Passa ai contenuti principali

Post

La tristezza è un verme del cuore e mangia la madre che l'ha generato.

  Il monaco affetto dalla tristezza non conosce il piacere spirituale: la tristezza è un abbattimento dell'anima e si forma dai pensieri dell'ira. Il desiderio di vendetta, infatti, è proprio dell'ira, l'insuccesso della vendetta genera la tristezza; la tristezza è la bocca del leone e facilmente divora colui che si rattrista. La tristezza è un verme del cuore e mangia la madre che l'ha generato. Soffre la madre quando partorisce il figlio, ma, una volta sgravata, è libera dal dolore; la tristezza, invece, mentre è generata, provoca lunghe doglie e, sopravvivendo, dopo i travagli, non porta minori sofferenze. Il monaco triste non conosce la letizia spirituale, come colui che ha una forte febbre non avverte il sapore del miele. Il monaco triste non saprà muovere la mente verso la contemplazione né sgorga da lui una preghiera pura: la tristezza è un impedimento per ogni bene. Avere i piedi legati è un impedimento per la corsa, così la tristezza è un ostacolo per la

Se uno esce dalla Chiesa

Nel 2011, nella Repubblica federale di Germania, hanno formalmente lasciato la Chiesa cattolica 126.000 persone (su un totale di 24,5 milioni di membri). Lo hanno fatto negli uffici della pretura o dell’anagrafe, quindi di fronte a un’autorità statale, che poi ha normalmente informato la rispettiva comunità parrocchiale. Le modalità dell’uscita dalla Chiesa sono regolate da leggi statali a livello dei Land della Repubblica federale. Questo dipende dallo specifico quadro giuridico delle relazioni fra lo stato e la Chiesa esistente in Germania dal tempo della Repubblica di Weimar. Secondo la Costituzione tedesca (art. 140 della Legge fondamentale), le Chiese sono «enti di diritto pubblico». In quanto tali sono autorizzate a imporre tasse. Lo fanno sotto forma di «tassa per la Chiesa», che viene calcolata sulla base dell’imposta sul reddito e ammonta all’8 o 9% della stessa. La riscossione della tassa per la Chiesa viene effettuata in genere dagli uffici delle imposte statali; pe

Il cielo in una stanza

di Manuel Versari Le politiche sociali servono a promuovere e garantire l’integrazione e la convivenza, perché siano rispettati tutti i diritti dell’uomo. È un fatto importante che persone di altre culture, con altre storie, siano arrivate da noi. Ciò cambierà - anzi lo ha già fatto, ma i comportamenti di tante persone mi fanno capire che non se ne sono resi conto tutti forse- la nostra storia e la loro, arricchirà la nostra cultura e la loro, nella misura in cui sapremo convivere, confrontarci e crescere assieme come uomini. Per cui loro hanno bisogno di noi e noi di loro!

Cultura della morte

di Lorenzo Banducci Sessanta malati disabili gravi (fra cui anche alcuni malati di Sla) hanno deciso di intraprendere uno sciopero della fame contro i tagli che sta subendo il mondo della disabilità anche adesso ad opera del governo Monti.

La carità unisce i vivi e i morti

Ciò che unisce i membri della Chiesa è la carità, che si estende non solo ai vivi, ma anche ai morti che muoiono nella carità, la quale, come dice S. Paolo [1 Cor 13, 8], non finisce con la vita del corpo: «La carità non avrà mai fine». Inoltre i morti vivono nella memoria dei vivi: per cui l‘intenzione di questi ultimi può indirizzarsi a beneficio di quelli. Per cui tali suffragi possono giovare ai morti in due modi, come anche ai vivi: per l‘unione nella carità e per l‘intenzione ad essi diretta. Non bisogna credere però che i suffragi dei vivi valgano a mutare lo stato di miseria in quello di felicità, o viceversa. Essi valgono solo per ottenere una diminuzione della pena, o qualcosa del genere, senza che lo stato dei morti venga mutato. suffragi gli siano validi dopo la morte. Per cui se questi gli giovano anche allora, è sempre in dipendenza da ciò che egli ha fatto mentre era nel corpo.  (…) La pena del purgatorio supplisce a quella soddisfazione che non fu completata men

"Non piangete.Io vi sarò più utile dopo la mia morte e vi aiuterò più efficacemente di quando ero in vita."(San Domenico)

Appartiene alla gloria dei Santi soccorrere i bisognosi in vista dell‘eterna salvezza L‘essenza divina è un mezzo sufficiente per conoscere ogni cosa: come risulta evidente dal fatto che Dio attraverso la sua essenza vede tutto . L‘essenza divina è un mezzo sufficiente per conoscere ogni cosa: come risulta evidente dal fatto che Dio attraverso la sua essenza vede tutto .Non ne segue però che chiunque vede l‘essenza divina conosca tutto, ma solo chi ne ha la comprensione totale : come dalla conoscenza di un principio può conoscerne tutte le conseguenze solo chi ne abbraccia tutta la virtualità. Ora, siccome le anime dei beati non comprendono l‘essenza divina, neppure conoscono necessariamente tutto ciò che si può conoscere attraverso di essa. Infatti su certe cose persino gli angeli inferiori sono istruiti da quelli superiori, benché tutti vedano l‘essenza divina. Invece ogni beato potrà vedere nell‘essenza divina quelle cose che sono indispensabili alla sua perfetta beatitudine.

Una Chiesa da smuovere o da cambiare?

In due libri “cugini”, due preti e teologi francesi lanciano un appello per far sì che ci sia una Chiesa cattolica nuova, che si doti di strutture e adotti una linea in rapporto con la realtà. Purtroppo solo le persone che già anticipatamente ne sono convinte leggeranno i libri di Joseph Moingt e di Michel Quesnel. Da www.temoignagechretien.fr (traduzione www.finesettimana.org ).