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Visualizzazione dei post con l'etichetta teologia

Lettera aperta sul caso del prof. Martin Lintner

Nipoti di Maritain, associazione e rivista di dibattito ecclesiale, sottoscrive, sostiene e rilancia la lettera aperta a sostegno del professor p. Martin Lintner OSM.  Abbiamo letto anche gli interventi di  Cristina Simonelli e Andrea Grillo , oltre a quello di p. Marcello Neri SCJ in cui lamentava, al 29 giugno 2023, che «silente è rimasto tutto il mondo teologico italiano, a livello di singoli e di associazioni». Non vogliamo rimanere silenti. Firmiamo dunque convintamente in quanto Nipoti di Maritain , rinnovando il nostro impegno per un «dibattito plurale, aperto alla partecipazione di tutti, in cui siano di casa posizioni differenti». I n svariate occasioni papa Francesco ha chiarito che « la vocazione del teologo è sempre quella di arrischiarsi ad andare oltre, perché sta cercando, e sta cercando di esplicitare meglio la teologia ». Per quanto abbiamo potuto leggere dalle opere del professor Lintner, egli ha assolto in modo serio ed equilibrato la sua vocazione di teologo, anch

Inos Biffi: Tommaso insegna a pensare la fede - INTERVISTA

Per l'ottavo numero della rivista Nipoti di Maritain il direttore Piotr Zygulski ha intervistato il teologo Inos Biffi (1934), professore emerito di Teologia sistematica e di Storia della teologia presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e incaricato delle stesse materie presso la Facoltà di Teologia di Lugano. Tra i massimi conoscitori del pensiero di San Tommaso d’Aquino, ha fondato e dirige l’Istituto di Storia della Teologia presso la Facoltà di Teologia di Lugano. È dottore honoris causa della Biblioteca Ambrosiana per la quale ha curato l’Opera omnia bilingue di sant’Ambrogio. Membro della Pontificia Accademia di San Tommaso d’Aquino, è presidente dell’Istituto per la Storia della Teologia Medievale di Milano da lui fondato. Dirige l’edizione bilingue delle Opere di sant’Anselmo d’Aosta e varie collane, come la “Biblioteca di Cultura Medievale” e “Eredità Medievale”. Ha ricevuto il premio Premio Benedetto XVI 2016 assegnato dalla Fondazione Ratzinger per lo

La coscienza nel magistero di John Henry Newman

Parlare di libertà di coscienza attraverso l’esamina della vita e degli scritti del cardinale inglese John Henry Newman (1801-1890) non è impresa facile a farsi. Non si può parlare di Newman senza far costante riferimento al valore fondamentale che lui attribuiva alla coscienza quale base naturale e religiosa per la concretizzazione delle opinioni personali dell’uomo, rendendo di fatto il prelato inglese uno dei massimi esponenti della cosiddetta filosofia dell’azione, come fu riconosciuto a suo tempo dai filosofi Nicola Abbagnano e Giovanni Reale. La produzione letteraria newmaniana, nella sua complessità, è intrisa di questa costante ricerca di sé stesso: il ricchissimo epistolario, i trattati apologetici, le opere filosofiche, i romanzi e, anche, gli articoli redatti da Newman trasudano di questo anelito di libertà e di autocoscienza che lo rendono, per molti aspetti, un “Agostino moderno”. Nella sua biografia apologetica, intitolata Apologia pro vita sua (1864), Newman esplica,

Nipoti di Maritain n. 05 è online!

Abbiamo pubblicato il  quinto numero  di Nipoti di Maritain.  L’ editoriale  del direttore Piotr Zygulski rivela una trama che attraversa i tre temi della pubblicazione: teologia queer , verità e ideologia , tradizione . Insomma, si cerca  una chiave per  poter pungolare la teologia, anche  in modo sfacciatamente  queer con  funzione anti-idolatrica,  senza tuttavia  sbandare dalla  verità cristiana.  Quando non si parlava di queer si parlava di eccedenza; gli amici musulmani preferiscono dire che Dio è il più grande e che quindi non si lascia mai completamente imbrigliare nei nostri schemi concettuali. E che quindi anche l'approccio queer deve aprirsi a sua volta alla sorpresa, a qualcosa che lo spiazzi per evitare che si possa tramutare in ideologia, quella che alcuni paventano come ideologia gender , spesso senza (far) capire che cosa  sia  precisamente.   Al contempo ricordiamo,  con S.Giovanni XXIII, che la tradizione  «è il progresso che è stato fatto  ieri, come il

Spunti per un dialogo con la teologia queer

Questo articolo nasce per rispondere ad uno stimolo proveniente dalla redazione di Nipoti di Maritain . Allorché ho letto che si cercavano contributi p er il numero successivo della rivista, dedicata alle teologie queer , dovetti confessare a me stesso di non conoscere affatto questo filone della teologia contemporanea. Queer per me era solo un aggettivo sentito per la prima volta ai corsi di filosofia morale della mia università dove ero stato introdotto alla filosofia di Judith Butler in chiave critica da un docente di formazione tomista, il mio maestro Carmelo Vigna. Questa filosofa era nota ai più come colei che voleva liquefare i generi sessuali nella specie umana, l’idea dunque di poter applicare l’aggettivo queer a Dio mi pareva inusuale e non del tutto perspicua. In che senso Dio poteva essere queer , ossia non un ente senza sesso come insegna la metafisica tomista, bensì di genere fluido? Decisi di colmare le mie lacune leggendo quello che, dopo alcune recensioni trov

Nipoti di Maritain n. 04 è online!

È uscito il  quarto numero  di Nipoti di Maritain, che può essere letto gratuitamente e scaricato dal portale issuu. L’ editoriale questa volta, a un anno dalla nostra prima uscita, è stato scritto da Lorenzo Banducci , che ha rinnovato l'impegno per un dialogo inclusivo e aperto alle posizioni di tutti, per un confronto su tematiche che  ci  interroghino come cristiani nella  nostra quotidianità. Più che fornire risposte, Nipoti di Maritain propone  strumenti per sviluppare  ulteriormente le domande e le  provocazioni dalla quale traggono  origine gli articoli. Resta  al lettore  la possibilità di interrogarsi  in proprio sul suo vissuto di ogni  giorno. Il dibattito verte sul rapporto tra neuroscienze e teologia , sulla sfida del  populismo  e sul significato di  cattolicità ; tra le rubriche si segnalano due approfondimenti sul film Silence di Martin Scorsese. Scoprilo qui al link  https://issuu.com/nipotidimaritain/docs/nipoti_04   

Call for papers - Nipoti di Maritain n. 05

Cari Amici, iniziamo a raccogliere gli articoli per il quinto numero della rivista di Nipoti di Maritain. Di seguito i quesiti per partecipare al dibattito.  Ambito etico/morale « È possibile una   santità , una   spiritualità   e una   teologia queer ? »  Ambito politico/sociale « Quando la   ricerca della verità   si trasforma in   chiusura ideologica ? »  Ambito pastorale/ecclesiale « Qual è il significato del termine " tradizione " e in che modo lo si può oggi proporre in una   prospettiva ecumenica ? » Accettiamo i vostri interventi di risposta di massimo 1000 parole da farci pervenire all’indirizzo inipotidimaritain6@gmail.com entro il 30 settembre 2017.

Editoriale - Nipoti di Maritain 03

Siamo giunti al terzo numero della nostra rivista e al primo del 2017: anche quest’anno saremo impegnati nella nostra missione di discernimento critico della nostra epoca alla luce del Vangelo e della razionalità umana, in spirito di fedeltà creativa alla Tradizione della Chiesa e in ascolto dei segni dei tempi. Rendiamo grazie a Dio che ci ha dato la forza e la perseveranza di continuare in questo servizio, nonostante gli impegni e la difficoltà di far uscire la rivista; speriamo di poter continuare ad offrire per molti altri numeri questa pubblicazione come luogo di riflessione filosofica, politica, teologica, sociale e culturale.  La missione è quella di raccogliere i contributi di tutte le donne e gli uomini che si interrogano con spirito cristiano sugli angosciosi dilemmi della nostra epoca e tentano qualche modesta risposta: in questo numero, in particolare, abbiamo ascoltato alcune voci su tre scottanti temi quali il senso della genitorialità oggi, il futuro del progetto eu

L'avventura (ragionevole) dell'essere cristiani, dopo il novecento (3°parte)

di Eleon Borlini L’autotrascendenza e l’altro: il fondamento della morale Fatta salva la necessità dell’Io-corpo, l’antropologia filosofica che su di esso si fonda, e un rinnovato concetto di tempo, se lo svelarsi dell’essere nell’esistenza dell’uomo è, nel suo sistema di riferimento materiale, “da sempre”, e dunque ontologicamente fondamentale, ogni riflessione su di esso è da considerarsi un “atto secondo” della relazione originaria. L’essere-nel-mondo, per dirla con Heidegger, è la condizione di possibilità che rende l’uomo tale, poiché esso è da prima della riflessione stessa: esso è un trascendentale, o, meglio un esistenziale. Ora, è precisamente nella relazione con l’altro “ente” -per ora generico abitante del mondo, come nella teoria di Edelman- che anzitutto si dischiude la possibilità della libertà personale dell’uomo. Infatti, questa facoltà, che noi tutti sentiamo di avere, difficilmente potrebbe provenire dalla catena di causa ed effetto che sembra propria della

Ripensare il relativismo

di Christian Albini in “Viandanti” ( www.viandanti.org ) del 27 ottobre 2013 Credenti e no sono necessariamente avversari? Da sempre sostengo che non sia vero. Premetto che queste sono etichette fuorvianti, come ormai sostengono molti. Il «credente» è abitato dal dubbio e anche il «non-credente» conosce una sua fede e la ricerca. Tuttavia, sono categorie comode per semplificare i nostri discorsi, a patto di disinnescare alcuni luoghi comuni fuorvianti e dannosi. Uno dei più importanti riguarda il significato del linguaggio del relativismo, che ha segnato il pontificato di Benedetto XVI, e l’uso che se ne fa. A lungo, il dissenso rispetto alle posizioni prevalenti tra i vertici della gerarchia cattolica, soprattutto in campo etico-legislativo, è stato respinto ricorrendo a quest’accusa. Il relativismo fa parte di quei concetti il cui significato è stato irrigidito e che vanno ri-compresi e ri-letti. C’è bisogno di una nuova comprensione di parole che sono state sequestrate