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Visualizzazione dei post con l'etichetta ecclesiologia

Incontro online: La sfida dei gender studies. Per una chiesa di donne e di uomini

Il Gruppo MEIC Lucca e Azione Cattolica Lucca hanno organizzato per martedì 13 giugno 2023 alle ore 21 l'incontro online: La sfida dei gender studies. Per una chiesa di donne e di uomini. Verrà presentata l'opera Figlie e figli di Dio. Uguaglianza battesimale e differenza sessuale (Queriniana, Brescia 2023)  del professor Luca Castiglioni (Facoltà Teologica di Milano) che dialogherà con Marinella Venera Sciuto (già vicepresidente nazionale MEIC) sulla sfida degli studi di genere e dei femminismi della "quarta ondata" alle strutture ecclesiali e, più in generale, sul complicato rapporto fra le donne cattoliche e la loro chiesa.  Come pensare ad una chiesa più inclusiva in modo credibile, cioè non solo a parole ma anche con i fatti, una chiesa che sia davvero di donne e di uomini, che abbatta ogni forma di potere patriarcale all'interno delle comunità ecclesiali ma senza adottare modelli antropologici che neutralizzano la differenza di genere? Per partecipare, il ...

Rassegna stampa: sondaggio sui cambiamenti religiosi al tempo del COVID-19

Numerose testate giornalistiche italiane hanno dato spazio ai risultati della nostra ricerca  Nella Chiesa che cambia? Il cambiamento del sentire, della pratica e delle abitudini religiose dei cattolici in Italia al tempo del COVID-19.   Riportiamo i link per accedere ai servizi dedicati: Sant'Alessandro.org ,   C’è un nuovo “sentire” tra i cattolici? ,15 giugno 2020. La Difesa del Popolo  C’è un nuovo “sentire” tra i cattolici? Una significativa ricerca sui cattolici italiani al tempo del lockdown , 14 giugno 2020. C3dem : Piotr Zygulski, Analisi dell'apprezzamento delle scelte ecclesiali e prospettive sulla Chiesa del futuro, con  considerazioni per una partecipazione laicale desiderata , 20 maggio 2020. Avvenire : Guido Mocellin,  Nel sondaggio e nel monologo un sentire religioso più forte ,  20 maggio 2020. TV2000 : La prof.ssa Carmelina Chiara Canta illustra i risultati nella trasmissione Rete di Speranza , con mons. Francesco Savino...

Lettera pastorale del vescovo Gero Marino (Savona-Noli) - sintesi

Oggi 7 ottobre 2017 è la data scelta da Calogero “Gero”  Marino , Vescovo di Savona-Noli , per diffondere la sua prima lettera pastorale, che vuole essere “uno strumento di lavoro e di revisione di vita personale e comunitaria”. Lo sguardo in uscita per spolverare la fede Il messaggio si preannuncia evocativo già a partire dal titolo “Cominciando da Gerusalemme. Per ritrovare il filo della fede” e dal quadro “Il ragazzo e la luna” di Hopper posto in copertina. L’immagine illustra lo “spingersi oltre” che è desiderio di ciascuno e ricorda che l’“uscire è questione di sguardo”. Se è “lungo e largo, attento e profondo, attratto e attraente” non è una via di fuga, bensì apre nuovi squarci sulle periferie, partendo da una introspezione grata alle proprie radici. Marino si è recato recentemente in pellegrinaggio a Gerusalemme, che rappresenta il cuore della fede negli eventi pasquali. Da lì è necessario cominciare – vivendo sul filo dell’impossibile contro il disincanto di chi d...

Incontro con Serena Noceti

Durante la settimana teologica del MEIC Maria Savigni ha avuto modo di porre alcune domande alla professoressa Serena Noceti, docente stabile ordinario di teologia sistematica  presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “I. Galantini” di Firenze, che tiene corsi presso la Facoltà teologica dell’Italia centrale e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Arezzo e che   è vicepresidente dell’Associazione Teologica Italiana E’ possibile ri-pensare la chiesta sotto una prospettiva di genere? In che modo la frattura tra Chiesa e donne che si è creata negli ultimi decenni può essere ricomposta? Penso che sia la sfida fondamentale del periodo post-conciliare. Con il Concilio infatti è stata recuperata una soggettualità dei laici e quindi si è potuto riscoprire la presenza ed il valore delle donne, che hanno potuto assumere ruoli ministeriali: le donne sono oggi catechiste, missonarie, studiose di teologia e voci competenti all’interno della Chiesa. I sogge...

Quale opzione per i poveri nella postmodernità

di Carlos Mendoza-Álvarez In America latina oggi sono quattro i temi fondamentali della riflessione culturale: l’insufficienza della ragione oggettivamente, che ha avuto la sua espressione principale nella razionalità strumentale tecnico-scientifica, dominante dal XVI secolo; il decentramento del soggetto moderno, per cui in America latina è forte la coscienza l’eurocentrismo è insufficiente per spiegare la nostra realtà e la teologa brasiliana Ivone Gebara ha molto insistito sulla necessità di ampliare la nostra concezione della persona al cosmo e a Dio, cioè dall’antropocentrismo al cosmocentrismo; la critica ai riduzionismi della ragione secolare, tanto che Clodovis Boff nei suoi scritti più recenti dialoga con la corrente teologica sorta attorno all’anglicano inglese John Milbank (Radical Orthodoxy, che rifiuta la distinzione tra una realtà sacra e una profana, ma sostiene che tutto è sacro in quanto la verità è una e coinvolge tutti gli aspetti dell’...

E' credibile la Chiesa?

di don Severino Dianich da www.dimensionesperanza.it  Nella missione si è convinti di avere con la fede una grande ricchezza di vita e si vuole che anche gli altri possano condividerla. La forma visibile della vita dei cristiani è parte essenziale dell’atto comunicativo del Vangelo. Fra gli innumerevoli atti che compongono la missione, ce n'è uno dal quale dipende radicalmente l'esistenza della Chiesa: la comunicazione della fede a chi non crede in Cristo. È quello che il Nuovo Testamento chiama l' euanghélion . La Chiesa si è perpetuata lungo la storia solo perché ci sono stati credenti che hanno comunicato ad altri la loro fede, da una generazione all'altra e andando da una parte all'altra della terra. Il fatto risulta appariscente e assume una particolare rilevanza sociale e storica quando avviene in un popolo nel quale mai è stato annunciato il Vangelo, che non ha nella sua compagine sociale nemmeno una, oppure così poche comunità cristiane, pe...

In attesa di un coraggioso riformatore

di Severino Dianich in “Corriere della Sera” del 1 marzo 2013 Attendiamo un papa che sia un coraggioso riformatore. Senza un cambiamento deciso di tanti aspetti della vita della Chiesa e delle sue istituzioni, la ripresa dell'evangelizzazione non può decollare, perché in molti Paesi della terra, paradossalmente, proprio certi aspetti del volto della Chiesa ostacolano quell'approccio simpatetico con il mondo, la reciproca stima, la disponibilità al dialogo, indispensabili per comunicare la fede agli uomini.

Per un rinnovamento del servizio papale nella Chiesa. I primi “cento giorni”

Gli atti iniziali di un nuovo pontificato rivestono un’importanza decisiva anche per tutto lo sviluppo successivo, perché costituiscono un indizio pubblico degli orientamenti del papa e della Chiesa, e soprattutto perché nelle prime settimane il nuovo eletto ha una freschezza interiore intatta e un prestigio non ancora mortificato dalla routine. È pertanto fondamentale che nei primi “cento giorni” emergano con chiarezza e vigore gli orientamenti-guida, che indichino coraggiosamente la fisionomia dominante del nuovo periodo di servizio petrino che si apre. 

Vaticano II: un concilio incompiuto?

di Jean Rigal in “vatican2milledouze.org” del 25 gennaio 2013 (traduzione: www.finesettimana.org) Il titolo è interrogativo. Eppure, che cosa c'è di più normale di un concilio incompiuto, se si considera che è, insieme, un punto di arrivo e un punto di partenza. Il Vaticano II resta incompiuto su due piani: rispetto al suo insegnamento e rispetto alla sua applicazione. 1. A proposito all'insegnamento del concilio. È risaputo che l'insegnamento del Vaticano II soffre di un problema di articolazione tra diverse componenti della struttura della Chiesa. Si pensi alla nozione di “popolo di Dio” e al suo rapporto con la Chiesa gerarchica, all'articolazione “primato-collegialità episcopale”, al rapporto tra Chiesa universale e Chiese locali, al posto dei “ministeri di laici” nella missione della Chiesa (cf. la costituzione Lumen Gentium).

Che cosa rimane oggi della conferenza di Medellín?

di José Oscar Beozzo  La conferenza di Medellín nel 1968 - tre anni dopo il Concilio - ha avuto un impatto enorme non solo in America Latina ma in tutto il mondo. Dal documento finale dell’episcopato si evince un coraggio profetico che riassume il meglio del Concilio e che trova terreno fertile in questi luoghi. L'ingiustizia sociale e l’oppressione, che devastavano il continente latino-americano, prevalentemente cattolico, dal Messico al Rio Grande fino all’estremo sud, sono emerse con forza nel dibattito e nelle conclusioni di questa conferenza, risultando una ventata di novità nel modo di concepire l'evangelizzazione, la pastorale e la teologia. Nel documento Medellín, pertanto, si nota che alla parte povera della popolazione era già stato dato un ruolo centrale in quanto i vescovi avevano constatato che essa rappresentava la stragrande maggioranza della Chiesa latino-americana. E ciò avrebbe recato con sé conseguenze serie e inevitabili per il laicato. I laic...

Per l'introduzione di cardinali laici

La critica principale che viene rivolta verso l’istituzione ecclesiale è di essere un’istituzione clericale e tutta al maschile che non lascia spazio per altre voci. Non c’è bisogno di elencare il numero di decisioni politiche recenti, da Roma alle sedi locali, che avrebbero avuto un maggior margine di prudenza se solo fossero stati consultati anche dei laici. Gesù ha detto ai suoi discepoli che erano dei servitori, che avevano il compito di nutrire gli affamati e condividere i propri averi con i poveri, che avrebbero dovuto mostrare il loro amore l’un l’altro mettendo la propria vita a servizio del prossimo. Ora, un certo numero di persone all’interno della chiesa si sono comportate esattamente nella maniera opposta, dando vita ad una cultura clericale che troppo spesso ha dato peso a valori di fedeltà al di sopra della responsabilità. Nel contesto attuale un progetto di riforma appare essenziale per ringiovanire la leadership della chiesa e dare maggior voce all’i...

Perché i vescovi non possono essere eletti dalle loro comunità?

Il testo più antico sulla scelta e sulla consacrazione dei vescovi lo troviamo nella Prima Lettera a Timoteo (che probabilmente è stata scritta negli ultimi decenni del I secolo): “Non tralasciare il dono che è in te e che ti è stato dato per rivelazione profetica, con l'imposizione delle mani, dall'assemblea dei presbiteri” (1 Tm 4, 14). Timoteo era stato lasciato da Paolo vescovo ad Efeso probabilmente intorno agli anni 60-62 (cfr. 1 Tm 1, 3). Negli Atti degli Apostoli troviamo un passo che ha una notevole somiglianza con questo. Dopo aver detto, in At 13, 1, che nella Chiesa di Antiochia vi erano profeti e dottori, Luca afferma che lo Spirito Santo disse loro di separare Paolo e Barnaba per l'opera cui li aveva destinati (At 13, 2); e continua: “Dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li lasciarono partire.

Primato e infallibilità del Papa: la costituzione "Pastor Aeternus"(1870)

“ Non possiamo ignorare che moltissime funzioni, di fatto oggi esercitate dal Papa attraverso la sua curia, non discendono necessariamente dal dogma del primato. Bisognerebbe dare giudizi ben ponderati su ciascuna di esse, sul loro valore, sulla loro utilità e sulla loro opportunità. Ma è necessario un giudizio previo che riguardi il loro rapporto con il dogma della fede cattolica sul primato papale, in modo che là dove non si tratta dei costitutivi essenziali del primato stesso, il giudizio di opportunità tenga sommamente conto della possibilità che il ridimensionamento o la eliminazione di un certo compito oggi esercitato dal Papa renda più praticabile il cammino dell’unità. Una per tutte, si pensi alla prerogativa della nomina dei vescovi. Sembrerebbe quindi, dato il sommo bene dell’unità della Chiesa, che il papato limitasse le sue prerogative solo a quelle costitutive del senso stesso del primato così come esso è creduto nella fede cattolica. “(Don Severino Dianich ) Né il dog...

Lettera pastorale di Papa Giovanni XXIV all'inizio del terzo millennio

Nota: II testo seguente è un sogno mio, ricordando la figura spirituale di Papa Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo I. Potrebbe essere anche una lettera pastorale di Papa Giovanni Paolo II. Per me sarebbe allora nello stesso tempo Giovanni XXIV. Domando: è un sogno soltanto mio? Non penso, è già un sogno di milioni di fedeli che sempre più si apriranno ad una grandesperanza, in vista della tanto desiderata unità dei cristiani. Ogni anno durantela settimana per l'unità dei cristiani cresce il desiderio, cresce la speranza, crescerà la fedeltà creatrice. Bernhard HÄRING

"Le mie posizioni non sono più quelle della Chiesa Romana, anche se io mi sento assolutamente cattolico"

11 dicembre 1954 Questa mattina voglio consegnare le mie riflessioni al loro stato attuale. La crisi di quest’ultimo mese mi ha portato a constatare in maniera più netta, quasi brutale, che le mie posizioni non sono - non sono più - quelle della Chiesa Romana, anche se io mi sento assolutamente cattolico .

Ma i papisti si salveranno?

di Niccolò Bonetti "Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna? " Matteo 23,33 Molti cattolici aderiscono con fede non solo ai dogmi ma a qualunque parola che fuoriesca dalla bocca del papa. Il loro è un totalmente affidamento alla gerarchia senza dubbi o perplessità. Sono totalmente eteronomi. Il catechismo della Chiesa cattolica viene elevato a definitiva verità cattolica e ogni minima deviazione dal suo dettato viene ritenuta eresia.

Il concilio nelle vostre mani(Parte seconda)

Il Vaticano Secondo come nuova ermeneutica della fede e dei precedenti Concili Perciò bisogna stare attenti ora a non sfidare il Vaticano II, perché contrastare il Vaticano II vuol dire mettersi contro tutta la Tradizione. È molto significativo che alla vigilia dell’apertura dei lavori, fosse portata a termine dalla cosiddetta “officina bolognese” di Giuseppe Alberigo e Giuseppe Dossetti e presentata a Giovanni XXIII la raccolta di tutti i decreti conciliari, i “Conciliorum ecumenicorum decreta”, simbolo del fatto che non si trattava di aggiornare un catechismo, ma di rimettere in luce e decodificare per l’uomo di oggi l’intero patrimonio di fede elaborato e tramandato dai Concili, in unità col magistero romano.

Crisi e futuro della Chiesa

Lectio Magistralis del card. Walter Kasper alla Accademia Cattolica di Brescia 1. Esperienze personali con la Chiesa Il tema che tratterò di seguito è: “Crisi e futuro della Chiesa”. Non me ne occupo solo da oggi con la Chiesa; questo tema mi interessa da quando posso pensare, e sono ormai più di 70 anni. Perciò desidero cominciare questa conferenza con delle note biografiche, per chiarire che quello della “Chiesa” non è per me un tema con cui abbia a che fare solo a livello accademico o per “dovere d’ufficio”. La Chiesa ha a che fare qualcosa con me, la mia vita e la mia esperienza di vita. Si tratta della mia Chiesa. Sono cresciuto prima e durante la Seconda Guerra Mondiale, nel periodo del nazismo e della guerra, quando la Chiesa, da noi in Germania, non se la passava bene. Il vescovo della nostra diocesi era stato cacciato dai nazisti. Nel campo di concentramento di Dachau c’era un grande blocco per i sacerdoti e, alla fine della guerra, molte chiese erano rid...

Introduzione alla costituzione dogmatica "Lumen Gentium"

di Mario Iannuzziello LaCostituzione Conciliare Lumen Gentium già dal titolo presenta la Chiesa sotto una nuova luce: la Chiesa come Luce delle Genti. La Chiesa, infatti, è mistero , popolo di Dio , comunione : mistero perché la Chiesa è la comunità dell’amore divino, che appare “ un popolo radunato dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo ” (LG 4); Popolo di Dio perché la Chiesa procede dall’alto, dal disegno di Dio e questa definizione mette in risalto sia il carattere di mistero sia quello di soggetto storico , che in ogni circostanza la Chiesa concretizza in modo indivisibile; comunione , ex LG nn. 14-15, perché consiste nella partecipazione alla vita divina e quindi alla fraternità ne nasce.