagante anche ai nostri giorni come ai tempi di Gesù, è bene provare un po' di sana ira finalizzata a ripristinare la Giustizia. La legge del taglione – occhio per occhio, dente per dente – poneva un freno allo scatenarsi esteriore di questa ira: era una legge di civiltà, che evitava faide, stragi, ripicche sregolate; la pena risultava così definita, limitata, proporzionale all'offesa subita. Eppure per alcune cose rimaneva troppo dura, e per certi reati fu sostituita da delle multe più umane.
Dopo la proibizione della maldicenza, del desiderio di possesso, e soprattutto del divorzio e del giuramento, il vangelo di lunedì 18 giugno 2018 introduce la quinta delle sei antitesi che Matteo – amante dei contrasti – mette in bocca a Gesù: «Ma io vi dico di non opporvi al malvagio». È un modo di esprimere le cose tipico dell'ambiente ebraico, come «misericordia e non sacrificio», nel senso che un sacrificio senza misericordia non è gradito a Dio: la misericordia completa il sacrificio. E, in questo caso, nuovamente: non ci chiede tanto di reprimere le emozioni di ira che è spontaneo provare nell'ingiustizia, ma di intraprendere azioni positive per esercitare una giustizia più piena, senza dover ricorrere continuamente per vie legali nei tribunali: lì, evitate di contrapporvi al nemico, ma trovate una soluzione bella e umana.
Il «non rendere male per male» è attestato in varie lettere del Nuovo Testamento e in scritti stoici, che invitano al distacco morale dalle cose umane e dai sentimenti più bassi che disturbano la pace dello spirito; con qualche venatura di interesse personale o di superiorità morale, quindi, nonostante la possibilità di cercare il bene altrui per farcelo amico. Il vangelo comunque non ci presenta un modello di non-ritorsione, ma di azioni sorprendenti, positive, che eccedono di gran lunga quel che è richiesto: porgere l'altra guancia, donare anche il mantello che ti spetterebbe la notte quando ti pignorano i vestiti, raddoppiare la distanza che ti costringono a fare i Romani e non solo evitare di prestare a interesse, ma piuttosto donare con spirito generoso. Se sei nudo, non hai più nulla da perdere, neppure il tuo orgoglio: trova un modo creativo per fermare l'ingiustizia, mostragli un altro volto, offrigli l'altra guancia per potertela sfiorare con le sue labbra!
Tutto ciò non è semplicemente non-violenza, perché si può non essere fisicamente violenti ma escludere o denunciare brutalmente una persona; o viceversa si può avere una situazione in cui serve una certa dose di violenza fisica, magari colpendo alla gamba una persona che starebbe per ammazzare il nostro nemico. Quest'ultima sarebbe una forma di amore del nemico, che può anche rimanere nemico, nonostante e a prescindere dal fatto che potrà rimanermi nemico. Se è vero che i modelli di non-ritorsione e di non-violenza erano già attestati altrove, una frase così incisiva come «Amate i vostri nemici» non fu mai detta da alcun altro autore, prima di Gesù. Anche se è inserita come culmine del Discorso della Montagna creato dall'evangelista Matteo, nonostante sia attestata solamente nella cosiddetta "fonte Q" nota a Matteo e a Luca – non è un caso che Marco e Giovanni, ad esempio, non la menzionino – questa breve ma fortissima affermazione può essere considerata con buone ragioni risalente alle parole di Gesù che pronunciò storicamente, prima della sua Passione. Tuttavia, proprio negli eventi pasquali, si incarna la possibilità piena dell'amore anche per i nemici, sino a sollevare per noi ogni peso che ci opprime, se glielo vogliamo affidare con gioia.
Proviamo a riflettere: cosa possiamo fare per disinnescare la violenza, ma soprattutto per benedire – anziché maledire – i nostri nemici? Come mostrare una prospettiva di bontà, verità e bellezza a chi magari ne è all'oscuro, senza però dover ricorrere a facili forzature violente? Buona vita!

Lunedì 18 giugno 2018
+ Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,38-42
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».
Martedì 19 giugno 2018
+ Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,43-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
commento a cura di Piotr Zygulski

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