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(…)
La
pena del purgatorio supplisce a quella soddisfazione che non fu
completata mentre l‘anima era nel corpo. Ora, essendo chiaro in
base a quanto si è detto che le opere di uno possono valere a
soddisfare per altri, sia vivi che morti, non c‘è dubbio che i
suffragi fatti dai vivi giovano alle anime del purgatorio.
Non
c‘è alcun inconveniente nel fatto che la pena delle anime purganti
venga completamente annullata per il moltiplicarsi dei suffragi. Da
ciò non segue infatti che i peccati restino impuniti, poiché la
pena dovuta è accettata ed espiata da un altro sotto forma di
soddisfazione.
La purificazione dell‘anima nel purgatorio
consiste nell‘espiazione del reato che impedisce il conseguimento
della gloria. Ma poiché la pena che uno subisce può espiare il
reato di un altro, come si è visto [nel corpo], nulla impedisce che
uno venga purificato grazie alla soddisfazione offerta da un altro.
Tommaso D'Aquino,Summa theologiae
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