di Vincenzo Fatigati Uno dei punti focali del film Million Dollar Baby è rappresentato dalla scena in cui Frankie, l’allenatore di Maggie, la pugile inchiodata in stato di paralisi permanente su un letto dopo essere stata vigliaccamente colpita nell’ultimo incontro di pugilato, svela il significato del termine “mogusha”: mio sangue, mio tesoro. Il richiamo cristologico è evidente (come segnalava Fabio Ferzetti su Il Messaggero del 17 febbraio 2005) e ci permette di rileggere tutta la narrazione dal suo epilogo: Maggie muore a 33 anni, ed è quindi «fatta della stessa sostanza del padre», legata da un rapporto quasi filiale, benché sia di tipo putativo. Ma la prova più alta e difficile di paternità consiste nell’assecondare la volontà dell’allieva/figlia, somministrando una dose massiccia di adrenalina, in modo da permettere di non soffrire: e morire. La definizione del ruolo paterno, in questa prospettiva, ha una funzione salvifica e quasi redentrice. Frankie è, da una parte, u
Debitori a Voltaire per la tolleranza, debitori a Lutero per il non conformismo.