"Non so dove potremo fallire ma falliremo,
perché il Partito
Democratico è fatto così": frase
dei Simpson del 2008.
E adesso???
Ancora una volta il centro
sinistra non riesce a vincere le elezioni per colpa di una campagna elettorale
giocata troppo sul realismo e troppo poco sulle emozioni. Facile dire ora “se
ci fosse stato Renzi…”. Purtroppo è così, checché ne dicano i sondaggi di
Pagnoncelli.
E non si tratta, guardate, “di coltivare inganni” come ha detto Bersani in conferenza stampa, ma di offrire una narrazione politica che dia entusiasmo e che sia portatrice di un sogno.
E non si tratta, guardate, “di coltivare inganni” come ha detto Bersani in conferenza stampa, ma di offrire una narrazione politica che dia entusiasmo e che sia portatrice di un sogno.
Il problema di questo PD, lo avevo già detto, è l’autoreferenzialità. La presunzione di essere dalla
parte dei ‘buoni’ dopo 20 anni di lotta anti-berlusconiana, non ha fatto altro
che produrre un partito chiuso in se stesso. Renzi avrebbe sbaragliato le
carte. Sarebbe andato alla ricerca dei voti del centro destra e di molti
scontenti rifugiatisi nel M5S.
Questo il PD non l’ha voluto fare. Non ha voluto “snaturarsi”. Ha pensato di poter vincere rivolgendosi solo al popolo del centro sinistra. Beh, non è bastato, evidentemente!
Questo il PD non l’ha voluto fare. Non ha voluto “snaturarsi”. Ha pensato di poter vincere rivolgendosi solo al popolo del centro sinistra. Beh, non è bastato, evidentemente!
E adesso???
Le dichiarazioni di Bersani
dovrebbero lasciare fuori discussione l’ipotesi di una grande coalizione
PD-PDL. Come sosteneva un mio amico del M5S, ci sarebbe bisogno di un ‘PD
illuminato’, che propone 4/5 punti basilari su cui trovare una convergenza
comune con i grillini (passatemi il termine…M5S mi aveva stufato). È esattamente
ciò che ha proposto Bersani: un programma essenziale da proporre al Parlamento
(leggi M5S e Monti) in cui sciogliere i nodi delle riforme istituzionali e
della politica, moralità pubblica e privata, difesa dei ceti più esposti alla
crisi, impegno per una nuova politica europea per il lavoro.
Le soluzioni
all’orizzonte sono due.
- Il M5S non accetta la proposta del PD e si torna a votare.
- Il M5S non accetta la proposta del PD e si torna a votare.
- Il M5S accetta la proposta
ed appoggia, punto per punto, le idee buone di un governo a guida PD.
Quest’ultima sembra la
proposta più accreditata, anche a seguito delle prime dichiarazioni.
Resta da capire come i nuovi
parlamentari del Movimento si comporteranno. Se saranno disfattisti come in
campagna elettorale o se saranno soggetti ad un processo di
“istituzionalizzazione”, trasformandosi in politici più flessibili.
Sinceramente, dopo un iniziale
sconforto, credo che un accordo di legislatura PD-M5S potrebbe essere non solo
l’unica soluzione, ma anche quella auspicabile per fare un po’ di pulizia, dare
all’Italia quelle norme di civiltà di cui ha tanto bisogno e riavvicinare i
cittadini alla politica.
(Giovanni Gentili)
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