Sono già puro! Questa è la notizia più forte che potessi ricevere oggi. Non per dimenticare il male che ho fatto, ma per avere la sicurezza che nessun errore passato, presente o futuro potrà far venir meno la mia purificazione che mi permette di stare, nudo, davanti all'alterità. Senza sensi di colpa, perché mi consegno tutto e tutto espongo alla sua tenerezza. Quando aderisco con il mio affetto, il mio pensiero e il mio desiderio alla promessa dell'amore - quando mi lascio amare - ricevo tutta la purezza. Però quella purificazione non me la do da me stesso, ma la ricevo. Ogni volta che mi apro senza timore né pregiudizi sto vivendo l'abbandono di Gesù in Croce, sto accogliendo la Parola che mi trasforma; è un "sacramentale", dicono i teologi. Questo è il permanere nella verginità nella quale siamo chiamati a vivere, salvandoci sia da un esperienzalismo soggettivo, sia da una fredda dogmatica oggettiva. Quando manca l'attaccamento alla Parola, si sente; si sente quando qualcuno proclama il Vangelo senza pregare, mi faceva notare un amico.
Lunedì 23 luglio 2018
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,11-18
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli»..
commento a cura di Piotr Zygulski
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