di Lorenzo Banducci
Per
me personalmente non sono mai esistiti con questa nomenclatura (che per
comodità continuerò ad utilizzare), ma i cosidetti “valori non negoziabili”
sono spariti dal dibattito pubblico in vista delle prossime elezioni politiche.
Partiamo dall'idea secondo la quale mio avviso tutti
i valori nascano come non negoziabili e definirne solo alcuni come tali rischia
di renderli di fatto mercificabili e scambiabili con altri (cosa tristemente
avvenuta durante l’ultimo decennio quasi integralmente berlusconiano).
Non
è che nei talk show vadano in scena brillanti dibattiti aventi come tema il
futuro del nostro paese, dei giovani, del lavoro, dell’istruzione ecc. Si
preferisce gettare benzina sugli scandali (ora va di moda quello riguardante il
Monte dei Paschi), sparare a zero nei confronti degli avversari politici (il
più bersagliato da destra e sinistra è Nichi Vendola il bolscevico) e puntare
tutto sulle battute ad effetto (il maestro è sempre Berlusconi in questo. La
frase su Balotelli vs Monti sta stracciando nettamente la concorrenza).
Una
campagna elettorale assai mediocre dunque. Si guardano soprattutto i sondaggi
che registrano la crescita del Cavaliere a discapito della sinistra e non si
pensa (citando De Gasperi) alle prossime generazioni.
Men
che mai stanno trovando spazio a loro volta i valori non negoziabili. Come
conseguenza si registra la sparizione dalle liste e dal dibattito politico dei “teocon”.
I conservatori del PdL hanno rinunciato all’idea di costruire un partito
conservatore italiano ispirato dalle idee dei neocon americani. Sulla stessa
lunghezza d’onda si è dimostrata la Conferenza Episcopale Italiana che ha
ribadito, tramite il suo presidente Cardinal Angelo Bagnasco, la scelta di non
appoggiare apertamente alcuna lista elettorale alle prossime elezioni con buona
pace di Monti, Riccardi e dei cattolici di Todi.
Prevalgono
nelle scelte dei candidati cattolici e probabilmente anche in quelle dell’elettorato
cattolico i temi economici e sociali. Il crescente disagio sociale, la nuova
povertà, la mancanza del lavoro tendono ad assorbire tutto il resto.
Almeno
a me comunque farebbe piacere conoscere con chiarezza la posizione dei singoli
schieramenti sui temi etici (dal fine-vita al divorzio breve passando per le
unioni di fatto). Tutto questo senza che tali questioni siano trattate in
maniera apertamente ostile nei confronti delle posizioni diverse, con l’idea
insomma di superare quel “bipolarismo etico” tanto sognato dai teocon nostrani.
Superamento che, forse, con l’attuale fase di lento disgelo su questi temi,
potrà portare solo del bene al dibattito e al ripensamento di un’idea di uomo
nuova e condivisa da credenti e non credenti. Lo so a leggere alcuni articoli di cattolici tradizionalisti o di laicisti ultraprogressisti c'è ben poco da sperare in questa direzione, ma se abbiamo creato un blog per favorire la nascita di uno spazio di confronto aperto e libero anche su queste tematiche, perchè dovremo smettere di sognare?
(Lorenzo Banducci)
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