Caro
Mario,
vengo dalla FUCI anch'io e quando ho letto la tua intervista ho fatto fatica a riconoscermi in alcune delle cose che hai detto.
Per questo ho deciso di scriverti con la stessa libertà con cui, quando ero fucino in Cattolica, Lazzati ci chiamava per dirci quello che non gli andava delle cose che facevamo.
Naturalmente io non sono Lazzati e le mie osservazioni valgono molto meno di quelle che faceva lui. Lui però diceva sempre che parlava solo perchè aveva sulle spalle qualche anno in più di noi e, da questo punto di vista, visto che ho ormai passato la mezza età, non ho niente da invidiargli.
vengo dalla FUCI anch'io e quando ho letto la tua intervista ho fatto fatica a riconoscermi in alcune delle cose che hai detto.
Per questo ho deciso di scriverti con la stessa libertà con cui, quando ero fucino in Cattolica, Lazzati ci chiamava per dirci quello che non gli andava delle cose che facevamo.
Naturalmente io non sono Lazzati e le mie osservazioni valgono molto meno di quelle che faceva lui. Lui però diceva sempre che parlava solo perchè aveva sulle spalle qualche anno in più di noi e, da questo punto di vista, visto che ho ormai passato la mezza età, non ho niente da invidiargli.
Inizio invitandoti a chiamare le cose con il loro nome. La coalizione guidata da Bersani, che è poi quella che governa la Toscana, non è una coalizione di "sinistra" come dici tu, copiando in questo Berlusconi che è sempre stato molto bravo a falsificare la realtà, ma è una coalizione di "centro sinistra", che raccoglia quanti, in Italia, non si sono mai fatti sedurre da colui che Dossetti chiamava il "grande seduttore".
Va quindi trattata con rispetto, perché anche quando Casini faceva il presidente della Camera con i voti di Forza Italia e della Lega, Fini guidava il massacro dei manifestanti presenti al G8 di Genova dai locali della questura e Monti sosteneva che Berlusconi era la novità che l'Italia stava aspettando, hanno continuato ostinatamente a dire, come Dossetti, che l'Italia non meritava una maggioranza come quella.
Sono quelli che hanno votato contro quella legge elettorale vergognosa che ci costringe ad avere un Parlamento di nominati e non di eletti. E sono quelli che, convinti che una legge elettorale non la si fa a colpi di maggioranza, hanno tentato in tutti i modi di trovare un accordo con la destra rappresentata in Italia dalla Lega e dal PDL, evitando qualunque colpo di mano simile a quello che ha dato vita al "porcellum".
Quella che tu liquidi come «la coalizione di sinistra» è la coalizione in cui sopravvivono le tradizioni politiche che hanno scritto la Costituzione e che hanno difeso la democrazia quando, tra gli anni settanta e gli anni ottanta, l'Italia si è trovata sotto il fuoco incrociato di chi ne voleva rovesciare le istituzioni.
Quella che tu liquindi come «la coalizioen di sinistra" è la coalizione in cui sopravvivono gli ideali di Moro, di Bachelet e di Dossetti (che non a caso, nel 1996, spese le sue ultime energie per impedire una seconda vittoria del quartetto composto da Berlusconi, da Bossi, da Fini e da Casini).
Occorre poi correggere i tuoi ricordi infantili, perché i governi Prodi non sono caduti per colpa della sinistra. Nel 1998 la fine del governo Prodi fu prpvocata dall'accordo tra D'Alema e Marini che, con la benedizione dell'ex presidente della Repubblica Cossiga, condannava Rifondazione comunista alla morte politica (occorrerebbe qui ricostruire i lavori della Commissione bicamerale sulle riforme guidata da Massimo D'Alema per dire con esattezzac come sono andate la cose, ma chiaramente non c'è il tempo). Nel 2008, invece, i voti che vennero a mancare furono quelli dell'UDEUR (il partito guidato da Mastella) a cui si aggiunsero alcuni senatori eletti nelle liste della Margherita, un senatore dell'IDV e un senatore che, dopo essere stato eletto con Rifondazione Comunista ne era uscito.
Tu critichi poi la presenza, nel centro sinistra, di Niki Vendola, dicendo che il suo europeismo non ha niente a che fare con quello di Monti. Dimentichi però di dire che l'europeismo di Monti è l'europeismo che ha affamato la Grecia e che ha provocato la recessione che sta strangolando l'Italia. Dire che Vendola non è un convinto europeista è un errore: le sue idee, al contrario di quelle di Monti, assomigliano un po' meno a quelle di Angela Merkel e un po' di più a quelle di presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker che, preoccupato per la perdita del potere d'acquisto dei cittadini europei, ha proposto quello che SEL propone da due anni: un impianto chiaro e ineludibile dei diritti sociali.
Per non essere troppo lungo sorvolo sulle altre accuse che fai a quella che tu ti ostini a chiamare la "sinistra" e mi fermo solo su un'affermazione che è troppo sfacciata per non essere presa in considerazione.
Parli infatti di una sinistra «radicata in posizioni sindacaliste estreme volte nei fatti a costringere noi giovani a pagare il debito accumulato da generazioni precedenti» e lo fai da candidato di un partito guidato da un uomo che, in poco più di un anno di governo non ha saputo difendere l'occupazione di nessuno: non ha difeso l'occupazione di chi era alle soglie della pensione, facendo cadere dall'alto una riforma tecnicamente sbagliata che ha creato decine di migliaia di esodati, ma non ha nemmeno difeso l'occupazione di chi voleva entrare nel mondo del lavoro, partendo dal dogma liberista che solo se si impoveriscono i lavoratori e li si spinge verso il precariato si creano più posti di lavoro.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: durante il governo Monti il numero dei disoccupati è aumentato di mezzo milione di unità e i professori che ne occupavano i ministeri non hanno fatto nulla, ma proprio nulla per invertire questa tendenza. Nello stesso tempo il principale sindacato italiano ha fatto uno sforzo di analisi enorme per mettere a punto delle proposte concrete che ha presentato lo scorso 13 gennaio durante una conferenza a cui il presidente Monti non è andato (probabilmente era troppo impegnato a rifinire le liste del suo movimento per prendere in considerazioni le proposte del maggiore sindacato italiano per creare nuovi posti di lavoro e per fermare finalmente la crisi occupazionale che sta affamando l'Italia).
Per quando riguarda infine i temi eticamente sensibili apprezzo il fatto che tu, per parlare di riconoscimento delle unioni omosessuali, faccia appello alla Costituzione. Apprezzo meno il fatto che tu dimostri di non conoscere gli articoli 29 e 30 che citi, perché se li vai a leggere bene, quei due articoli sono formulati in modo tale da non escludere le famiglie composte da coniugi di un solo sesso: si parla infatti genericamente di "coniugi" e non di "marito" e di "moglie". Tra l'altro la Corte Costituzionale, con la sua sentenza 138 del 2010 dice chiaramente che è compito del legislatore mettere a punto gli strumenti per tutelare le famiglie composte da persone dello stesso sesso.
Resto poi basito di fronte alla faccia tosta di chi ha messo a punto un programma in cui si afferma di voler ridurre l'IRPEF, di voler eliminare l'IRAP e voler ridurre l'IMU dopo che, nell'anno in cui ha guidato il governo italiano, ha fatto l'esatto contrario senza però riuscire in alcun modo a ridurre gli stipendi stratosferici del "grand commis" dello Stato (peraltro presenti massicciamente nel Governo Monti). Lette così queste promesse sono solo un po' meno sfacciate di quelle di Berlusconi quando promette l'eliminazione dell'IMU (che pure aveva votato), la restituzione della quota pagata nel 2012 per la prima casa e quattro milioni di posti di lavoro.
Posso capire che un giovane che "sale" in politica lo faccia con entusiasmo. Da persona che ha sulle spalle un po' di attività politica fatta là dove la politica costa fatica e non da molte soddisfazioni (sono stato assessore in un piccolo comune) posso anche capire che ci siano delle semplificazioni legittime. Da ex fucino che non ha mai avuto paura della complessità della realtà che abbiamo di fronte non posso però accettare che l'esigenza di semplificare porta a proporre una visione distorta della realtà in cui il caravanserraglio che si è raccolto intorno al presidente Monti venga presentato come un'opzione credibile per fermare la deriva populista in cui rischia di cadere l'Italia.
E' inutile girare intorno al problema. Grazie alla vergognosa legge elettorale che Bossi, Berlusconi, Fini e Casini ci hanno lasciato in eredità, alle prossime elezioni politiche chi avrà più voti alla camera avrà la possibilità di mettere il veto su qualunque scelta del futuro parlamento.
E sono soltanto due le coalizioni che hanno qualche possibilità di ottenere questo risultato: la destra guidata da Berlusconi che ha dimostrato più di una volta quanto sia capace di scelte irresponsabili pur di salvaguardare interessi di parte; il centro sinistra guidato da Bersani che ha sostenuto lealmente il governo Monti anche quando ha fatto scelte che, non solo non erano di sinistra, ma che erano anche poco credibili per chiunque aveva qualche nozione di diritto del lavoro.
Dimenticare questo significa imporre all'Italia ad altri cinque anni di berlusconismo con il rischio concredo di spingerla definitivamente nel burrone in cui Berlusconi la stava già portando.
Dimenticarsi di questo è il pià grosso errore che possiamo fare.
Prima di congedarmi ti ti auguro che questa fiammata di passione politica non si spenga e che possa portarti a ripetere le gesta dei tanti ex esponenti dell'Azione Cattolica e della Fuci che hanno arricchito la politica italiana nel centro sinistra: da Giorgio Tonini a Stefano Ceccanti, da Rosi Bindi a Ernesto Preziosi per arrivare Giovanni Bachelet e a Monticone.
Gianni Geraci
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