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Visualizzazione dei post con l'etichetta religione

Nipoti di Maritain n. 11 è gratuitamente online!

Anche questa volta Effatà Editrice ha offerto gratuitamente l'impaginazione del nuovo numero di Nipoti di Maritain n. 11, tutto gratuitamente disponibile online. Omotransfobia , Concordato Italia-Santa Sede e Insegnamento della Religione Cattolica sono i temi della pubblicazione. Tra le rubriche, le interviste a Vincenzo Pacillo , ordinario di Diritto ecclesiastico e canonico presso l'Università di Modena e Reggio Emilia, e a Rosario Salamone , direttore dell'Ufficio per la Pastorale Scolastica e l'IRC del Vicariato di Roma. L 'editoriale è del direttore di Nipoti di Maritain, Piotr Zygulski. Articoli di: Federico Adinolfi, Francescoandrea Allegretti, Lorenzo Banducci, Niccolò Bonetti, Cinzia Boschiero, Andrea Bosio, Rocco Gumina, Lucandrea Massaro, Gaetano Mercuri, Pasquale Nascenti, Davide Penna, Giovanni Francesco Piccinno, Giuseppe Saggese, Alessio Santiago Policarpo, Rosario Sciarrotta, Gabriele Semeraro, Nicola Gioacchino Tatulli, Piotr Zygulski. Leggi gratu...

Nipoti di Maritain n. 07 è online!

Oggi è uscito finalmente il numero 7  della rivista Nipoti di Maritain. I temi di questo numero sono la menzogna , la crisi della democrazia e l' analfabetismo religioso .  Questo numero di Nipoti di  Maritain si è fatto attendere, ne  siamo consci e ce ne scusiamo.  Ma ne è valsa la pena. Anzitutto  perché il lavoro fatto è stato  di ampio respiro, cercando di  mantenere anche un filo rosso  tra le tematiche. Il senso verso il  quale ci muoviamo è da rinvenire  nel tema della coscienza: essa è  qui interpellata su più fronti, ed  è interrogata tanto nel lettore,  quanto nel soggetto – più in  generale – che è invitato a prendere  parte alla vicenda pienamente,  con il suo agire storicamente  situato e, come tale, tessitore della  storia. La coscienza non viene chiamata  in campo come mera espressione  di un pensiero acritico su una  questione piuttosto che su  un’al...

La mia ultima ora di religione

Diamo avvio alla nostra nuova collaborazione con gli amici di www.vinonuovo.it pubblicando questa lettera ricevuta da un maturando corredata da qualche spunto di riflessione sulla scuola. di Sergio Ventura Una lettera ricevuta da un maturando. E qualche riflessione su un luogo in cui passano molte di quelle ormai novantanove pecorelle fuggite dall'ovile

Cattolici, non adeguatevi!

Brani tratti da una tavola rotonda che Giancarlo Zizola organizzò nella sede romana de 'Il Giorno' nel dicembre 1969 in cui Pasolini propone un ideale di spiritualità che rivaluta la tradizione e la bellezza "popolari" della fede e chiede di non conformarsi alla modernità. Pasolini:  "La domanda è questa: se quello che si esprime at­traverso la liturgia è il popolo che voi dite come soggetto, mi pare non arriviamo a una distinzione classista in senso, diciamo, ormai or­todosso e convenzionale della paro­la. Cioè, quando voi parlate di popo­lo e borghesia fate una distinzione ancora psicologica o sociologica, ma non sociale e non classista ancora. Ora, quando voi criticate il borghese, come sarei io ad esempio, che richie­derebbe alla messa - almeno in linea teorica perché in effetti io non vado a messa - il suo mistero, il suo mo­mento estatico, il silenzio o il mistero di una lingua incomprensibile, voi fate un rimprovero massimalistico al borghese;...

Il Gesù storico e il Gesù della fede

di Niccolò Bonetti Chi è stato veramente Gesù di Nazareth al di là delle interpretazioni teologiche date dalla tradizione? E' lo scopo della ricerca sul Gesù storico, che tenta ricostruire dal punto di vista storico la biografia di Gesù prescindendo dalle elaborazione dottrinali successive. Per Reimarus,filosofo illuminista e deista tedesco e professore di lingue orientali ad Amburgo,bisogna distinguere fra un Gesù della storia e la fede nel Gesù risorto. Gesù sarebbe stato un messia nazionalistico, che predicava la ribellione ai Romani, arrestato e ucciso il cui corpo fu trafugato dai suoi discepoli per poter proclamare che era risorto dai morti.

Il cattolicesimo è vita e la Chiesa è un organismo spirituale

Le posizioni conservatrici non possono essere mantenute che per opera dell'ignoranza sistematica e consapevole o involontaria e in buona fede. Riconosco senza esitazione che la coscienziosa indagine storica intorno alle origini cristiane e intorno all'evoluzione ecclesiastica, vulnera in radice parecchi dei nostri principi fondamentali per tutto ciò che concerne i dogmi e le istituzioni. Riconosco senza esitazione che il dominio del miracolo si restringe ogni giorno di più, data la possibilità sempre più vasta di ridurne le propozioni a cause naturali constatabili. Io so e sento sempre più il valore di queste obiezioni, il quale potrebbe cadere se potessimo in compenso appellarci trionfalmente all' ethos  cristiano della Chiesa, ad un incomparabile spirito religioso in essa e da essa alimentato, e se invece noi non trovassimo negli scritti approvati dei suoi maestri di ascesi e di morale, nelle pratiche abituali dei suoi confessori e dei direttori di coscienza, nelle biogr...

Elogio del modernismo

Cosa rappresentò il movimento modernista nella storia della Chiesa? Domanda spontanea e che tuttavia e dubbio se consenta risposta: giacché nessuno può sapere se il mutare dell'atteggiamento della Chiesa non sarebbe stato lo stesso senza il moto modernista, se questo abbia accelerato o ritardato (la reazione che suole aversi al prospettarsi di un pericolo, e che suole eccedere per dimensioni il pericolo stesso) quel mutamento. Il modernismo nasceva dalla esigenza di quella parte delle classi colte non distaccata dalla religione, di averne una meno ancorata a risposte date molti molti secoli addietro, magari nel mondo degl'imperatori cristiani di Bisanzio, meno legata a problemi, a preoccupazioni scomparse dall'orizzonte dell'uomo europeo da qualche secolo; dalla esigenza di una religione fatta per gli uomini e che non può prescindere dall'uomo storico qual e in un dato momento, né pretendere di dare agli adulti il pane degl'infanti. Ma sorgeva altresì ...

Vivono nella loro patria, ma come forestieri.

V. 1. I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini. 2. Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale. 3. La loro dottrina non è nella scoperta del pensiero di uomini multiformi, né essi aderiscono ad una corrente filosofica umana, come fanno gli altri. 4. Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale. 5. Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera. 6. Si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati. 7. Mettono in comune la mensa, ma non il letto. 8. Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne. 9. Dimorano nella terra, ma hanno la loro citta...

Contro la cultura della vita e per la cultura della morte

Di Niccolò Bonetti Mi ha sempre destato una certa perplessità una certa cultura della vita cattolica per cui la vita è un bene assoluto e indisponibile, da difendere a tutti i costi. Mi è sempre parso un po' pagano elevare la vita biologica ad un valore cosi' alto e un pericoloso cedimento alla cultura contemporanea, incapace di accettare la realtà indifferibile e ineliminabile della morte. Non critico l'impegno contro l'aborto né contro l'eutanasia attiva , battaglia che ovviamente condivido, ma mi inquieta la difesa strenua della vita biologica quando quelle spirituale,intellettuale,affettiva e relazione se ne sono andate. Com'è noto, la Congregazione della Dottrina della Fede in risposta ai vescovi americani stabili' che idratazione e alimentazione non costituiscono, in linea ordinaria, accanimento terapeutico. Al di là di condividere questa tesi o meno, rimane il fatto che l'accanimento a voler mantenere in vita con ogni mezzo o quasi...

Per una pastorale inclusiva delle persone omosessuali nelle comunità cristiane

di Emanuele Macca In questi anni la ricerca di una pastorale specifica per le persone omosessuali sta prendendo un risalto sempre maggiore almeno nelle principali diocesi italiane per merito di alcuni gruppi di omosessuali cristiani sia con taglio ecumenico che prettamente cattolici. Trattandosi ancor oggi di un tema spesso tabù nelle comunità parrocchiali questi gruppi son dovuti nascere spontaneamente o, talvolta, con l’appoggio più o meno visibile di alcuni sacerdoti abituati ad intervenire in situazioni di emarginazione e disagio sociale; non a caso colui che ha dato origine in Italia al movimento degli omosessuali credenti, Ferruccio Castellano, prima del suo drammatico suicidio, ha trovato in Don Luigi Ciotti una persona accogliente che ha aperto le porte del Gruppo Abele agli aderenti al gruppo di Torino “Davide e Gionata”. (1)

Pensare la reincarnazione cristianamente?

Di Niccolò Bonetti E' possibile pensare la reincarnazione dal punto di vista cattolico? La credenza largamente diffusa nelle religioni orientali come l'induismo o il buddismo o nello stesso platonismo nella reincarnazione non può essere facilmente liquidata perché come scrive Kung “ per molte persone (essa) risponde a interrogativi che altrimenti non trovano una risposta; per alcuni, quindi, essa colma un vuoto religioso-culturale”. Potrebbe la credenza nel purgatorio illuminare alcuni aspetti oscuri e problematici della dottrina dogmatica del luogo intermedio cioè il purgatorio? Un teologo che ha tentato un difficile dialogo fra queste due dottrine è stato Rahner.

Al centro della vita e della storia

di Niccolò Bonetti   Secondo una certa vulgata il cristianesimo predicherebbe il disprezzo del mondo e la fuga da esso. Basti pensare al superuomo di Nietzsche: “ Vi scongiuro, fratelli, rimanete fedeli alla terra e non credete a quelli che vi parlano di speranze ultraterrene! Essi sono degli avvelenatori, che lo sappiano o no. Sono spregiatori della vita, moribondi ed essi stessi avvelenati, dei quali la terra è stanca: se ne vadano pure!Una volta il sacrilegio contro Dio era il sacrilegio più grande, ma Dio è morto, e sono morti con Dio anche quei sacrileghi. Commettere sacrilegio contro la terra è ora la cosa più spaventosa, e fare delle viscere dell'imperscrutabile maggior conto che del senso della terra! Un tempo l'anima guardava al corpo con disprezzo: e allora questo disprezzo era la cosa più alta: essa lo voleva macilento, orribile, affamato. Così pensava di sfuggire ad esso e alla terra.“ E' innegabile che molte forme di spiritualità cristiana abb...

"La rivoluzione è come le figlie del re Pelia, fa a pezzi l’umanità per ringiovanirla"

di Niccolò Bonetti Domani in Francia si ricorda la presa della Bastiglia da parte dei cittadini parigini che dette inizio alla Rivoluzione francese. Non voglio qui affrontare il tema del rapporto fra Chiesa e rivoluzione francese né quello più generale fra modernità e cattolicesimo. Vorrei concentrarmi su una delle figure più controverse del periodo rivoluzionario cioè Maximilien de Robespierre. Non mi interessa difendere il suo operato o demonizzarlo. Il punto su cui vorrei riflettere è un altro. Robespierre non era solo un tiranno,un sanguinario,un massacratore, un utopista. Era anche molti altri aspetti che molto difficilmente nella storia successiva si troveranno abbinate ad un uomo “di sinistra”. Era un moralista e credeva ardentemente in un Dio,per quanto non fosse quest'ultimo il Dio cristiano.