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La situazione siriana


di P. Fadi Rahi, C.Ss.R

Mentre all’inizio del secolo scorso la prima Guerra Mondiale, sorta in Europa, sconvolse il mondo intero, all’inizio di questo secolo le guerre in Medio Oriente e nel Nord Africa, conosciute con il nome di “Primavera Araba”, attirarono e attirano ancora oggi l’attenzione di tutto il mondo.


Un secolo fa, Gli Stati Europei erano considerati una Grande Potenza mondiale, le loro decisioni condizionavano tutto il pianeta. Oggi, invece, all’Europa, che gioca ancora un ruolo importante a livello internazionale, si affiancano potenze mondiali come gli USA, la Corea, l’Arabia Saudita, l’Iran, la Russia e il Qatar.
Dopo l’11 settembre 2001 gli Stati Uniti hanno chiuso le loro frontiere al Medio Oriente e passano al contrattacco attraverso uno schema ben definito: far capitolare alcuni governi arabi, dividere il Medio Oriente in zone a federalismo confessionale, creare conflitti religiosi in particolare, tra musulmani sunniti e musulmani sciiti.
Questa nuova visione americana non è stata accettata da tutte le nazioni specialmente da quelle che hanno una notevole credibilità a livello internazionale. L’America ha creato delle situazioni estreme che avrebbero coinvolto tutte le nazioni e avrebbero portato in seguito alla nascita di rivoluzioni nel mondo arabo. Il fantomatico e ricercato in tutto il pianeta, Bin Laden, il pericolo delle armi nucleari in Iraq, la dittatura del presidente egiziano ed infine la dittatura del presidente siriano Bashar Al-Assad.
Nel 1971 Hafez Al-Assad, il padre del presidente Bashar, viene eletto presidente della Siria e nello stesso periodo sono stati eletti altri presidenti in varie nazioni arabe, appoggiati dagli americani: erano militari e attraverso un colpo di stato si impadronirono del potere.
Però, tutto nella politica è temporaneo e non eterno. Perciò all’alba del secolo attuale, c’è stata un’inversione di tendenza del gioco americano in varie nazioni perché gli interessi sono cambiati. Nasce, così, l’idea di creare la "Primavera Araba".
La religione islamica è divisa in due grandi rami: Sunniti e Sciiti, anche se esistono altre piccole confessioni come gli Ismailiti e gli Alawiti… Quest’ultima è una delle confessione che esistono in Siria e a cui appartiene il presidente Assad. L’Arabia Saudita insieme al Qatar, che sono di maggioranza sunnita e sono alleati con gli americani, appoggiano i sunniti in Siria; invece l’Iran che è di maggioranza sciita e che è alleata con la Russia, appoggia i sciiti in Siria. I cristiani, prima della guerra attuale erano quasi il 10% della popolazione siriana e gli alawiti erano quasi il 3%. I cristiani e gli alawiti in Siria erano già la minoranza e ancora oggi tra di loro c’è un buon rapporto e si rispettano reciprocamente.
In base a tali considerazioni ci si rende conto che la guerra è un’invenzione degli americani. Infatti la guerra è sorta dall’intervento, da un lato dell’Arabia Saudita e il Qatar, dall’altro dal contrattacco da parte dell’Iran, della Russia e della Cina.
I paesi arabi sunniti mandano i loro terroristi, kamikaze arabi per combattere sul terreno siriano; invece i paesi arabi sciiti mandano le armi e le persone per difendere e proteggere i sciiti in Siria. E, come sempre nel Medio Oriente, i cristiani pagano il prezzo di tutti i conflitti, di tutte le guerre mediorientali.
I sunniti, gli sciiti, i cristiani e gli alawiti siriani erano uniti sotto le ali di un solo stato che si chiama Siria. Invece, oggi, i siriani musulmani, che sono rimasti lì, sono sotto la potenza americana-saudita e sotto la potenza iraniana-russa. In tale confusione però i siriani cristiani stanno cercando un rifugio, per continuare la loro vita in pace e in serenità.
È impossibile immaginare una soluzione per la situazione attuale siriana, come era impossibile per la situazione irakena perché la guerra siriana non è una guerra fatta dai siriani, ma è una guerra difesa dai siriani. È impossibile considerare colui che difende la propria terra un criminale e colui che domina l’altro con le armi un eroe. I mass media europei trasmettono una piccolissima parte della realtà siriana; con tutta coscienza potrei dire che non stanno trasmettendo la realtà. Seguendo le notizie sui canali arabi e le notizie sui canali europei nello stesso giorno, mi rendo conto che le informazioni risultano essere discordanti fra loro. Tutti sappiamo che la Siria sta combattendo fortemente. Però non tutti sanno che i terroristi, che non sono siriani e combattono nel territorio siriano, sono pagati dall’estero sunnita. Tutti sentiamo sui programmi TV come i soldati dello stato, di Assad, stanno bombardando, ma nessuno parla del numero incomprensibile di terroristi in Siria e di quello che stanno facendo i non siriani in Siria. 

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