Passa ai contenuti principali

Post

Maria nel pensiero di Lutero

Lutero ha dato l’avvio a tutto il pensiero protestante e in lui si ritrovano già in germe tutti gli sviluppi successivi. A questa personalità vulcanica e multiforme si possono appellare tanto le drastiche riduzioni della figura di Maria quanto le recenti riscoperte in campo evangelico del posto di lei nel piano della salvezza. Due scritti di Lutero trattano esplicitamente il tema mariologico. Il Commento al Magnificat del 1521* e il Commento all’Ave Maria, scritto l’anno successivo e inserito nel Bettbüchlein, libretto di preghiere, con lo scopo di insegnare ai semplici fedeli l’uso evangelico dell’Ave Maria. Il primo testo – al quale ci limitiamo in questa nota – manifesta nel modo più chiaro e completo la posizione di Lutero riguardo Maria.

Lettera pastorale di Papa Giovanni XXIV all'inizio del terzo millennio

Nota: II testo seguente è un sogno mio, ricordando la figura spirituale di Papa Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo I. Potrebbe essere anche una lettera pastorale di Papa Giovanni Paolo II. Per me sarebbe allora nello stesso tempo Giovanni XXIV. Domando: è un sogno soltanto mio? Non penso, è già un sogno di milioni di fedeli che sempre più si apriranno ad una grandesperanza, in vista della tanto desiderata unità dei cristiani. Ogni anno durantela settimana per l'unità dei cristiani cresce il desiderio, cresce la speranza, crescerà la fedeltà creatrice. Bernhard HÄRING

La necessità della teologia

Pare che oltre alle discipline filosofiche non sia necessario ammettere un‘altra scienza. 1). L‘uomo, ci avverte la Scrittura [Sir 3, 21], non si deve spingere verso ciò che supera la sua ragione: « Non cercare le cose troppo difficili per te ». Ora, ciò che è di ordine razionale ci è dato sufficientemente dalle discipline filosofiche. Conseguentemente non vi è posto per un‘altra scienza. 2) Non vi è scienza che non tratti dell‘ente: infatti non si conosce altro che il vero, il quale coincide con l‘ente. Ora, la filosofia tratta di ogni ente e anche di Dio, tanto che una parte della filosofia viene denominata teologia, ossia scienza divina, come dice Aristotele [Met. 6, 1]. Quindi non è necessario ammettere un‘altra scienza all‘infuori delle discipline filosofiche. In contrario Nell‘epistola a Timoteo [2 Tm 3, 16] leggiamo: « Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere, formare alla giustizia ». Ora, la Scrittura divinamente ispirat

"Quattro anni ancora"

di Giulia Polidori   Negli ultimi mesi la comunità globale ha trattenuto il respiro mentre gli Stati Uniti decidevano cosa fare dei prossimi 4 anni. Obama e Romney si sono spalleggiati in una corsa che non ha dato niente per scontato, e che ha visto I due contendenti battersi fino all’ultimo voto. La vittoria di Obama nelle prime ore europee del 7 di Novembre è arrivata a dare sospiro a tutti quelli che erano attaccati allo schermo della televisione. Il popolo Americano ha parlato una volta ancora, ed è una voce che parla di speranza e di fiducia per il presidente in carica. Della stessa speranza ha parlato il presidente Obama nel suo discorso dopo che Romney lo ha chiamato accettando la sconfitta oramai inevitabile.   “ Non importa se siete bianchi, neri, ispanici, asiatici, se siete gay o no, tutti insieme possiamo costruire il futuro "  

Palla lunga e pedalare

di Giacomo Poggiali Ero pressoché certo di non andare a votare alle primarie: il clima avvelenato di questi giorni mi ha allontanato del tutto dall’idea di un centrosinistra che si scanna ancorandosi a vecchie dicotomie. I nuovi fan club che con tanta arroganza ho criticato continuano a darmi fastidio.

Io vedo che il cristianesimo muore

I sentimenti di Nietzsche su Gesú sono rimasti sempre confusi. Lo stesso si deve dire dei suoi giudizi sul cristianesimo. In esso egli ha intravisto piú che un ideale falso , un ideale svigorito e decaduto. Ecco, ad esempio, come egli si esprime: “È la nostra pietà, piú severa e piú raffinata, ad interdirci oggi di essere ancora cristiani”. Da questo si vede che Nietzsche l’ha con i cristiani del nostro tempo, con noi stessi. Il suo sferzante disprezzo ha di mira le nostre mediocrità, le nostre ipocrisie. Esso prende di mira le nostre debolezze ammantate di bei nomi. Ricordandoci la gioiosa e forte austerità del “cristianesimo primitivo”, svergogna il “nostro cristianesimo attuale”, talvolta effettivamente “dolciastro e nebuloso”. Gli si può dare completamente torto? Dobbiamo, contro di lui, prendere le difese di tutto ciò che “oggi porta il nome di cristiano”? Quando egli, per esempio, esclama, parlando di noi: “Bisognerebbe che essi mi cantassero dei canti migliori, perché io imp

Burning burning burning burning

Arrivai a Cartagine e mi trovai a bagno in una caldaia ribollente di amori colpevoli. Io non amavo ancora e amavo l'amore: e una più segreta povertà mi faceva odiare in me stesso proprio questo non esser povero abbastanza. Cercavo qualcosa da amare, amando l'amore, e odiavo la serenità di una via senza trappole. Avevo fame e rifiutavo il nutrimento interiore, cioè te, Dio mio: non era quello il cibo per cui mi consumavo, ma se non smaniavo per un cibo eterno non era perché ne fossi sazio: anzi più digiuno ne ero, e più nausea mi dava. Non era in buona salute l'anima, era come esulcerata e si gettava fuori, infelice, nel desiderio di farsi toccare e graffiare dai corpi: che nessuno amerebbe, se non avessero un'anima. Amare ed essere amato mi era più dolce se possedevo anche nel corpo la persona amata. E così inquinavo la sorgente dell'amicizia con i veleni della passione e offuscavo la sua chiarezza con l'inferno del sesso. Eppure, sgraziato e volgare

Sulla sterilizzazione

di Niccolò Bonetti Il 13 Marzo 1975 la Congregazione per la dottrina della Fede diffuse alcune Risposte circa la sterilizzazione negli ospedali cattolici. Per la Congregazione per sterilizzazione diretta si intende “ogni sterilizzazione che per se stessa, cioè per sua propria natura e condizione, ha per unico effetto immediato di rendere la facoltà generativa incapace di procreare”.

Vita, disporne liberamente

In questo intervento affronto tre problemi: 1) quale fondamento possiede l’assunto che la propria vita è assolutamente indisponibile? 2) nel rapporto tra Persona e Tecnica (medica e biologica) non stiamo entrando in una zona di rischio e confusione? 3) esiste un obbligo assoluto di curare e di curarsi a qualsiasi costo? Basta aver articolato le domande per coglierne l’onnipresenza nei dilemmi biopolitici dell’ora, concernenti la futura legge sulla fine della vita, la portata delle indicazioni anticipate di trattamento, il rapporto medico-paziente, il dettato della nostra Costituzione in merito.

La violenza e il dispotismo del regime clericale

Il regime clericale è dunque la costituzione di una Chiesa, in quanto in essa domina un culto feticista , ciò che è da riscontrarsi tutte le volte che non principi della moralità, ma comandamenti statutari, regole di fede ed osservanze costituiscono la base e l’essenza della Chiesa. Ora ci sono certamente parecchie forme di Chiese, nelle quali il feticismo è così vario e così meccanico, che sembra quasi debba escludere anche ogni moralità, quindi ogni religione, e debba sostituirsi anzi ad essa, in modo tale da finire molto vicino al paganesimo. Ma il più o il meno non hanno niente a che fare qui, ove il valore o il non valore dipende dalla natura del principio, che obbliga sopra ogni altro.