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La missione educativa delle associazioni

di Lorenzo Banducci E’ difficile parlare degli sviluppi della politica  nostrana negli ultimi giorni. Abbiamo avuto un ballottaggio, i cui esiti favorevoli al centro-sinistra, sono difficilmente commentabili vista la scarsa partecipazione elettorale e vista la completa disaffezione che ancora una volta si manifesta nei confronti della nostra classe politica.

Vi sono corpi celesti e corpi terrestri

di Hans Kung A noi uomini di oggi, con una mentalità scientifica si deve parlar chiaro: perché l’identità della persona rimanga conservata, Dio non ha bisogno dei resti corporei dell’esistenza terrena di Gesù ( come si manifesta nelle apparizioni di cui abbiamo parlato ieri – nota mia). Si tratta della Resurrezione a una forma di esistenza completamente diversa, forse paragonabile a quella della farfalla che prende il volo dal bozzolo di un bruco. Come il medesimo essere vivente si libera dalla vecchia forma di esistenza (“bruco”) per assumerne una inconcepibilmente nuova, interamente libera e aerea ( “farfalla”), così possiamo immaginarci la trasformazione del nostro io ad opera di Dio. Un’immagine. Non siamo tenuti a pensare alla resurrezione in termini fisiologici. Ma allora a cosa è legata la Resurrezione ? Non al sostrato, per principio continuamente mutevole, o agli elementi di questo determinato corpo, ma all’identità della medesima immutabile persona. La corporali

Laicità. Cristianizzazione senza Dio

di Enrico Chiavacci " D'ora in poi predicherò solo Cristo, e Cristo crocifiss o", esclama Paolo (cfr. 1Cor 2,2). La fede in Cristo non è un 'bagaglio di valori', ma è l'assunzione di un unico valore che deve dominare la mia intera esistenza, esserne il senso ultimo su cui io scelgo di misurare me stesso in ogni mia scelta concreta (o, se si vuole, storica). Questo unico valore è fare della propria esistenza un dono offerto a tutti i fratelli in umanità, buoni o cattivi, bianchi o neri, amici o persecutori. " Questo corpo che è per voi, questo sangue versato per voi e per tutti ": Gesù nella cena dichiara il senso del suo andare deliberatamente incontro alla croce, e con questo gesto supremo di dono accompagnare la storia, la vicenda intera della famiglia umana.

La situazione siriana

di P. Fadi Rahi, C.Ss.R Mentre all’inizio del secolo scorso la prima Guerra Mondiale, sorta in Europa, sconvolse il mondo intero, all’inizio di questo secolo le guerre in Medio Oriente e nel Nord Africa, conosciute con il nome di “Primavera Araba”, attirarono e attirano ancora oggi l’attenzione di tutto il mondo.

I santi godranno delle sofferenze degli empi

La misericordia e la compassione possono trovarsi in una persona in due modi: primo, sotto la forma di passione; secondo, sotto la forma di atto deliberato. Ora, nei beati non ci sarà alcuna passione nella loro parte inferiore se non in seguito a una deliberazione della ragione. Perciò in essi non ci sarà la compassione o la misericordia se non sotto la forma di un atto deliberato della ragione. E questa deliberazione nasce dal fatto che uno vuole allontanare il male altrui: per cui non si ha compassione per quei mali che secondo il giudizio della ragione non si vogliono allontanare. Ora i peccatori, fino a che sono in questo mondo, sono in una condizione tale da poter essere liberati dallo stato di miseria e di peccato, senza pregiudizio della giustizia di Dio. Perciò verso di essi può aver luogo la compassione dei beati: sia sotto forma di deliberazione volontaria, come si dice che Dio, gli angeli e i beati hanno compassione di essi volendo la loro salvezza; sia sotto forma di p

Festa della Repubblica permanente

di Giorgio Romagnoni Tutti i giorni bisogna festeggiare la nostra Repubblica...

Fra semi-presidenzialismo e semi-parlamentarismo

di Lorenzo Banducci In queste giornate movimentate di fine primavera (anche se dal punto di vista climatico/meteorologico non pare proprio), fra elezioni amministrative con esiti decisamente sorprendenti e caratterizzate da una scarsissima partecipazione da parte degli elettori e le beghe della maggioranza, ha preso il via in modo più o meno ufficiale l’iter di riforme istituzionale che si pone come obiettivo quello di modificare in modo radicale l’architettura che regge il sistema politico italiano. Si tratta sicuramente di qualcosa da condurre in porto, cercando di rendere più moderno il nostro impianto istituzionale riducendo al minimo alcuni dei mali che affliggono il nostro Paese: l’ingovernabilità generata da un sistema elettorale del tutto inadatto a dare certezza di governo e la perdita del rapporto fra elettore ed eletto a livello territoriale.

Ho conosciuto un prete "angelicamente anarchico"

di Luca Scarcia Questa che segue e' la mia testimonianza. Chi era don Andrea Gallo? Chi era questo vecchio prete dalla faccia scarna, amico di Fabrizio De Andre' e Fernanda Pivano? Conobbi don Andrea Gallo il 21 marzo 2008, in un bar nel centro di Asti. Ci presentò il mio amico Cosimo, che conosceva don Andrea da un bel po' di anni. Mi aspettavo un don Gastone Caoduro, ma comunista. Mi dovetti ricredere. Fu un incontro breve, il tempo di scolare qualche bottiglietta di Crodino e via. In quei minuti rimasi in silenzio, ad ascoltare quel vecchio prete che mi parlo' di diritti, di Costituzione, di amore per tutti e del Faber. Mi sembrava un turbine dotato di intelligenza. Prima di andare via, mi strinse forte la mano e mi lasciò il biglietto da visita della Comunità di San Benedetto al porto e mi disse di fargli visita. Su quel biglietto era riportata un frase di Dietrich Bonhoeffer: "Pregare e fare ciò che è giusto tra gli uomini".

Può esistere una giustificazione cristiana dell'eutanasia (2°parte)

di Giannino Piana (Prosecuzione dell'articolo pubblicato ieri) Osservazioni per un bilancio critico La provocazione di Küng, le cui argomentazioni vanno seriamente discusse, ci fa in ogni caso intuire che la questione dell'autodeterminazione di fronte alla morte è una questione complessa, meritevole come tale di attenta riflessione. Le ragioni a favore dell'autodeterminazione, comprese quelle di ordine teologico, sono tutt'altro che peregrine. Le argomentazioni contrarie, le quali fanno appello alla radicale indisponibilità della vita umana perché «dono» di Dio o perché dotata di una costitutiva «santità», risultano insufficienti: esse si collocano infatti a livello metaetico o parenetico, e in quanto tali non possono rivestire un carattere assoluto né tanto meno venire immediatamente trasposte in ambito normativo. La tradizione morale cristiana conosce del resto l'esistenza di consistenti eccezioni al divieto di uccidere, soprattutto sul terreno d

Può esistere una giustificazione cristiana dell'eutanasia? (1°parte)

di Giannino Piana in “Micromega” n. 4 del maggio 2013 L'eutanasia è una pratica presente in tutte le società e le culture - dalle più remote a quelle attuali - che ha assunto (e assume) tuttavia connotati e significati diversi a seconda delle modalità con cui viene eseguita e delle motivazioni che giustificano ad essa il ricorso. Senza entrare nel merito di un'indagine storica (e antropologica), che ci porterebbe lontano e che esula peraltro dall'intento di questo saggio, si può dire che l'eutanasia è oggi comunemente intesa come quell'insieme di azioni o di omissioni intenzionalmente e direttamente finalizzate a porre fine alla vita o ad accelerare la morte di un malato che versa in condizioni disperate. L'eutanasia risulta dunque motivata da un atteggiamento di pietà nei confronti di una persona che vive in una situazione particolarmente penosa e che si intende in tal modo sottrarre a ulteriori sofferenze. Questa restrizione dell'area semantica

Morire è ritrovare Dio

di don Andrea Gallo in “Il Sole 24 Ore” del 26 maggio 2013 Discorso pronunciato il 27 novembre 2008 per la morte del violoncellista Sergio Bonfanti. Ancora giovane, fui invitato alla Scala di Milano. Che splendore, quale musica! Avvolto in quell'atmosfera, per la prima volta mi venne da pensare: ma questo è un angolo del Paradiso! Angeli, arcangeli, cherubini, musica celestiale...

Oltre una visione eurocentrica della Chiesa

i 1. Cosa ne pensa di questa nuova stagione della chiesa? Il nuovo papa Francesco ha dato alcuni segnali, ma ancora una volta i conservatori insistono sul fatto che nulla è cambiato, i progressisti lo vedrebbero già fare passi anche troppo avanti… È un po’ sempre la stessa storia che si ripete o no? Naturalmente ognuno esamina ogni parola del nuovo papa per vedere se è dalla “nostra parte” o meno. Questo è profondamente ingiusto. Francesco ha bisogno di tempo per scoprire la strada davanti a sé, ascoltando il parere dei suoi consiglieri e confidando nella preghiera. Egli scoprirà lentamente nei mesi quanto grande sia la necessità di un cambiamento. Spero vivamente che sarà un momento di cambiamento radicale. Papa Francesco sottolinea sempre che egli è soprattutto il vescovo di Roma, e fin dalla prima sera affacciandosi sul balcone ha definito subito il suo predecessore, vescovo-emerito. Io ritengo che lui stia cercando di spostarci oltre l'idea, che ha governato

Nuova Cittadinanza

  di Giorgio Romagnoni   Il messaggio di don Gallo per la rubrica "tratteggiare idee"         

Rosario Livatino, il giudice che credeva nella carità

Vi presentiamo questo articolo, uscito Ricerca (il bimestrale della FUCI) due anni fa, che parla del giudice Rosario Livatino vittima della mafia. di Manuela Cilia «...Forse tu agisci da re perché ostenti passione per il cedro? Forse tuo padre non mangiava e beveva? Ma egli praticava il diritto e la giustizia e tutto andava bene Egli tutelava la causa del povero e del misero...» (Ger. 22,15) Il versetto di Geremia rispecchia il clima di degrado politico che attraversava l'Italia degli anni '70 e '80. Era il periodo del “regime di corruzione” in cui i politici al governo assestavano duri colpi alla magistratura da un lato delegandole la risoluzione dei gravi problemi della nostra democrazia, dall'altro diffidandone col timore che il loro potere venisse da essa stessa minacciato.

L'Europa all'ordine del giorno

Vi presentiamo una novità! Abbiamo un vignettista: l'amico Giorgio Romagnoni. Avrà un angolo tutto suo sul nostro blog.  Oggi ci presenta il "suo" De Gasperi. di Giorgio Romagnoni

Sacerdote del Signore

A 21 anni dalla strage di Capaci viene celebrata, in ricordo di quel 23 maggio 1992, la Giornata della Legalità con una serie di iniziative interessanti seguite anche dalla RAI. La chiusura ideale avverrà sabato 25 maggio con la beatificazione di don Pino Puglisi . E’ da un ricordo del prete di Brancaccio ucciso dalla mafia che noi vogliamo partire, dimostrandoci aperti ai contributi di tutti e in particolare degli amici del Sud che vorranno intervenire sulle nostre pagine nei prossimi giorni. di Vito Magno (religioso rogazionista, giornalista, membro del Centro Nazionale Vocazioni) da: Rivista "Ai Nostri Amici" settembre - ottobre 1993 Di Don Giuseppe Puglisi, il prete assassinato dalla mafia il 15 settembre ‘93, è stato scritto molto, ma non è stato detto tutto. E’ morto a cinquantasei anni, ma a leggere i giornali si potrebbe pensare che li avesse tutti trascorsi nella parrocchia palermitana al Brancaccio, che guidava da soli tre anni. Il grosso del

Gesù risuscitato, "primula" di partecipata risurrezione

Risurrezione e apparazioni di Cristo: una riflessione ancora viva nel pensiero teologico contemporaneo. Proviamo a tracciarne un primo percorso, stimolati da questo testo e da altri che ne seguiranno di differente orientamento. Rimarco che si tratta di un semplice spunto di riflessione e non di una posizione condivisa dal nostro blog. di Giuseppe Barbaglio  Ha insegnato presso la Facoltà teologica interregionale di Milano. Dirige per le Edizioni Dehoniane di Bologna le collane «La Bibbia nella storia» e (con R. Penna) «Scritti delle origini cristiane». in “Concilium” del 2006 – n. 5  Una lettura non ingenua dei testi del Nuovo Testamento esige di comprenderne il linguaggio metaforico familiarizzandosi in concreto con le metafore: risvegliare dal sonno della morte e rialzare da terra, innalzare colui che era disceso in basso, ascensione al cielo, apparizione, tomba vuota. La loro funzione è di comunicare realtà ed esperienze che vanno oltre al confine del nos

Il miglior frutto di questa crisi: l'illusione dell'autonomia

di Emanuele Macca Siamo travolti da un'ondata di crisi economica che ha il suo epicentro in quella del sistema finanziario. Essa come un'onda tellurica si è espansa gradualmente ma senza sosta fin nelle nostre case e in particolare nelle quarte settimane delle famiglie del ceto medio. Coloro che mai avrebbero immaginato di dover chiedere aiuto e sostegno ai Centri d'Ascolto delle Caritas e ai Servizi Sociali del Comune di residenza, coloro che compiono gesti di violenza contro se stessi o coinvolgendo terzi sono il segnale tangibile di una crisi sociale che è anche una crisi umana e della persona in quanto tale.

Introduzione al pensiero teologico di K.Rahner

1. L'orizzonte filosofico di K.Rahner Il pensiero filosofico di K.Rahner è caratterizzato da un dialogo tra la metafisica dell'essere di S.Tommaso e le istanze storico-esistenziali di Heidegger. Per poter conciliare questi due orizzonti filosofici Rahner si è servito del metodo trascendentale di I.Kant nella versione tomistica del gesuita J.Maréchal (1878-1944). Accettando la Critica kantiana, per cui si dà conoscenza oggettiva a partire dall'a-priori, Maréchal identifica questo elemento non tanto con le categorie e in definitiva con l'Io-penso, ma con l'apertura trascendentale dell'intelletto umano all'Essere. La teologia medioevale chiamava questa apertura antropologica verso Dio desiderium naturale vedendi Deum oppure potentia oboedientialis . Questa ristrutturazione della conoscenza a partire dal soggetto conoscente viene chiamata da K.Rahner svolta antropologica . Tale svolta non rappresenta una scelta arbitraria all'interno

Pentecoste. Festa della discesa del Santo Spirito

di Alexander Schmemman da Celebration of Faith. Sermons , Vol. 2 "The Church Year”, 1994 La festa della discesa del Santo Spirito”. Pronuncio queste parole che conosco sin dalla mia infanzia e mentre le pronuncio mi colpiscono come se le sentissi per la prima volta. Sì, sin dal tempo in cui ero bambino ho saputo che 10 giorni dopo l’Ascensione, cioè 50 giorni dopo Pasqua, i Cristiani, da tempi immemorabili, celebravano e continuano a celebrare la discesa del Santo Spirito durante una festa conosciuta col suo nome ecclesiale come Pentecoste o, più comunemente, come “Trinità”, il giorno della Trinità.

Gilbert Keith Chesterton. L'avventura umana e letteraria di un Uomo Vivo

di Fabrizio Saracino Vi presentiamo oggi la relazione introduttiva di Fabrizio Saracino per un convegno, tenutosi a Perugia e organizzato dalla FUCI locale, su Gilbert Keith Chesterton .  Il Gruppo FUCI “Giuseppe Toniolo” in occasione dell’Anno della Fede ha deciso di affrontare un percorso tematico alla riscoperta di alcune importanti figure del laicato cattolico, dedicando in maniera particolare un incontro pubblico sulla figura di Gilbert Keith Chesterton. Ora alcuni di voi si staranno chiedendo: perché un incontro proprio su Chesterton? Questa mia breve introduzione avrà come scopo quello di cercare di rispondere a questa domanda.

La trasgressione rafforza la repressione

Certamente,uno ha il diritto di mettere in pratica la non repressività anche all'interno della società conformistica: dalle stravaganze nell'abbigliamento agli espedienti più folli della vita diurna e notturna. Ma nella società costituita ,questo genere di proteste si muta in uno strumento di stabilizzazione e perfino di conformismo ,poichè non solo lascia intatte le radici del male ,ma anche testimonia a favore dell'esistenza di una libertà all'interno della repressione generale. E' certamente un bene che queste libertà del privato siano ancora praticate e praticabili ma la generale assenza di libertà conferisce loro un significato regressivo. Un tempo questi sfoghi individuali della repressione erano un privilegio esclusivo di una limitata classe alta ,mentre in condizioni eccezionali venivano concessi anche agli strati meno privilegiati della popolazione. In contrasto a ciò,la civiltà industriale avanzata democratizza le autorizzazioni allo s

Non sono guarito, non guarirò nemmeno

Non sono saggio e anzi, per alimentare la tua malevolenza, nemmeno lo sarò. Pretendi dunque da me non che io sia pari ai migliori, ma migliore tra i cattivi: mi basta questo, limitare qualcuno tra i miei difetti e disapprovare i miei errori. Non sono guarito, non guarirò nemmeno; preparo più i calmanti che le medicine per la mia gotta, mi accontento se mi attacca abbastanza raramente e se dà meno spasmi: se mi paragonate alle vostre gambe, sono un corridore scarso. “ Parli in un modo – dici – vivi in un altro” . Di questo, menti malignissime e nemicissime di chi è migliore, è stato accusato Platone, è stato accusato Epicuro, è stato accusato Zenone; ma tutti costoro dicevano non come loro vivessero, ma come loro avrebbero dovuto vivere. Parlo della virtù, non di me, e quando me la prendo con i vizi lo faccio soprattutto con i miei: quando potrò, vivrò come si deve. Ma quella vostra acredine grondante di molto veleno non mi distoglierà dai migliori; e nemmeno quel vostr

Guerre giuste e ingiuste

Professor Walzer, il dibattito sulla guerra giusta affonda le proprie radici nei classici della filosofia morale e politica. Può descriverci a grandi linee la concezione classica della guerra giusta?  La riflessione sulla guerra giusta, ripresa negli Stati Uniti in occasione della guerra nel Vietnam, risale a molto tempo addietro ed appare in forme e linguaggi differenti in ogni cultura complessa. La concezione classica è quella cattolica medioevale originatasi dalla cosiddetta «teologia morale» . Essa si indirizza all'esperienza di coloro che, essendo impegnati nella guerra in qualità di leader politici o di soldati, sono costretti a prendere continuamente delle decisioni e a cercare una auto-giustificazione morale. Nessun leader politico, infatti, può mandare dei giovani ad uccidere ed essere uccisi, senza fornire loro delle ragioni morali, senza assicurarli che agiscono per una giusta causa . Queste argomentazioni, che potranno forse apparire ipocrite, si fondano

Sulla marcia per la Vita

di Niccolò Bonetti Sulla civiltà occidentale spira, da diversi decenni un'aria di morte: l'aborto si è ormai affermato come diritto inviolabile della persona in quasi tutti i paesi occidentali (il mito crudele dell'autodeterminazione) mentre sta prendendo sempre più piede la depenalizzazione dell'eutanasia , fatto che mostra chiaramente quanto la sofferenza sia stata privata di ogni valore salvifico e umanizzante e quanto si stia affermando sempre di più una visione individualistica e libertaria della morte. Il cristiano non può accettare questa eclissi dell'inviolabile diritto alla vita, non può accettare né può in alcun modo essere partecipe del grave smarrimento valoriale che in questo ambito ha colpito l'Occidente.

Pena di morte attiva in 21 paesi

di Sabrina Magnani in “Settimana” n. 17 del 28 aprile 2013 La notizia buona è che è in costante diminuzione, quella meno buona è che la si è registrata in paesi che da tempo non ne facevano ricorso: la pena di morte è sempre più osteggiata nel mondo, confermando la tendenza a una sua drastica diminuzione ma, al tempo stesso, presenta una ripresa in paesi che parevano averla dimenticata. È quanto emerge dal Rapporto annuale sulla pena di morte elaborato da Amnesty International e presentato a Roma il 10 aprile, che analizza il ricorso alla massima pena capitale paese per paese, contestualizzandolo nell’ambito del più ampio discorso dei diritti umani. Nel corso del 2012 ci sono state esecuzioni in 21 paesi, lo stesso numero dell’anno precedente ma meno rispetto a dieci anni fa, quando erano 28. Le pene capitali eseguite di cui l’associazione è venuta a conoscenza sono state 682, all’incirca le stesse dell’anno precedente, mentre 1.722 sono state le sentenze capitali

Valori non negoziabili e valori di "serie B": la questione ungherese

di Lorenzo Banducci Mi ha fatto molto riflettere il dibattito che si è manifestato negli ultimi mesi sulla promulgazione, avvenuta nel marzo scorso, da parte del parlamento ungherese di una nuova Costituzione.

Adolescenti e Chiesa a confronto

di Barbara Marchica Gli adolescenti desiderano educatori che sappiano guidarli in modo autentico alla ricerca della vera interiorità. La formazione degli adulti diventa così un passaggio fondamentale. Il lavoro di analisi sul documento della Cei Educare alla vita buona del Vangelo ha permesso agli studenti di un liceo classico del centro storico di Milano di riflettere e di confrontarsi sugli Orientamenti pastorali, proposti dall'episcopato italiano. Nel primo articolo gli adolescenti si sono concentrati sul capitolo intitolato Educare in un mondo che cambia ; nell'articolo successivo si sono cimentati con il capitolo Gesù, il maestro , soffermandosi in modo particolare sul paragrafo n. 20, La Chiesa discepola, madre e maestra . Quest'ultimo articolo (i primi due sono apparsi su Sett. n. 11/11, p. 6 e n. 21/11, p.11), vede le riflessioni degli studenti sul terzo capitolo Educare, cammino di relazione e fiducia. In qualità di insegnante di religione cattolica, a

L'uomo sulla copertina

di Lorenzo Banducci Erano i primi anni ’90 e un bambino, aggirandosi in un negozio di libri accompagnato da suo padre, si divertiva in quello che era il suo passatempo di allora e che tanto faceva divertire parenti e amici: riconoscere i politici alla semplice vista di una loro immagine e pronunciarne il nome a voce alta per mostrare al mondo intero la bravura in questa qualità. Inutile dire che quel bambino in quella libreria ero io e come, già da allora, la mia malattia cronica nei confronti della politica iniziasse a dare i primi segni.

L'autentica amicizia

Quelli che chiamiamo abitualmente amici o amicizie sono soltanto dimestichezze e familiarità annodate per qualche circostanza o vantaggio, per mezzo di cui le nostre anime si tengono unite. Nell’amicizia di cui parlo, esse si mescolano e si confondono l’una nell’altra con un connubio così totale da cancellare e non ritrovar più la commessura che le ha unite. Se mi si chiede di dire perché l’amavo, sento che questo non si può esprimere che rispondendo: “Perché era lui; perché ero io”.

Perchè si perde la fede

Persi la fede nello stesso modo in cui l’hanno perduta e continuano a perderla coloro che hanno ricevuto il nostro stesso tipo di educazione. Nella maggior parte dei casi ciò accade nel modo seguente: si vive come vivono tutti, e tutti vivono basandosi su principi che non solo non hanno nulla in comune con la fede professata, ma che anzi le sono generalmente contrari e opposti; la religione non entra nella vita, e non accade mai, sia nei rapporti con gli altri che in privato, di doverci confrontare o fare i conti con essa. Viene professata e praticata in qualche regione indeterminata, lontano dalla vita e indipendentemente da essa. Quando entriamo in contatto con la fede, la consideriamo normalmente come un fenomeno esteriore, non collegato all’esistenza.

Che senso ha dire che si è pentiti dei propri peccati, se la mente brucia delle stesse passioni di un tempo?

Io voglio provare per tutta la vita attraverso la contrizione dell’anima quello stesso dolore che tu hai sofferto per un attimo nella carne e offrire così a te, se non a Dio, una specie di soddisfazione. In effetti per confessare apertamente la miseria e la debolezza del mio cuore, non saprei proprio trovare da sola una forma di espiazione che possa soddisfare Dio; anzi talora arrivo al punto di accusarlo di crudeltà per aver permesso l’oltraggio di cui sei stato vittima, e mi rendo conto che più che cercare di placare la sua collera con la penitenza, lo offendo con il mio atteggiamento ribelle e con la mia sorda opposizione alla sua volontà. Che senso ha, infatti, dire che si è pentiti dei propri peccati e umiliare in tutti i snodi il proprio corpo, se la mente è ancora pronta a peccare e anzi brucia delle stesse passioni di un tempo?