di Sant’Agostino
Brano tratto dal commento alla lettera di San Giovanni, Omelia 1.
3. Noi - dice Giovanni - siamo testimoni e vi annunciamo
la vita eterna che era presso il Padre e si è manifestata in noi, cioè in
mezzo a noi; più chiaramente si direbbe: manifestata a noi. Le cose dunque
che abbiamo visto e sentito le annunciamo a voi. Faccia bene attenzione la
vostra Carità: Le cose che abbiamo visto e udito noi vi annunciamo. Essi
videro presente nella carne il Signore stesso, da quella bocca raccolsero le
sue parole e ce le hanno trasmesse. Perciò anche noi abbiamo sentito, sebbene
non abbiamo visto. Siamo forse meno felici di quelli che videro ed udirono? Ma
perché allora aggiunse: Affinché anche voi abbiate parte insieme con noi
(1 Gv 1, 2-3)? Essi videro, noi no, e tuttavia ci troviamo insieme; la ragione
è questa, che abbiamo comune tra noi la fede. Ci fu un tale che, avendo visto,
non credette e volle palpare per arrivare in questo modo alla fede. Disse costui:
Io non crederò se non metterò le mie dita nel segno dei chiodi e non
toccherò le sue cicatrici. Il Signore permise che le mani degli uomini lo
palpassero per un poco, lui che sempre si offre allo sguardo degli angeli. Il
discepolo dunque palpò ed esclamò: Signor mio e Dio mio. Egli toccò
l'uomo e riconobbe Dio. Il Signore allora, per consolare noi che non possiamo
stringerlo con le mani, essendo egli già in cielo, ma possiamo raggiungerlo con
la fede, gli disse: Tu hai creduto, perché hai veduto: beati quelli che non
vedono e credono (Gv 20, 25-29). In questo passo siamo noi stessi ritratti
e designati. S'avveri dunque in noi quella beatitudine che il Signore ha
preannunziato per le future generazioni; restiamo saldamente attaccati a ciò
che non vediamo, perché essi che videro ce lo attestano. Affinché -
afferma Giovanni - anche voi abbiate parte con noi. Che c'è di
straordinario a far parte della società degli uomini? Aspetta ad obiettare;
considera ciò che egli aggiunge: E la nostra vita sia in comune con Dio
Padre e Gesù Cristo suo Figlio. Queste cose ve le abbiamo scritte, perché sia
piena la vostra gioia (1 Gv 1, 3-4). Proprio nella vita in comune, proprio
nella carità e nella unità, Giovanni afferma che c'è la pienezza della gioia.
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