Nei nostri desideri che diventano preghiere spesso mischiamo qualcosa di buono e qualcosa di meno buono. Oggi impariamo a distinguerle. La mamma di Giacomo e Giovanni con devozione si prostra a Gesù; la richiesta è una raccomandazione: vuole che i suoi due figli siano accanto a Gesù nella gloria. Ma quale vessillo avrebbe tale gloria? Lei pensava sotto le insegne del potere mondano: voleva che i figli diventassero vicepresidenti, viceimperatori o perlomeno cardinali. Chiedeva la gloria, ma non sapeva quello che chiedeva: non conosceva ancora la vera gloria del vessillo di Gesù, che propone ai due di bere il medesimo calice, la medesima via, la medesima croce che lui porterà. Questo sarà concesso a loro; ma per la gloria occorre un affidarsi in più, alla volontà del Padre. Gli altri poco han da fare gli sdegnati: anch'essi avrebbero voluto la stessa cosa, ma il desiderio e l'idea della gloria vanno trasfigurati, purificati e posti sotto le insegne eterne, sottratte alla fama che tramonta. A molti piace farsi un selfie con persone famose o, per i più raffinati, chiedere una dedica personale ad un premio Nobel. In accademia andiamo a caccia di referenze, coautoralità e postfazioni scritte da professori importanti; in alcuni casi è l'unico modo per iniziare a lavorare, ma può essere vanità. La domanda sta nel perché lo fai. Vuoi stare accanto a quella persona perché ti trovi bene con lei oppure solamente perché è famosa e vuoi brillare un poco della sua luce riflessa? Quanto prevale il tuo interesse personale in questa amicizia? Sino a che punto vuoi stare accanto a lei, non solo nella gioia ma soprattutto nel dolore? Se hai qualche dubbio, mettiti subito al servizio; quello vero, però, non quello della sanguisuga né del lecchino. Si tratta piuttosto di essere al servizio della libertà nostra e altrui: liberi di essere liberi di dare la propria vita, non di sottrarla agli altri. Così Giacomo, col suo nome che potrebbe significare "tallonatore" ma pure "protetto da Dio", privilegiato testimone della Gloria della Trasfigurazione e del Getsemani, sarà il primo tra gli apostoli a donarsi nel martirio.
Mercoledì 25 luglio 2018
+ Dal Vangelo secondo Matteo
+ Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 20,20-28
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di' che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
commento a cura di Piotr Zygulski
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