Per
imperativo della fede noi siamo costretti a credere ed a ritenere,
che vi è una sola Santa Chiesa Cattolica ed Apostolica, e noi
fermamente la crediamo e professiamo con semplicità, e non c'è né
salvezza né remissione dei peccati fuori di lei - come lo Sposo
proclama nel Cantico: “Una
sola è la mia colomba, la mia perfetta; unica alla madre sua, senza
pari per la sua genitrice".
Essa rappresenta l'unico corpo mistico, il cui capo è Cristo, e
(quello) di Cristo è Dio, e in esso c´è un solo Signore, una sola
fede, un solo battesimo. Una sola infatti fu l'arca di Noè al tempo
del diluvio, che prefigurava l'unica Chiesa; ed era stata costruita
da un solo braccio, ebbe un solo timoniere e un solo comandante,
ossia Noè, e noi leggiamo che fuori di essa furono sterminati tutti
gli esseri esistenti sulla terra. Questa Chiesa noi veneriamo, e
questa sola, come dice il Signore per mezzo del Profeta: “Libera,
o Signore, la mia anima dalla lancia e dal furore del cane, l'unica
mia".
Egli pregava per l'anima, cioè per Se stesso - per la testa e il
corpo nello stesso tempo - il quale corpo precisamente Egli chiamava
l'unica Chiesa, a causa dell'unità dello Sposo , della fede, dei
sacramenti e della carità ecclesiale. Questa è quella veste senza
cuciture del Signore, che non fu tagliata, ma data in sorte. Dunque
la Chiesa sola e unica ha un solo corpo, un solo capo, non due teste
come se fosse un mostro, cioè Cristo e Pietro, vicario di Cristo e
il successore di Pietro, perché il Signore disse a Pietro: “Pasci
le mie pecorelle".
“Le
mie",
Egli disse, parlando in generale e non in particolare di queste o
quelle, dal che si capisce, che gliele affidò tutte.
Se
quindi i greci o altri dicono di non essere stati affidati a Pietro e
ai suoi successori, devono per forza confessare di non essere tra le
pecorelle di Cristo, perché il Signore dice in Giovanni che c'è un
solo gregge e un solo pastore. Proprio le parole del
vangelo ci insegnano che in questa Chiesa e nella sua potestà ci
sono due spade, cioè la spirituale e la temporale, perché, quando
gli Apostoli dissero: “Ecco
qui due spade" -
che significa nella Chiesa, dato che erano gli Apostoli a parlare -
il Signore non rispose che erano troppe, ma che erano sufficienti. E
chi nega che la spada temporale appartenga a Pietro, ha malamente
interpretato le parole del Signore, quando dice: “Rimetti
la tua spada nel fodero".
Quindi ambedue sono a disposizione della Chiesa, la
spada spirituale e quella materiale. Però quest'ultima dev'essere
esercitata in favore della Chiesa, l'altra direttamente dalla Chiesa;
la prima dal sacerdote, l'altra dalle mani dei re e dei soldati, ma
agli ordini e sotto il controllo del sacerdote. Poi è necessario che
una spada sia sotto l'altra e che l'autorità temporale sia soggetta
a quella spirituale. Perché quando l'Apostolo dice: “Non
c'è potere che non venga da Dio e i (poteri) che sono, sono disposti
da Dio",
essi non sarebbero disposti se una spada non fosse sottoposta
all'altra, e, come inferiore, non fosse dall'altra ricondotta a
nobilissime imprese. Poiché secondo san Dionigi è legge da Dio, che
l'inferiore sia ricondotto per l'intermedio al superiore. Dunque le
cose non sono ricondotte al loro ordine alla pari e immediatamente,
secondo la legge dell'universo, ma le infime attraverso le intermedie
e le inferiori attraverso le superiori. Che il potere spirituale
supera in dignità e nobiltà tutti quelli terreni dobbiamo
proclamarlo tanto più apertamente quanto lo spirituale eccelle sul
temporale. Il che, invero, noi possiamo chiaramente constatare con i
nostri occhi dal versamento delle decime, dalla benedizione e
santificazione, dal riconoscimento di tale potere e dall'esercitare
il governo sopra le medesime.
Poiché
la Verità attesta che la potestà spirituale ha il compito di
istituire il potere terreno e, se non si dimostrasse buono, di
giudicarlo. Così si avvera la profezia di Geremia riguardo la Chiesa
e il potere della Chiesa:" Ecco oggi Io ti ho posto sopra le
nazioni e sopra i regni" e le altre cose che seguono. Se dunque
il potere terreno devia, sarà giudicato dall'autorità spirituale;
se poi il potere spirituale inferiore degenera, sarà giudicato dal
suo superiore; ma se è quello spirituale supremo, potrà essere
giudicato solamente da Dio e non dall'uomo, come afferma
l'Apostolo:”L'uomo
spirituale giudica tutte le cose; ma egli stesso non viene giudicato
da nessuno."
Questa autorità infatti, benché conferita ad un uomo ed esercitata
da un uomo, non è umana, ma piuttosto divina, attribuita per bocca
di Dio a Pietro, e resa intangibile per lui e per i suoi successori
in colui che egli, la pietra, aveva confessato, quando il Signore
disse allo stesso Pietro: “Qualunque
cosa tu legherai ecc." Perciò
chiunque si oppone a questo potere istituito da Dio, si oppone
all'ordine di Dio, a meno che non pretenda come i manichei che ci
sono due principi il che noi giudichiamo falso ed eretico, perché
- come dice Mosè - non nei principio ma nel principio Dio creò il
cielo e la terra. Per conseguenza noi dichiariamo, stabiliamo,
definiamo ed affermiamo che è assolutamente necessario alla salvezza
di ogni creatura umana che essa sia sottomessa al Romano Pontefice.
Data in Laterano, nell'ottavo anno del Nostro Pontificato.
Bonifacio VIII
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