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Visualizzazione dei post con l'etichetta immigrazione

La grandine italiana si abbatte sull'Europa

di Lorenzo Banducci “Pensavo che piovesse non che grandinasse.” Difficile non ripensare oggi a queste parole (a me le ha ricordate mio padre) pronunciate da Alcide De Gasperi all’indomani delle elezioni del 1948 che videro una grossa affermazione della DC la quale seppe andare oltre ogni più rosea previsione della vigilia.

Basta con i minuti di silenzio!

di Flavia Modica Dopo l’ennesima tragedia avvenuta al largo delle coste di Lampedusa, venerdì 4 ottobre, a mezzogiorno, si è celebrato un minuto di silenzio. Un gesto in sé carico di significato, ma che se stancamente ripetuto a fronte di tragedie simili, senza che a ciò si accompagnino decisioni e azioni concrete, non è che un mero atto retorico. 

Migranti: stranieri anche per la Chiesa?

di Luciano Grandi da www.dimensionesperanza.it La parola migrazione raccoglie un fenomeno che interessa 214 milioni di persone, che si spostano per varie cause: il 50% di quelle persone fugge da una situazione economica e sociale drammatica (mancanza di cibo, difficoltà di accesso all'acqua potabile), mentre l'altra metà cerca riparo dalle 22 guerre in atto o dai ricorrenti disastri ambientali (alluvioni, terremoti) che interessano Asia e Africa. I migranti presenti nel nostro paese hanno raggiunto la cifra di 5 milioni, in rappresentanza di 194 nazionalità. Al loro interno vi sono 2,9 milioni di cristiani.

Cittadini di fatto e cittadini di diritto….se non ora quando?

di Flavia Modica Di recente, in un’intervista a Radio 24, il Ministro per l’Integrazione Kyenge è tornata sul tema della cittadinanza agli stranieri residenti in Italia, in particolare definendo in modo più dettagliato il concetto di ius soli a cui aveva fatto riferimento nelle prime dichiarazioni in materia, poco dopo la sua nomina al Ministero. Le suddette dichiarazioni avevano suscitato, e continuano a suscitare tutt’ora, un acceso dibattito sul tema, che non sempre purtroppo ha mantenuto toni adeguati ad un dibattito politico. «Come ministro ho posto un problema non per imporre un modello, ma con l'obiettivo di suscitare un dibattito nel Paese per adattare la normativa alla realtà italiana di oggi».  La Kyenge ha avuto senz’altro il merito di riaccendere i riflettori su un problema estremamente attuale, ma che fatica a trovare interlocutori seri e costanti nei nostri esponenti politici e al quale non è ancora stata data una risposta.

Il "parroco" del mondo con il coraggio di cambiare

di Rocco Gumina Il Papa realizza la sua prima visita in qualità di vescovo di Roma e successore di Pietro a Lampedusa. Già questa, per i noti motivi sociali e politici, è una grossa notizia. Ma non si tratta solo di ciò. Infatti, l'intera gestazione e realizzazione di tale evento può farci intendere con giusto calibro qual è l'opzione ecclesiale del Papa "venuto da lontano". Una scelta profondamente legata e radicata alla semplicità evangelica compiuta integralmente in Cristo e ripresentata in figure come Francesco d'Assisi. Con essa il Papa argentino imprime una forza di volontà volta al cambiamento, pur rimanendo in assoluto legame con il magistero e le personalità dei suoi predecessori. Egli è in grado di leggere i segni dei tempi. Le sue scelte, le sue parole, i suoi gesti lo mostrano chiaramente. Così la Chiesa in continuità con la sua fondazione apostolica esprime sempre una giovinezza fresca e matura grazie alla sua essenza in perenne riforma.  

La Chiesa della testimonianza

di Lorenzo Banducci Lunedì ho visto un uomo vestito di bianco su un’isola in mezzo al mare. Papa Francesco ci ha regalato un'immagine romantica e densa di significati. Sono state forti e senza precedenti le sue parole che hanno scosso un’umanità gelida e indifferente, che hanno fatto tremare le nostre autorità intente, anche oggi, a districarsi nelle loro questioni piccolissime e del tutto insignificanti rispetto ai problemi che ingabbiano la vita delle persone, la vita dei più poveri.

Il cielo in una stanza

di Manuel Versari Le politiche sociali servono a promuovere e garantire l’integrazione e la convivenza, perché siano rispettati tutti i diritti dell’uomo. È un fatto importante che persone di altre culture, con altre storie, siano arrivate da noi. Ciò cambierà - anzi lo ha già fatto, ma i comportamenti di tante persone mi fanno capire che non se ne sono resi conto tutti forse- la nostra storia e la loro, arricchirà la nostra cultura e la loro, nella misura in cui sapremo convivere, confrontarci e crescere assieme come uomini. Per cui loro hanno bisogno di noi e noi di loro!

Se essere sfruttati, adesso, non conviene più...

di Lorenzo Banducci Giornata storica quella appena passata per i nostri immigrati. Il consiglio dei ministri ha infatti approvato un decreto legislativo che prevede 3 nuove interessanti norme: 1.     Pene più severe per chi assume e sfrutta un immigrato irregolare. 2.     Permesso di soggiorno per sei mesi allo straniero vittima di "grave sfruttamento" che denuncia il suo datore di lavoro.   3.    Sanatoria per chi mette in regola il dipendente extracomunitario, stipulando finalmente un contratto alla luce del sole.