Passa ai contenuti principali

Chi sono i più grandi alleati dei progressisti?


Chi sono i più grandi alleati dei progressisti? Ovviamente, gli estremisti reazionari.
Una legge con cui sono in disaccordo, la vogliono abolita, senza se e senza ma. Guai, a scendere ad un compromesso, anche se è un compromesso che va a loro favore. Preferiscono gloriarsi di essere netti, severi, irriducibili. O tutto o niente. Così, magari rinunciano anche a votare per le forze politiche di governo, ritenute - quando va bene - troppo molli. Anzi, si chiamano fuori sin dal principio da qualsivoglia reale dibattito politico, ché ad entrarvi e ad ottenere lì dentro risultati concreti, dovrebbero per forza di cose sporcarsi le mani, intaccare quei valori che per loro sono un totem sia nella vita privata che in quella pubblica.

Essi sposano, di fatto, forse inconsciamente, la regola (brigatista!) del "tanto peggio, tanto meglio". Se per qualche ragione si facesse un piccolo passo in avanti nella loro direzione, ecco che di colpo perderebbero ogni credibilità nel loro costante affermare "O tempora, o mores". Dunque, a loro conviene preservare lo status quo, per poter gridare il loro continuo scandalo e disprezzo per questa "società senza valori".
Naturalmente, nonostante il clamore che sono in grado di suscitare, il loro reale peso politico è minimale, poiché il loro comportamento paradossale non fa altro che dipingerli agli occhi di tutti come invasati senza speranza. Ed ecco che, in questo modo, essi scatenano un naturale - per quanto sovente scomposto - sentimento di anti-reazione, che le forze progressiste non perdono tempo a catturare, accelerando così la creazione di un'opinione pubblica a loro favorevole.
Dunque, sono anche gli invasati clericali a diffondere l'anticlericalismo, pure quello più becero e blasfemo. Sono anche i fanatici antiabortisti a polarizzare un'opinione favorevole all'aborto, rinunciando peraltro a qualsiasi soluzione che non sia l'abolizione totale, e con questo contribuendo alla preservazione dello stato attuale. Sono anche i paladini della morale, a scatenare la voglia di liberarsi totalmente di qualsiasi morale.
E invece, una morale qualsiasi - per quanto migliorabile, per quanto imperfetta - è comunque meglio di nessuna morale.
(Francesco Genovese)

Commenti

Erica "Eric" Gazzoldi ha detto…
Si potrebbe anche dire: “I migliori alleati del cinismo sono i moralisti”… ;-)

Post popolari in questo blog

Curzio Nitoglia, un cattivo maestro

di Andrea Virga Questo articolo, come quello su Don Gallo 1 , non avrebbe reale ragione d’essere. Anche qui, le gravi affermazioni dottrinali del sacerdote in questione non meriterebbero più d’uno sberleffo, vista la loro palese incompatibilità con la retta dottrina. E tuttavia, anche qui è il caso di un prete consacrato – e stavolta tuttora vivente – che attira proseliti, specie fra i giovani, grazie alle sue opinioni estremiste ed ereticali, con il risultato di diffondere in lungo e in largo i suoi errori. Per questo, ritengo che sia il caso di dedicare una mezz’oretta a mettere in guardia i meno provveduti, che magari preferiscono internet ad un buon padre spirituale, rispetto a questo personaggio: Don Curzio Nitoglia. Il paragone con Don Gallo, però, non riesca troppo offensivo al defunto sacerdote genovese, che aveva almeno il merito di essere molto attivo in ambito sociale e di non aver mai lasciato la Chiesa (cosa non troppo difficile, visto il permissivismo dei suoi super...

Il noviziato Agesci: tempo e idea tra scoutismo e Chiesa

C’è un momento strano nel cammino scout Agesci ed è quello del noviziato: sì, il nome riprende proprio il linguaggio monastico; sì, l’ispirazione è proprio quella; sì, è un periodo di introduzione e studio.  Si tratta del primo momento nella branca rover e scolte, i più grandi nel nostro scoutismo: dura un anno. Di noviziato in Agesci si parla  –  e si sparla  –  in continuazione, non c’è un tema altrettanto trattato e maltrattato, anche nella prassi.È speciale e irrinunciabile e può essere una fonte di riflessione importante anche al di fuori dell’associazione. Cercherò ora di dare a questa riflessione un taglio ecclesiale, per plasmare un avvio di confronto su temi scoutisticamente ed ecclesialmente poco trattati. Il noviziato è un tempo e come tutti i tempi è prezioso. Lo è il nostro, figuriamoci quello dei ragazzi. Con un po’ di ironia, potremmo dire che l’importanza del tempo l’ha capita anche il Papa: in Evangelii Gaudium Francesco scrive che «i...

Commento al Vangelo 25 novembre 2018 - Cristo Re: Gv 18,33-37

Il quarto vangelo coglie l’occasione del colloquio tra Gesù e Pilato - che nessuno probabilmente udì - per coinvolgerci in un confronto sulla regalità di Cristo. Da un lato, la prospettiva imperiale: il “re dei giudei” crea problemi politici. Ma il pericoloso rivoluzionario è proprio quell’uomo consegnatogli dai giudei? Il governatore Pilato, che giudeo non vuol essere, ne dubita: «Tu, indifeso persino dai tuoi amici, proprio tu saresti il re dei giudei? Cosa avresti fatto? Ci sono davvero delle prove credibili contro di te?». Non ci crede. Gesù, insomma, non gli pare affatto un pretendente al trono. Dall’altro lato, Gesù domanda chi gli ha suggerito che lui sarebbe sovrano. Lo Spirito di Dio o l’Accusatore? Entrambi lo sanno! I Romani che temono una congiura contro Cesare o i sommi sacerdoti che temono il Messia che renderà vano il loro ruolo? I primi stiano tranquilli, gli altri un po’ meno... Gesù dice che il suo regno non è un regno come gli altri che si estendono geogr...